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Due anni dopo ....


Alya aveva cambiato vita, anche se le mancava qualcosa. E quel qualcosa era l'amore.
Non si era più innamorata. Aveva avuto delle avventure, ma nulla di simile all'amore.
Viveva con sua zia ed era comunque felice.
Aveva fatto amicizia, era ancora in contatto con Arianna, che finalmente si era rimessa in salute, ma era ritornata a Napoli, le due si vedevano ogni mese, Ari andava dalla ragazzina e rimaneva una settimana con lei.
Con Ciro dopo l'ultima volta che lo aveva visto nel suo "nascondiglio", non si era mai più visti, avevano diviso le loro strade, ma tutti e due si pensavano ancora. 

La ragazzina si alzò dal letto, non stava tanto bene quel giorno, si recò in cucina dove trovò sua zia che stava sorseggiando il caffè. 
"Buongiorno zia." Esclamò Alya. 
La donna la guardò e sorrise. "Amore, buongiorno. Allora, come stai?" Chiese. 
"Non tanto bene, un po' di mal di testa." Rispose. 
"Fai colazione amore, magari è perché devi mangiare qualcosa." Esclamò sua zia. 
La ragazzina si sedette e infine mangiò qualcosa. 
La giornata trascorse lentamente, Alya fece i compiti dato che era ritornata a scuola, era il penultimo  anno scolastico e non vedeva l'ora di diplomarsi. 
Dopo un ora di compiti, si coricò nel letto. 
Decise di leggere un po' e così passo le ore fino all'ora di cena. 
Si alzò dal letto e andò in cucina, sua zia non c'era perché stava lavorando, allora decise di cucinare lei. 
Non se la cavava male in cucina, le cose basi le sapeva fare, decise di mettere su l'acqua per la pasta e preparare uno squisito sugo di pomodoro fresco. 
Dopo qualche ora, sua zia rientrò in casa, non aveva una faccia bella e la ragazzina se ne accorse. 
"Zia." Esclamò la ragazzina. 
La donna fece un mezzo sorriso. "Amore." 
"Che hai?" Le chiese. 
"Amore, tutto okay. Sono solo un po' stanca." Esclamò la donna. 
Alya cercò di crederle, anche se sentiva che qualcosa non andava. 
"Ho preparato la cena!" Esclamò la ragazzina. 
Sua zia si avvicinò a lei e le diede un bacio sulla fronte. "Sei un amore, piccolina." 

                                                                                    ***
Le settimane passarono, Alya vide sua zia strana e non ce la fece più a tenersi questo dubbio. 
Aveva persino pensato che non voleva più vivere con lei. 
Così una sera, si decise di parlarle. 
Erano in cucina a cenare. "Zia." Esclamò la ragazzina. 
"Dimmi!" Ecco, non mi chiama nemmeno più 'piccola' o 'amore', qualcosa di certo non va! Pensò la ragazzina.
"Zia, io ti devo chiedere una cosa." 
"Dimmi tutto quello che vuoi!" Sua zia, aveva altri problema, avevano a che fare anche con Alya, ma di certo non era ciò che pensava la ragazzina. 
"Zia, ti sei stufata di me?" Chiese tutto di un fiato. 
La donna la guardò per lunghi secondi, trovò leggermente buffa la domanda della ragazzina, infatti sorrise. "Ma amore mio, come ti vengono in mente queste idee?" Chiese la donna. 
"E che sei cambiata zia, ti vedo sempre più taciturna e ... " 
"Amore mio ... " Le prese la mano. "... io non mi stancherò mai della mia piccolina! Sono solo un po' preoccupata per il lavoro, tutto qui!" Esclamò sua zia. 
"E come mai?" Chiese la ragazzina. 
La donna abbassò lo sguardo. "Amore, non sapevo come dirtelo. Ma credo sia arrivato il momento." 
"Sei stata licenziata?" Chiese la ragazzina. 
La donna scosse la testa. "No amore." 
La ragazzina fu perplessa. "Cosa c'è di peggio di un licenziamento, zia?" Chiese Alya.
"Il trasferimento." Rispose sua zia.
Alya rimase ancora più perplessa. "Ma non è peggio, anzi!" Esclamò la ragazzina. 
"Amore, dico peggio perché bisogna ritornare a Napoli!" 









Spazio autrice 


Eccomi qui. 
Oggi ho deciso di aggiornare di giorno. 
Siamo quasi alla fine, belliiii!!! 

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