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Alya salutò la donna, non sapeva definire le sue emozioni in quel momento, erano un miscuglio. Calma, agitazione, sollievo e ancora agitazione. Alice aveva regalato un diario alla ragazzina, su cui scriverci su, ad Alya piaceva scrivere, era portata nella scrittura, anche se spesso si sottovalutava perché non era una cima in grammatica, ma a scuola quando la professoressa do dei temi da fare, Alya ne era felice. Una volta fece commuovere l'insegnante, il tema era descrivere l'amore e la ragazzina scrisse cosa provava per la sua mamma, l'amore incondizionato. Prese un bel voto, la ragazzina fu ancora più felice, dentro a quelle parole c'era un pezzo del suo cuore. 
Fece il tragitto in silenzio, accompagnata dalla guardia. Arrivarono in cortile dove c'erano le altre ragazze. "Aly ... " Si avvicinò Nad, che abbracciò la ragazzina. "Com'è andata?" Le chiese Nad. 
Alya sorrise. "Pensavo peggio, e invece è una persona meravigliosa. Mi ha chiesto di scrivere sul diario. Lo farò volentieri stasera, prima di dormire." Rispose Alya. 
Nad le sorrise. "Te l'avevo detto. Sono felice che ti sei trovata bene." Esclamò Nad. 
"Che stavate facendo?" Chiese Alya. 
"Nulla di che ..." Nad alzò le spalle. "... Silvia mi ha scaricata perché Milos la chiamata per parlare ... " Alzò gli occhi al cielo. Alya si mise a ridere. "... dai andiamoci a sedere. Tra poco inizia l'ora di laboratorio!" Esclamò Nad. 
Alya la guardò perplessa. "Laboratorio?" Le chiese. 
"Sì, punto e virgola ha deciso di farci fare qualche attività con i ragazzi, e il laboratorio d'arte è uno di questi." Rispose Nad. 
"Non lo sapevo ... " Guardò nuovamente l'amica. "... chi è, punto e virgola?" Chiese Alya. 
"La direttrice ..." Certo che hanno il vizio di dare dei soprannomi strani, qua dentro!  Pensò la ragazzina. "...un soprannome di merda, lo so ..." Alya rise. ".... colpa dei ragazzi!" Esclamò Nad. 
Le due ragazze si sedettero su una panchina. 
Intanto in laboratorio, Ciro e Viola avevano appena finito di "amoreggiare", Ciro si rivestì , rimasero in silenzio tutti e due. Viola lo fissò, mentre lui non le degnava di uno sguardo. Il ragazzo girò i tacchi e se ne uscì dal laboratorio, lasciando lì la ragazza. S'incamminò con Lino dai suoi, cosiddetti "amici". 
"Uè Cirù!" Si avvicinò Edoardo. 
"Novità?" Chiese Ciro. 
"Niente di che, allora, hai combinato qualcosa o no, con quella ragazza in isolamento?" Chiese Edoardo, spinto dalla curiosità. 
Ciro lo guardò male, non gli piaceva raccontare cose che gli accadevano personalmente, nemmeno far vedere che infondo aveva un cuore umano anche lui, dato che lo definivano un mostro e su questo a Ciro gli fece piacere che gli altri avevano paura di lui, lo fece sentire potente. 
Intanto Alya guardò Ciro, sorrise, voleva avvicinarsi a lui, non era ancora riuscita a ringraziarlo per quei giorni in cui le ha fatto compagnia e soprattutto per averle fatto cambiare idea sulla psicologa. Alya prese coraggio e si alzò dalla panchina. "Dove vai?" Chiese Nad. 
"Vado a parlare con Ciro, lo devo ancora ringraziare , sembra brutto ..." Alya vide l'amica con un espressione preoccupata. "... stai tranquilla, non mi farà del male." Esclamò Alya per rassicurare Nad, ma non ci riuscì. 
Alya s'incamminò ma i ragazzi vennero chiamati dalla guardia. La ragazzina sbuffò e ritornò a sedersi vicino a Nad. 
"Niente, lo ringrazierò dopo." 
Dopo un po' le ragazze vennero chiamate anche loro per andare in laboratorio, ma Alya venne fermata. "Esposito, hai visite." Esclamò la guardia. 
Alya sorrise. "Ditemi che è la mia migliore amica, vi prego!" Rispose la ragazzina. 
Ma la guardia rispose alzando le spalle. Appena arrivarono davanti alla grande stanza dei colloqui, Alya si fermò, vide una donna dai occhi chiari e i capelli castani, il suo volto le ricordò tanto la sua mamma. Si avvicinò alla donna. 
"Alya ..." L'abbracciò. La ragazzina non capì cosa stava succedendo.  Non sapeva chi era quella donna e soprattutto, perché era così dolce e affettuosa con lei. "... come sei diventata bella, gioia mia." Esclamò la donna. La ragazzina la fissò. Sentì che quella donna aveva qualcosa di famigliare ma non se la sentì di fidarsi fino in fondo. 
"Mi ... mi dispiace io, non so chi sia!" Esclamò la ragazzina. 
"Vieni, sediamoci!" Si sedettero una di fronte all'altra. 
"Che sta succedendo?" Chiese Alya confusa. 
"Tesoro, io sono tua zia, sorella della tua mamma ... " Alya non si sbagliò sul fatto che vide un qualcosa di famigliare in quella donna. Le vennero gli occhi lucidi. "... amore, ho sempre cercato di avere contatti con te, ma tuo padre non me lo permetteva. Mi dispiace per come sono andate le cose a te, sto cercando di chiedere la tua custodia piccola ... " Alya le prese la mano con dolcezza. "... voglio diventare il tuo tutore di famiglia amore, ti prometto che c'è la farò con tutta me stessa." Esclamò la donna. 
"Sono felice di conoscerti, zia." La donna le sorrise. 
"Anche io, amore." 
"Mi dispiace per essere finita in questo posto io ..." Le scese una lacrima. "io ... io non volevo ..." 
"Hai sbagliato amore mio! Ma ti prometto che cercherò in  tutti i modi di farti uscire da qui, okay?" Le chiese la donna. 
Alya annuì. Le sensazioni che aveva all'inizio erano sparite, sentì di fidarsi di quella donna. 
"Sono felice che sei venuta fino qui per conoscermi, zia." Rispose la ragazzina. 
"Io non vedevo l'ora di conoscerti, Alya." 
La ragazzina l'abbracciò. 
"Se avrò il permesso, verrò a trovarti, zia."
"Ne sarei contenta!" 
Il colloquio finì, così Alya l'abbracciò per l'ultima volta e infine tornò in cella. 
Si mise nel letto, fino a quando le ragazze vennero chiamate per la cena. 
Alya era più sorridente, era felice di aver conosciuto una parte della sua famiglia, non aveva idea di avere una zia, oltretutto sorella della sua amata mamma. 
Arrivarono in mensa e cenarono. 
"Stasera abbiamo un'oretta per stare con i ragazzi!" Esclamò Silvia con un sorriso fino le orecchie. 
"Perché, la sera ci fanno stare con i ragazzi?" Chiese Alya. 
"Sì, in sala ricreazione. Nad e Chiattillo ogni tanto ci regalano qualche concerto!" Rispose Silvia. 
Alya guardò Naditza. 
"Tu sei musicista?" Chiese Alya. 
La ragazza sorrise. "Amo suonare il pianoforte, Chiattillo mi sta dando una mano a studiare." Rispose Nad. 
"Ma dai ... " Alya sorrise. "...che bello, non vedo l'ora di sentirvi!" Esclamò entusiasta. 
Finirono di cenare e infine ritornarono in cella. Nad scappò in bagno. 
"Scusatemi ragazze, mi devo preparare." Esclamò Nad. 
Silvia scoppiò a ridere. "Nad, sei bella comunque, anche se non t'infighetti. Chiattillo è pazzo di te, l'hai detto tu!" Esclamò Silvia. 
"Ti ringrazio per il complimento, ma ultimamente mi sento sciupata!" Rispose Nad dal bagno. 
Alya e Silvia si guardarono e scoppiarono dal ridere. 
"...mi state prendendo in giro?" Chiese Nad. 
"No no ." Rispose Silvia con tono divertito. 
"Tu ti vedrai con Milos, ti consiglio di darti una sistemata!" Esclamò Nad. 
"Sono bella comunque, anche acqua e sapone." Rispose Silvia. 
Alya si buttò sul letto, pensò al suo incontro con sua zia. Sorrise. 
Nad ritornò nella stanza. "A che pensi?" Chiese Naditza guardando la ragazzina. Alya la guardò. "Oggi hai colloqui è venuta a trovarmi mia zia, l'ho appena conosciuta, non sapevo della sua esistenza. Mio padre mi ha nascosto tutto e ..." Abbassò lo sguardo. "...sono felice di averla conosciuta." Rispose Alya. La ragazza le sorrise. "Ne sono contenta, piccola." Esclamò Nad.  

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