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Alya tornò in camera, ma non c'era nessuna traccia delle sue nuove amiche. 
Si buttò nel letto a pensare, erano passate poche settimane dal suo arresto e trovò quel posto, come un rifugio, cosa che non ha mai sentito nel suo nido famigliare, questa cosa le fece pensare molto. 
Non sono una persona normale, se questo posto lo sento come una casa. Pensò la ragazzina. 
Alya era consapevole di trovarsi in un penitenziario, dove esisteva comunque la violenza, ma in un certo modo, trovò quel posto una sicurezza per lei, al sicuro da suo padre, si trovò a pensare a lui, provava odio nei suoi confronti, un uomo che non ha mai donato amore nei confronti di Alya, un uomo che non è mai comportato da padre ma come un vero diavolo. La ragazzina non sopportava questo sentimento che provava nei suoi confronti, voleva amarlo ma non ci riuscì, perché da quel uomo, riceveva solo dolore, che era molto più forte di quello fisico. 
Poi pensò alla sua migliore amica, sorrise, le mancò da morire, voleva vederla, abbracciarla e dirle che era una persona importante per lei, il suo sole. 
Le scese una lacrima, desiderava tanto sentirla, anche solo dirle un semplice "ti voglio bene", ma non poté farlo, una delle regole in quel posto era il non usufruire di apparecchi elettronici, del tipo il cellulare, cosa che questa regola, molte persone dentro in quel posto, infrangevano.
"Ciao." A distrarre Alya dai suoi pensieri fu, l'apatica e strana ragazza dai capelli rossi. La ragazzina la guardò, era alla soglia della cella della ragazzina. "Ciao!" Rispose Alya. 
"Come mai, tutta sola? Quelle stronze ti hanno già tagliata fuori dalla loro compagnia?" Chiese Viola. 
"No ... " Alya si alzò dal letto. "... non so dove sono finite, ma comunque ci vado d'accordo con loro." Rispose Alya. 
Aveva la sensazione che la ragazza amava mettere zizanie tra gli altri, non si sbagliò, Viola amava infondere il male, far litigare , far del male alle persone. Era una persona tossica, non credeva nell'amore e nel bene. Amava sentire dolore. 
Viola fece un sorriso inquietante. "Okay ... " Guardò la ragazzina. "... ma non ti fidare di loro, non sono delle persone adatte ad una ragazzina come te. Credimi!" Esclamò Viola. 
Alya si chiese il perché doveva credere a quella ragazza, in lei vedeva colori scuri, anche se ammise che era una bellissima ragazza esteticamente, ma dentro era come ... marcia.
"Ahm io ..." Alya s'interruppe  vedendo entrare le sue due amiche.
"Che cazzo ci fai in cella nostra?" Chiese Nad rivolgendosi a Viola. 
La ragazza la guardò con un ghigno. 
"Stavo facendo compagnia ad Alya, dato che voi la mettete fuori dalla vostra vita. Vi siete già stufate di lei, come avete fatto con Serena?" Chiese Viola. 
"Sei una bugiarda ... " Serena si era allontanata di suo, era una ragazza fragile, Viola le aveva fatto il lavaggio del cervello e con lei ci era riuscita. 
"Che cazzo dici, stronza." Viola si mise a ridere, poi guardò la ragazzina che stava ascoltando la loro discussione. "Fidati di me." Esclamò Viola per poi andarsene divertiva da quella situazione. 
Nad guardò Alya, non era affatto come diceva Viola, Nad voleva raggiungere Alya, ma Silvia era come sparita tra quelle quattro mura e la stava cercando, ma alla fine non trovò nemmeno la ragazzina. "Scusami Alya, se siamo sparite, stavo cercando Silvia che alla fine l'ho trovata in punto cieco con Milos ..." Guardò male Silvia, la ragazza arrossì. "...e alla fine stavamo cercando te." Esclamò Nad. 
Alya le sorrise, non credeva a niente di ciò che le aveva detto Viola, ne era certa che si divertiva a far litigare gli altri, quella ragazza, secondo lei amava far del male e più le stava lontana e più stava meglio. "Tranquilla Nad, non credo a Viola. Scusami se sono andata via, non sapevo che stavate cercando ..." Poi pensò che Nad, aveva trovato Silvia. "... devi raccontarci qualcosa?" Chiese divertita Alya, riferendosi a Silvia. La ragazza sorrise. 
Le ragazze decisero di sedersi sul letto e di parlare tutte e tre insieme. Andarono a dormire nel tardi. 
"Buonanotte piccole mie." Esclamò Nad. 
Alya sorrise, si era affezionata tanto a Nad, la vedeva come un anima vivace ma allo stesso tempo dolce. Era diventata come una sorella maggiore per lei. 
"Buonanotte." Rispose Alya. 
Il mattino arrivò in fretta e come sempre, Alya aprì gli occhi in anticipo, si alzò dal letto, facendo piano a non svegliare le sue due compagne e andò in bagno a prepararsi. Si tolse il pigiama ed entrò in doccia. 
Una volta uscita, si vestì con un semplice leggins nero e una maglia a maniche lunghe dello stesso colore. Uscì dal bagno e vide le ragazze già in piedi. 
"Buongiorno!" Esclamò Alya sorridendo. 
Silvia ricambiò il sorriso, mentre Nad sbadigliò un paio di volte. "Giorno belle." Rispose Nad. 
Le due ragazze si prepararono e come tutte le mattine andarono a fare colazione. 
Presero tutte e tre da mangiare e infine si sedettero. 
La guardia si avvicinò al loro tavolo. 
"Esposito, hai visite." Esclamò la guardia. 
Alya sorrise, sperava tanto che fosse la sua migliore amica. 
Prese il vassoio. "Ci vediamo dopo ragazze." 
"A dopo!" Rispose Silvia. 
Alya si allontanò con la guardia e raggiunsero l'aula colloqui. Appena entrò, fece un sorriso a trentadue denti. 
"Vita mia!" Corse verso Arianna e l'abbracciò. 
"Esposito, la prossima volta che corre, troncherò la visita." Esclamò la guardia con  tono duro. 
"Mi ... mi scusi." Rispose la ragazzina. 
Guardò Arianna, notò il suo viso triste e preoccupato. 
"Ari ma che ... " 
"Sediamoci, ti devo parlare ... " La interruppe l'amica. 
Si sedettero una di fronte l'altra. "... Ly, sto vivendo un inferno fuori ..." La ragazzina le prese la mano. "... mi manchi da morire e i nostri compagni a scuola mi bullizzano, dicono che sono amica di un'assassina ... " Fecero male quelle parole ad Alya. La guardò preoccupata. "... Ly io ... io devo andare via da qui." Esclamò disperata Arianna. 
"Co...cosa?" Alya non credeva alle parole della sua migliore amica, erano come un coltello piantato nel suo dolorante cuore. 
Arianna pianse. "Mi dispiace Ly, mamma ha deciso così, non vuole più che vengo a trovarti e ... " 
"Ma tu sei qui." Esclamò sconcertata Alya. 
Arianna si asciugò le lacrime. "Ho detto hai miei che uscivo, sono venuta qui di nascosto, dovevo parlarti ..." Arianna le strinse la mano,.. "... ti voglio bene, Ly." Esclamò Arianna. 
"Non ... non andartene ti prego!" Esclamò Alya cercando di non piangere. 
Arianna prese la sua busta di carta bianche che conteneva i muffin preferiti della ragazzina. "Sto male Ly, ci traferiremo ... " Alya si alzò dal tavolo e l'abbracciò, in quel momento scoppiò a piangere. "... non fare così, ti prego! Ci sto peggio." Esclamò Arianna. 


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