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I giorni passarono, Alya continuò a pensare di parlare con la direttrice sul fatto che voleva denunciare suo padre.
Quel giorno chiamò la guardia per farsi accompagnare dalla direttrice per parlarle.
"Esposito, la direttrice oggi non c'è. E poi lei è in ritardo per andare a fare attività. Si vesta infretta." Esclamò la guardia.
Alya sbuffò.
Entrò in bagno e si vestí, optò per un semplice pantalone largo grigio e un maglione rosa, ai piedi delle semplici scarpe da ginnastica.
Uscì dal bagno e vide la guardia che stava aspettando le ragazze per accompagnarle in mensa.
Alya era visibilmente scocciata, per una volta che aveva preso coraggio per parlare con Paola, lei non c'era. Qualcuno lassù stava giocando ad un brutto scherzo con lei!
Le ragazze presero da mangiare e infine si sedettero come sempre in un tavolo.
Nad guardò la ragazzina. "Ehi, che hai stamattina? Non ti ho mai vista così giù." Chiese Nad.
"No niente, e che volevo parlare con la direttrice sul fatto di mio padre, ma lei non c'è." Rispose la ragazzina.
"Dai, le parli appena c'è..." Ma c'era altro che turbava la ragazzina, e Nad lo notò.
"...non mi stai dicendo tutto, vero?" Chiese Nad.
Alya non poteva parlare sul fatto che ora, lei e sua zia dovevano condividere lo stesso tetto della famiglia Ricci. Era troppo "pericoloso" spifferarlo in giro. Suo padre era in chissà quale luogo nascosto, e se veniva a sapere che le due erano lì, non se lo poteva perdonare.
"Nad ..." Le fece un mezzo sorriso. "...è tutto okay. Devo solo parlare con la direttrice e appena ritorna lo farò." Esclamò Alya.
Nad cercò di crederle, così lasciò perdere l'argomento.
"D'accordo..." La guardò. "...tra poco iniziano le attività ." Esclamò Nad sorridendo.
"Già." Esclamò Alya.
Finirono di mangiare e infine ritornarono in cella, dopo pochi minuti vennero chiamate per uscire in cortile.
Alya vide Ciro e il comandante aspettarla vicino l'auto, così la ragazzina si avvicinò a loro, in silenzio entrarono e si avviarono per l'attività.
Intanto a casa Ricci, la zia scese in cucina.
"Buongiorno." Esclamò la donna. Trovò la moglie di Salvatore, Maria.
Una delle persone che trovò docile.
"Buongiorno ..." Maria sorrise. "...ho appena preparato la colazione. Ti va una tazzina di caffè? Così parliamo un po' in compagnia." Esclamò Maria.
La donna sorrise. "Certamente." Rispose.
Andarono in sala da pranzo, sopra al tavolo c'era il ben di dio. La donna si sedette. "Maria, la ringrazio per avermi ospitata qui ." Esclamò la donna.
"Figurati ... " Sorride dolcemente Maria. "...e poi una donna in più in casa mi fa più che piacere. Sai ho una figlia, ma è ormai adolescente e parla poco con me." Esclamò con un leggero tono triste.
"Mi dispiace tanto Maria, ma gli adolescenti sono così, purtroppo." Rispose la donna.
"A parte la tua dolce Alya , quella ragazzina è speciale." Esclamò Maria sorridendo.
La donna ricambiò il sorriso. "Sì, Alya è molto dolce. Sai la conosco anche io da poco, non sai quanto desideravo tenerla con me." La donna iniziò a raccontarle la loro storia.
Alya scese dall'auto, quel giorno i due dovevano verniciare un muro.
Gli avevano dato tutto l'occorrente ai due, così iniziarono, erano tutti e due in silenzio, ogni tanto Alya guardava il ragazzo. Si chiese perché era sempre silenzioso con lei, magari non le stava per niente simpatica.
Si ritrovò a fissarlo, mentre verniciava il muro di bianco, aveva l'espressione seria e concentrata. Poi fece un movimento strano e rischiò di cadere per terra, cosa che provocò la risata della ragazzina, ma il ragazzo non era per niente divertito. "Che ten da ridere?" Le chiese.
Alya lo guardò sorridendo. "Sai essere anche tu un po' imbranato a volte." Esclamò Alya, per poi maledirsi dopo due secondi per averglielo detto.
"Ah sì?" Il ragazzo prese il pennello e lo intinse nella vernice e schizzo il colore in faccia alla ragazzina. Alya lo guardò, il ragazzo stava sorridendo. "Questa è guerra." Esclamò la ragazzina. Intinse le mani nella vernice e la schizzo al ragazzo per poi scoppiare nuovamente a ridere.
"Beh, allora vuoi la vendetta!" Prese il rullo e lo intinse nella vernice, Alya sgranò gli occhi e iniziò a correre per quella piccola stanza. "Ciro no, no non farl..." La ragazzina scivolò con il suo povero di dietro per terra. Ora quello che scoppiò a ridere era proprio lui. "E la vendetta è stata vinta." Esclamò Ciro divertito. Porse la mano alla ragazzina per farla alzare da terra, ma lei anche se era piccola e poco agile, riuscì in qualche modo a fargli lo sgambetto e farlo cadere, solo che cadde addosso a lei.
Erano rimasti in quella posizione per lunghi secondi, Ciro la fissò, lei stava ridendo, era rimasto incantato. Per la prima volta, sentiva il suo cuore iniziare a battere come un tamburello, e quella sensazione lo spaventava.
Quel momento venne interrotto dal comandante. "Voi due ..." Ciro si alzò da lei, per poi aiutarla ad alzarsi. "...che state facendo ?" Chiese il comandante, che guardò quei due pieni di vernice in faccia. "...e perché vedo vernice su voi due e non sul muro?" Chiese il comandante.
I due si guardarono e scoppiarono entrambi a ridere.




Spazio autrice

Ehilaaa ciao a tutti, ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia.
Un abbraccione Robertina. ❤️🥰

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