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Alya ritornò in cella, era felice della notizia, finalmente poteva stare qualche giorno in libertà , quasi si dimenticò del telefono. 
Entrò in cella sorridendo, trovò Nad che stava sdraiata sul letto, ma quando vide Alya si alzò, per abbracciarla. "Uè... " Alya ricambiò l'abbraccio della ragazza. "... ti vedo sorridente." Esclamò Naditza. 
"Finalmente ho il permesso." Rispose Alya. 
Nad le sorrise. "Ne sono contenta, anche se mi mancherai tanto." 
"Poi ritorno ... " Le sorrise. Si sedette sul letto . "... finalmente posso mangiarmi una pizza." Esclamò Alya. 
Nad rise. "Un po' ti invidio. Qui cucinano da schifo." Commentò la ragazza. 
A interrompere le ragazze fu la guardia, chiamò la ragazzina per riportarla dalla direttrice, Alya era preoccupata, temeva che era successo qualcosa , aveva paura che si giocasse la possibilità del permesso. Entrò nello studio della direttrice. "Direttrice, è successo qualcosa di grave a mia zia? Non ditemi che è ... " Aveva paura del abbandono. 
"Tranquilla Esposito, non è successo nulla di grave, è solo che tua zia ha chiamato per dirci che non può venirti a prendere domani e quindi le dà un passaggio la famiglia di Ricci." Alya fece un sospiro di sollievo , aveva il terrore che la zia l'abbandonò. Poi elaborò la frase di Paola. "In ... in che senso che Ricci mi dà un passaggio?" Le chiese perplessa. 
Paola guardò la ragazzina per qualche secondo in silenzio. "Hai capito perfettamente, Alya. Sai, io vi ho notato, c'è una certa chimica tra voi due. Ricci con te è diverso da quello che vuole far sembrare ... " Alya era confusa. "... così , ho approfittato del fatto che sua zia non può venirti a prendere. Anche se passate qualche minuto insieme non fa male a nessuno, no?" Chiese Paola. 
"Mai io ..." 
"Se hai da controbattere, sono costretta ad annullare il permesso, Esposito." Esclamò Paola. 
"No ... " Non voleva assolutamente perdere questa occasione. "... d'accordo, mi farò dare uno strappo da Ricci." Esclamò Alya. 
"Bene Esposito, ora puoi andare." Esclamò Paola. 
La ragazzina si alzò e con un'espressione da cane bastonato uscì dalla porta del ufficio della direttrice. 
S'incamminò con la guardia verso la cella, in silenzio e con mille pensieri. 
Non era pronta a questo, doveva trascorrere quei pochi minuti insieme a quel ragazzo, che se era pochi giorni prima ne era persino felice, ma per come si erano messe le cose con lui, non era affatto contenta. 
Anche il ragazzo ci pensò, non poteva dire di no alla direttrice. 
Era seduto sulla sedia della scrivania della cella, si stava fumando la sua solita sigaretta. 
Stava pensando al giorno dopo , finalmente aveva qualche giorno di libertà. L'unica cosa era la ragazzina, più cercava di starle lontano e più il destino li avvicinava. Ma c'era un piccolo dettaglio, lui non credeva al destino e né tanto meno nel anima gemella o cavolate simili a lui definite. I pensieri del ragazzo furono disturbati dalla voce del suo amico Edoardo. "Cirù, domani finalmente hai il permesso." Esclamò l'amico. 
Ciro lo guardò, spense la sigaretta e si mise sul letto. "Eduà, statt accort a quei due." Esclamò Ciro raccomandandosi. 
"Tranquillo."
Si misero sotte le coperte e cercarono di dormire. 
Alya era nel letto, aveva appena parlato con Nad di cosa le aveva detto la direttrice, la ragazza era preoccupata e si era raccomandata con Alya di stare attenta. 
Il mattino arrivò in fretta, la ragazzina come al suo solito si svegliò prima delle sue compagne di cella, era raggiante, non vedeva l'ora di uscire e abbracciare sua zia. Andò in bagno a sciacquarsi e prepararsi. 
Pensò che era felice che finalmente aveva qualche giorno di libertà e magari di sentire anche la sua migliore amica. Cercò di non pensare che doveva per forza passare qualche minuto con quel ragazzo. 
Optò per un jeans blu e un maglione rosa. Una volta pronta, uscì dal bagno, ma vide che le sue compagne di cella erano ancora nel mondo dei sogni. Non sapeva l'ora, ma guardando fuori dalla finestra, capì che era mattino presto, decise di mettersi nuovamente nel letto, si sdraiò e aspettò la chiamata della guardia. 
Ma i suoi occhi si fecero pesanti e così si addormentò nuovamente. 
Qualche ora più tardi, il suono della voce della guardia fece spalancare gli occhi della ragazzina. 
"Ancora cinque minuti!" Pregò ancora con gli occhi chiusi Nad. 
Silvia si mosse leggermente nel letto, ma non disse nulla. 
"Ragazze, sveglia!" Esclamò la guardia. 
La ragazzina si alzò in piedi, si avvicinò nel letto di Nad. 
"Nad ... " Si sedette sul suo letto. "... svegliati, così andiamo a fare colazione insieme." Esclamò Alya. 
Nad aprì gli occhi e guardò la ragazzina. "Mi alzo solo perché me lo hai chiesto tu." Esclamò Nad. 
La ragazzina sorrise. Nad si alzò dal letto e andò vicino a Silvia che si era messo in pancia in giù. "Sveglia!" Nad si buttò addosso a Silvia. "Nad!" 
Alya e Naditza si misero a ridere. 
"... sei una stronza!" Commentò Silvia. 
Alla fine si alzò dal letto anche Silvia. 
Le due ragazze si prepararono e infine andarono in mensa a far colazione. Alya prese un bicchiere di latte e dei biscotti e si sedette vicino alle ragazze. 
"Tra poco esci." Esclamò Nad riferendosi alla ragazzina. 
Alya sorrise. "Sì, non vedo l'ora di abbracciare zia." Rispose felice. 
Le ragazze finirono di far colazione e infine ritornarono in cella. Alya aspettò che venne chiamata dalla guardia, intanto faceva compagnia alle ragazze. "Beata te che hai il permesso. Io sono due settimane che chiedo alla direttrice il permesso, ma alla fine me lo rimanda sempre." Esclamò Silvia. 
Alya la guardò, percepì la tristezza della ragazza. "Come mai?" Le chiese. 
Silvia alzò le spalle. "Mia madre è fuori città e non ho nessun altro da cui andare." Rispose Silvia. 
Alya si sedette vicino a lei. "Mi ... mi dispiace! Dev'essere frustrante e ... " Silvia la guardò e sorrise. "Tranquilla Alya, mi rifarò la prossima volta." Esclamò Silvia. 
La guardia arrivò in cella. "Signorina Esposito, è ora." Esclamò. 
Alya salutò le ragazze. "Ci vediamo tra pochi giorni ragazze, fate le brave!" Esclamò Alya. 
Nad l'abbracciò. "E tu stai attenta a tu sai chi! Se fa di nuovo lo stronzo con te, dimmelo che penso io a metterlo al suo posto!" Esclamò Nad. 
Alya le sorrise, le dò un bacio affettuoso sulla guancia. "Sarò super attenta." Esclamò Alya. 
Nad le sorrise. 
Alya uscì dalla cella con la guardia e raggiunse il cancello, dove trovò anche Ciro che stava aspettando con il comandante. Ciro guardò la ragazzina. 
"Voi due, vi vediamo tra pochi giorni. Ricci, mi raccomando! La direttrice ti ha dato un po' della sua fiducia, vedi di non fargliela sparire." Esclamò il comandante. 
"Non si preoccupi comandà!" Esclamò Ciro guandandolo negli occhi. 
Il cancello si aprì e fuori c'era un auto nera super costosa ad aspettare i due. Ciro senza calcolare la ragazzina si avvicinò all'auto. Alya lo seguì. 
Il ragazzo salì dalla parte avanti e Alya dietro. 
L'attenzione della ragazzina fu subito su un ragazzo, poco più grande di lei, che la guardò. Alya notò delle fisionomie simili a Ciro. "Ciao piccirè, io sono Pietro, il fratello maggiore di Ciro." Esclamò il ragazzo. 
"A...Alya, Alya Esposito." Rispose in imbarazzo la ragazzina. 
"Mi hanno dato l'indirizzo di tua zia, pochi minuti e siamo lì!" Esclamò Pietro. 

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