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Arrivammo nell'atrio dell'ospedale, dove una ragazza continuava ad urlare e ad essere ignorata.
<Ehi!> la richiamai facendola girare.
<Tu ci puoi vedere?> le chiesi indicando me e Dean. Lei annuì.
<Come ti chiami?> le chiese il ragazzo.
<Tessa>.
<Io sono Dean e lei è Claire>.
<Perché nessuno mi sente? Sono morta?> ci chiese spaventata.
<Non lo so, questo dipende>.

Ci fermammo sull'uscio della camera della ragazza, il cui corpo era in coma con tanti tubi attaccati.
<Io non capisco. Sono entrata qui per un'appendicite>.
<Scusa della notizia, ma ci sono state delle complicazioni> rispose Dean.
<Penso che a sto punto dovremmo formare un club, "gli Intubati Sfigati"> commentai ricevendo uno sguardo di disapprovazione da Tessa e uno d'approvazione da Dean.
<È solo un sogno. Tutto qui. È solo uno stranissimo e incredibile sogno molto vivido> negò la ragazza.
<Tessa, fidati, sono in questo orribile limbo tra vita e morte da più di una settimana> dissi seria. Dean mi appoggiò una mano sulla spalla, <Quindi non penso proprio che sia un sogno>.

-Il Dottor Cancer in terapia intensiva- chiamarono gli altoparlanti.
Io e il ragazzo ci guardammo.
<Tessa, tu resta qui. Noi arriviamo subito> dissi alla ragazza, per poi correre con Dean verso la stanza.
Lo spirito di prima volteggiava sul corpo di una bambina.
<Allontanati da lei!> urlammo, pronti per attaccarlo, ma lo spirito svanì nel nulla e la bambina fu ufficialmente morta.

Ritornammo nella stanza di Dean, dove Sam entrò poco dopo con una busta in mano.
<Ehi, io credo che tu sia qui da queste parti. Se è così, mi prenderai in giro per questo, ma è il solo modo per parlarci> disse il ragazzo uscendo dalla busta la tavola Ouija.
<Stai scherzando?!> esclamò allibito il fratello, procurandosi una gomitata da parte mia.
<Sta zitto, magari funziona. Hai colpito quel bicchiere l'altra volta> lo zittii mentre Sam usciva la tavola.
<Dean, sei qui?> chiese all'aria.
Il suddetto sbuffò alzando gli occhi al cielo, così lo spinsi a muovere l'occhio della tavola.
<Mi sembra di essere ad un pigiama party>.
Provò a muovere l'oggetto in plastica sul si, riuscendoci al primo colpo.
<Cavolo funziona>.
<Lo sapevo, sei qui! Senza di te è stato tremendo> disse sollevato Sam.
Dean spostò l'oggetto in modo tale da formare la parola Caccia.
<Dean, sai che cos'è la cosa che stai cacciando?> chiese Sam.
<Non credo che uccida le persone. Credo che le prenda. Sai, quando arriva il momento> disse il ragazzo formando la parola Mietitore.
<Un mietitore? Dean, è venuto anche per te?> chiese Sam.
Dean rispose affermativamente.
<Se è qui naturalmente, non si può fermare> commentò il fratello.
<Non si può uccidere la morte> dissi abbassando lo sguardo.
<Accidenti> esclamò Sam.
<Si, sono fottuto Sam> si arrese il maggiore.
Il minore si alzò di scatto.
<No no, deve esserci un modo. Papà saprà cosa fare> commentò Sam, andando nella stanza del padre.

<Lo pensi davvero?> gli chiesi seria.
<Che cosa?>.
<Che moriremo>. Lui abbassò lo sguardo.
<Claire, siamo realisti->.
<No. Per il bene delle persone che amiamo, non possiamo andarcene adesso. Almeno non così> lo interruppi andandogli davanti.
<Pensi che a me piaccia l'idea di morire in un letto di ospedale?! Pensi che vorrei mollare davvero adesso?!> esclamò innervosendosi.
<Proprio perché so che non lo vuoi che non te lo voglio sentir dire> esclamai.
<Non so se l'hai capito, ma stiamo parlando di un mietitore! Ci metteremmo contro la morte! È da pazzi!> ribatté.
<No Dean, cacciare mostri è da pazzi. Andare in giro per il mondo solo per tagliare la testa a qualche vampiro è da pazzi. Cercare di uccidere un branco intero di lupi mannari è da pazzi. Ma non è da pazzi cercare di non cedere, di non arrendersi> controbattei.
<E non ci arrenderemo. Sto solo dicendo che, forse, se ci dobbiamo mettere contro la morte, ci servirà qualche aiuto in più> disse sorridendo con probabilmente un piano.
<Cos'hai in mente?>.

-Heroes don't wear capes-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora