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-Heat of the moment! Telling me what my heart meant!- mi svegliò di colpo la radio, facendomi sobbalzare.
Mi passai una mano sul viso, mentre Sam lanciava un'occhiataccia al fratello, che si stava finendo di preparare.
<Su su! Alzatevi che è tardi!> esclamò ad alta voce Dean.
<Questi sono gli Asia?> chiese Sam.
<Oh, ammettilo che ti piace questa canzone>.
<Si, ma se la ascolto ancora, finirò per suicidarmi> rispose il minore.
Mi ributtai sul letto, dando la schiena ai ragazzi.
Il volume della radio si alzò in risposta.
<Come? Scusa non riesco a sentirti!> rispose di rimando il maggiore, probabilmente iniziando a scuotere la testa a tempo.
Presi il cuscino su cui stavo appoggiando la testa e, girandomi di scatto, lo lanciai, colpendo Dean in faccia.
Lui si girò lentamente verso di me con un'espressione sorpresa.
<Tu hai osato fare cosa?!> esclamò, per poi prendere anche lui un cuscino e fare la stessa cosa.
Cercai di colpirlo altre volte, ma lui anticipò le mie mosse, arrivandomi di fronte.
Prese la rincorsa e si buttò sul mio letto e sopra di me, facendomi mugugnare per il suo peso.
<Dean, mi stai schiacciando! Sei pesante!> esclamai cercando di togliermelo di dosso.
Lui mi guardò offeso.
<Stai dicendo che sono grasso?> mi chiese assottigliando gli occhi.
<Sto dicendo che sembra che un bufalo si sia sdraiato su di me> risposi.
Lui in risposta aprì la bocca scandalizzato.
<Preparati a morire!> esclamò lui, per poi iniziare a farmi il solletico.
Mi dimenai con tutta la mia forza, ma niente da fare.
Boccheggiai senza fiato.
Riuscii a liberare una gamba e, sfortunatamente per lui, a colpirlo proprio dove non batte il sole.
Sgranò gli occhi, per poi cadere di lato tenendosi il punto colpito, con le risate di Sam in sottofondo.
<Questo è sleale> sussurrò senza fiato il maggiore.
In un movimento fulmineo, gli presi le mani, bloccandogliele sopra alla testa, per poi mettermi su di lui a cavalcioni.
<Dici che sono sleale?>.
Sul suo volto comparve un sorrisetto beffardo.
<La più sleale di tutte> rispose lui.
Mi avvicinai di più al suo viso.
<Di tutte? Perché, le hai conosciute tutte?> chiesi ancora.
<È gelosia quella che sento?> chiese lui di rimando.
<Può darsi> risposi vaga.
<Beh, allora può darsi che tra tutte, ce ne sia una in particolare che mi sta facendo andare fuori di testa> disse lui.
<Oh davvero? E com'è?> chiesi.
<Forse la conosci. È alta, capelli castani lunghi, occhi castani davvero speciali. Perché, vedi, se si guardano attentamente sotto la luce del sole, possono sembrare verdi. E poi non dimentichiamo il fatto che è simpatica, bella da paura, con gusti musicali fantastici e con la capacità di mettere al tappeto anche un bestione con solo un coltellino da burro> rispose lui, facendomi trattenere il fiato nonostante fossi io quella sopra al ragazzo.
<Allora, la mia risposta ti ha soddisfatta?> chiese poi con un sorriso beffardo.
Mi chinai su di lui, dandogli un bacio non troppo duraturo.
<Può darsi> risposi, facendogli alzare gli occhi al cielo.
<Non me la vuoi proprio dare vinta, eh?!>.
<Assolutamente no>.
<Se volete che lascio la stanza, almeno fate in modo di essere fuori entro dieci minuti!> esclamò il minore facendo sbucare la testa dal bagno.

Mentre Dean finiva di lavarsi i denti con venti minuti di gargarismi sotto lo sguardo schifato di Sam, mi vestii e, appena ebbi finito, andai anch'io in bagno, per gentil concessione delle due donzelle.
Il maggiore continuava a fare avanti e dietro per la stanza, cercando qualcosa, mentre io e suo fratello stavamo appoggiati alla porta in sua attesa.
<Vogliamo andare, Dean?> chiese il minore.
Il fratello sollevò confuso un reggiseno di pizzo nero, girandosi verso di noi.
<Sam, hai perso questo> disse poi, facendo scuotere la testa al minore.
Glielo strappai dalle mani, lanciandogli un'occhiataccia.
<Com'è che queste tue cose mi finiscono sempre in mano?> chiese Dean, ricevendo un pugno sulla spalla da parte mia.
Sollevai qualche vestito e gli passai la sua pistola.
<Coraggio, andiamo a fare colazione>.

Entrammo in un bar vicino al motel.
<Guidi con prudenza signor Pickett->.
<Si si> rispose sgarbato il vecchio alle raccomandazioni del cassiere.
Ci sedemmo ad un tavolo.
<Ehi, martedì c'è il menù a sorpresa!> esclamò Dean guardando la locandina.
<Non amo le sorprese> disse Sam.
<Oh avanti Sam! Non essere così pessimista> esclamai e una signora ci si avvicinò.
<Volete ordinare?> ci chiese con il taccuino in mano.
<Si. Un menù a sorpresa con bacon e un caffè> rispose il maggiore.
<Io solo caffè e dei pancake> ordinò il minore.
<E per me un'omelette dolce e anche un caffè> finii io e la signora se ne andò.
<Comunque, qui secondo me perdiamo solo tempo. Dovremmo dare la caccia a Bela> iniziò Dean.
<D'accordo, come vuoi. Allora dimmi dove si trova->.
<Sta zitto> lo interruppe lui.
<Senti, anch'io voglio trovarla tanto quanto te, ma, nel frattempo, dobbiamo trovare lui> disse Sam tirando fuori dal giubbotto un articolo di giornale.
<Che sappiamo di questo professore?> chiesi guardando la foto.
<Dexter Hasselback. Era qui la scorsa settimana e poi è sparito. Sua figlia dice che era venuto qui a Broward County per visitare il Mystert Spot> rispose Sam, passandoci un volantino del posto.
<"Dove le leggi della fisica non hanno senso"> lessi con uno sguardo non molto promettente.
La signora ritornò di nuovo, con la nostra colazione.
Ci consegnò i caffè e, per sbaglio, fece cadere la salsa piccante sul pavimento, per poi chiamare un ragazzo per pulire.

Appena finimmo di mangiare, uscimmo dalla taverna con il volantino del Mystery Spot in mano, passando davanti un golden retriever attaccato ad un palo.
<Posti come questo sono trappole per turisti. Palle che vanno in salita, oggetti sospesi al soffitto. Ti spillano soldi e basta->.
<Si, ma è vero che ci sono anche dei luoghi dove succedono cose strane. Ad esempio il Triangolo delle Bermuda, i vortici in Ohio->.
<A Broward County il Mystery Spot> lo interruppe Dean ancora non convinto.
<A volte questi posti sembrano normali!> esclamò ancora Sam.
<Ma ne siamo proprio sicuri? A me sembra un posto tranquillo. Cosa vuoi che nasconda?> chiesi al minore. 
Una ragazza bionda si scontrò per sbaglio col maggiore.
<Scusami> esclamò lei, per poi continuare per la sua strada.
Il ragazzo si girò verso di lei con un sorrisetto, che feci sparire dandogli uno scappellotto sulla nuca.
<Forse nasconde qualcosa di spaventoso. In certi posti, i campi magnetici sono così potenti da distorcere lo spazio-tempo e da spedire le vittime chissà dove> rispose Sam.
<Sembra una puntata di X-Files> commentò Dean.
<Te l'avevo detto che non entrava!> esclamò un uomo cercando di far passare un armadio da una porta.
<Avevi ragione, si si> esclamò l'altro spazientito.
<Magari qui è veramente tutto normale. Però, per stare più tranquilli, possiamo dare un'occhiata> proposi.
<Va bene va bene. Stasera, dopo la chiusura, andremo a dargli un'occhiata> assentì il maggiore.

La sera arrivò preso e noi, armati di torce e pistole e rilevatore di campi magnetici, entrammo nel Mystery Spot.
C'erano tavoli attaccati al soffitto, illusioni ottiche create da disegni strani e specchi di varie forme.
Girammo tutta la sala, non trovando niente, e la nostra ipotesi fu scartata dall'assenza di campi magnetici. 
Nessuna attività paranormale.
<Noi siamo venuti qui, ma avete almeno la minima idea di cosa stiamo cercando?> chiesi ai ragazzi, che si lanciarono uno sguardo.
<No>.
Grandioso.
<Che state facendo voi qui?!> esclamò una voce alle nostre spalle.
Ci girammo di colpo, con le pistole pronte, ritrovandoci davanti un signore con un fucile a pompa.
<Wo wo wo, possiamo spiegarle!> esclamò Dean.
<Mi state derubando?> chiese l'uomo agitato.
<No no, non stiamo rubando niente. Si calmi> rispose il minore.
Dean fece per abbassare la pistola, ma l'uomo si girò verso di lui.
<Non muoverti! Non muoverti!> gli urlò contro.
<Sto solo mettendo giù la pistola->.
Un colpo partì dalla canna del fucile, colpendo Dean in pieno petto.
Il ragazzo cadde a terra.
<Dean!> esclamammo correndogli in contro.
Sam gli prese la testa.
<Chiami un'ambulanza> esclamai all'uomo, rimasto fermo con gli occhi sgranati.
<I-io non volevo, non volevo->.
<Si sbrighi!> gli urlai contro.
Il maggiore mi prese una mano, facendomi girare verso di lui.
Iniziai ad applicare pressione sulla ferita, da cui sgorgava una grande quantità di sangue.
<Resta sveglio. Capito, Dean? Resta con noi!> esclamai al ragazzo che iniziò a respirare a fatica.
<No no no, non così. Non adesso> protestò Sam, cercando di tenerlo sveglio.
Il corpo del ragazzo si fermò di colpo.
Il petto smise di alzarsi.
I suoi respiri affannati cessarono.
Alzai lo sguardo su di lui, vedendo la sua testa abbandonarsi e i suoi occhi chiudersi.
Lo scossi leggermente.
<Dean?>.
Nessuna risposta.
Provai con più veemenza.
Stesso risultato.
Sam incominciò a piangere, tenendo il corpo del fratello tra le braccia.
Con le mani tremanti gli toccai il viso ormai pallido.
Il naso prese a pizzicare e calde lacrime scesero lungo la mia faccia, bagnando le guance del ragazzo.
Mi chinai sul suo petto, scossa da singhiozzi.
<Non doveva finire così...Non doveva> sussurrai con la voce rotta dal piano, tenendomi aggrappata alla giacca insanguinata dal ragazzo.

Dean Winchester era morto.


-Heroes don't wear capes-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora