Il ragazzo prese a dondolarsi sulla sedia.
<Sam, ti prego. Sta fermo. Potresti cadere> lo fermai, facendolo sbuffare.
Il condizionatore iniziò a fare rumori strani e dopo poco del fumo uscì da esso.
<Oh e dai! Io non ho fatto niente!> esclamò triste il ragazzo, alzandosi.
<Sam, sta fermo!> lo ripresi di nuovo e una scintilla si accese nel condizionatore, che cominciò a prendere fuoco.
Il ragazzo si lanciò a prendere una coperta, per poi tappare il fuoco con essa, che dopo un po' si spense.
La giacca di Sam prese fuoco.
<Sam! Dio santo!> urlai e lui si buttò sulle tende, cadendo a terra.
Scossi la testa esasperata, ma qualcuno bussò alla porta.
Diffidente presi la pistola, nascondendomi dietro la porta, per poi aprire.
Due uomini entrarono.
<Fermi!> esclamai da dietro, facendoli girare.
<Chi siete e chi vi ha mandati> chiesi assottigliando gli occhi.
<Si, noi siamo-> iniziò uno, per poi dare un calcio alla mia pistola, che volò lontana.
Mi abbassai in tempo per schivare un pugno.
Allungai la gamba, facendo uno sgambetto a quello biondo, che cadde a terra con un tonfo.
Il suo amico mi diede un calcio, che mi fece sbattere al muro.
L'uomo mi attaccò, ma io mi spostai in tempo. Quello per terra mi fece uno sgambetto, facendomi cadere per terra. Allungai il braccio per prendere la pistola, ma uno mi tirò i capelli, facendomi stringere i denti. Mi alzò la testa e, prima che potessi fare qualsiasi cosa, me la sbatté con forza al tavolo, facendomi svenire.
<Claire!> mi chiamò qualcuno, facendomi mugugnare.
<Claire!> esclamò di nuovo Sam, facendomi aprire gli occhi riluttante.
I bastardi ci avevano legati a delle sedie con del nastro isolante.
<Oh, ben svegliati!> esclamò uno.
<Adesso possiamo sapere chi siete?> chiesi con un gran mal di testa.
<Pensavo che mi mandasse Gordon, il tuo amico> rispose quello biondo.
<Gordon? Oh ma dai!> esclamò disperato il minore.
<Si, perché mi ha chiesto di rintracciarti e di farti saltare le cervella> continuò l'uomo.
<Magnifico. È proprio da lui>.
<Ma, ora credo invece che mi mandi nostro Signore> concluse l'uomo, dando un rovescio al ragazzo.
<Ehi, Ivan Drago! Prenditela con qualcuno della tua stazza!> esclamai, facendo girare i due verso di me.
<E chi sarebbe? Tu?> prese in giro quello.
<Slegami e vedi come ti faccio il culo senza sudare> dissi alzando il mento.
<Oh si, come hai fatto prima?>.
<Ah, sei anche spiritoso? Allora, oltre quella parrucca che c'hai in testa, hai anche del senso d'umorismo->.
Un pugno sul naso mi fece andare la testa all'indietro.
<Oh, colpisci proprio come una femminuccia, lo sai?>.
Un altro pugno sullo zigomo.
<Cos'è, la mamma non ti dava affetto da piccolo?>.
Un altro destro.
<Claire! Basta!> urlò Sam.
<Ascolta il tuo amichetto> disse il biondo.
<Sai, mi è proprio piaciuto vederti andare al tappeto in Rocky IV> continuai, sentendo la faccia gonfia.
<Va bene, adesso mi hai stancato>. L'uomo puntò la pistola contro la mia fronte.
Alzai il mento guardandolo con un sorriso beffardo.
<Vuoi proprio morire, eh? Beh, allora è proprio destino>.
<No. Nessun destino, solo una zampa di coniglio> esclamò una voce dietro di lui.
<Metti giù la tua pistola, figliolo. O dovrai levare le sue cervella dai muri> minacciò l'uomo.
<Oh, questa?> chiese Dean facendo un cenno verso l'arma.
<Si, quella>.
Dean l'appoggiò su un tavolino, prendendo una penna.
<Ma vedete, c'è una cosa di me che non sapete...è la mia giornata fortunata> esclamò il ragazzo lanciando la penna, che si andò a infilare perfettamente nella canna della pistola.
L'altro uomo caricò verso il ragazzo, che spostandosi, lo fece finire contro il muro.
Dean prese il telecomando affianco a sé e lo lanciò sulla fronte dell'uomo, che cadde a terra.
<Sono Batman> esclamò entusiasta Dean abbassando la voce.
<Se vuoi faccio la tua Catwoman> proposi ammiccando.
<Proprio il mio giorno fortunato>.
<Allora, cenere di ossa, pepe di Cayenna. Dovrebbe bastare> disse Sam preparando il rituale.
<Un secondo> lo fermò Dean con dei gratta e vinci in mano.
<Dean->.
<Ehi, sta indietro iettatore! Mi becco dei soldi> esclamò il maggiore, mettendo da parte le sue vincite, per poi uscire la zampa di coniglio.
Uno scatto di una pistola ci fece girare, rivelando l'attraente figura di Bela Talbot.
<Lo sai che quella mi appartiene, oppure l'hai dimenticato. Mettila giù dolcezza!> esclamò la ragazza sorridendo verso il maggiore dei Winchester.
<Dolcezza ci chiami tua sorella> esclamai di rimando.
<Attento Dean, la tua ragazza è gelosa>.
<Tu non sparerai a nessuno. Io riesco a leggere nell'animo delle persone. Si, tu sei una ladra-> iniziò il ragazzo, ma lei sparò un colpo, prendendo Sam alla spalla.
<Figlia di puttana!>.
Il maggiore fece per andarle in contro.
<Fai un altro passo e premo il grilletto. Ma stavolta il mio bersaglio potrebbe essere la ragazza. Hai tu la fortuna, Dean, non ti posso colpire. Ma loro, non li posso mancare> lo minacciò Bela.
<Ma che diavolo di prende?! Tu non vai in giro a uccidere la gente!> esclamò Dean allargando le braccia.
<Metti la zampa del coniglio a terra. Adesso!> esclamò lei.
<D'accordo! Sta calma>.
Il ragazzo avvicinò lentamente la zampa al terreno, per poi lanciargliela contro, facendogliela prendere.
<Ora, che ne dici se distruggiamo questo pezzo di animale?> le chiese il ragazzo e lei gettò l'amuleto nel fuoco.
<Davvero grazie mille. Sono fuori di un milione e mezzo e mi sono messa contro un compratore potente e piuttosto pazzo> disse lei.
<Wow, ti dirò che la cosa non mi tocca affatto> rispose senza entusiasmo Dean.
<La prossima volta credo che ti farò fuori> lo minacciò delicatamente.
<Oh, non andartene arrabbiata->.
<Vattene e basta> esclamai infastidita.
<Beh, buona serata ragazzi>.
<Allora, siamo tornati alla normalità. Niente fortuna, niente sfortuna>.
<Evviva> commentai ironica.
<Claire, ma che cosa ti è preso al motel?> chiese Sam, facendomi alzare gli occhi al cielo.
<Guadagnavo tempo nella speranza che il tuo fratellone ci venisse a salvare> risposi sbuffando.
<Si, peccato che mancava poco e il tizio ti avrebbe uccisa> si intromise Dean.
<Ma non è successo, no?>.
<Ma avrebbe potuto. Hai una vaga idea di quanto hai rischiato?!> esclamò ancora il maggiore.
<E quindi? Non mi venire a fare la lezione, Dean> risposi facendo per andarmene, ma lui mi bloccò per il polso.
<È da quando è morto Will che sei intrattabile> disse il ragazzo.
<Vuoi dire da quando ho Ucciso Will. E anche se fosse, non è un tuo problema> risposi a denti stretti.
<Lo è invece!> protestò lui.
<No, non lo è!> ribattei.
<Si! Perché sei tu! Tu sei un nostro problema, un Mio problema. Pensi che ti avrei fatto la predica se non mi fosse importato di te?! Perché non lo capisci?!> esclamò Dean alzando la voce.
<Ma cosa?!> urlai di rimando.
<Che ormai sei importante per me!> urlò facendomi fermare, <Per noi. Ormai sei entrata nella nostra vita e noi nella tua, anche se fatichi ad ammetterlo. Quindi, qualunque cosa sia un problema per te, lo è anche per noi> continuò abbassando la voce.
<Va bene. Andiamocene da qui. È stata una giornata dura. Ci meritiamo una bella dormita> risposi solamente, entrando in macchina.
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-Heroes don't wear capes-
FanfictionPrima parte Un rumore al piano di sotto mi fece svegliare di scatto. Guardai alle mie spalle se anche mio fratello si fosse svegliato, ma ovviamente non sentì nulla. Decisi di andare a controllare. Sentii dei vocii dalla cucina, così rimasi nascos...