73

101 4 0
                                    


Entrò un uomo in giacca e cravatta, forse il pezzo grosso che aspettava Henricksen.
Si guardò in giro e chiuse la porta, per poi venire verso di noi con le mani sui fianchi.
<Sam e Dean Winchester insieme a Claire Anderson!> esclamò lui <Sono il vice capo Steven Groves, felice di fare la vostra conoscenza> si presentò.
<Beh, almeno qualcuno lo è> commentò il maggiore in piedi vicino le sbarre.
<È molto tempo che aspettavo di trovarmi di fronte a voi> disse l'uomo, per poi estrarre fulmineo una pistola.
Tutto accadde velocemente.
L'uomo premette il grilletto.
Il proiettile colpì Dean ad una spalla, macchiando il muro del suo sangue.
Infilai le braccia tra le sbarre, bloccando l'uomo, che iniziò a sparare alla cieca.
Girando la pistola, riuscì a colpirmi alla coscia, facendomi stringere i denti.
L'uomo mostrò i suoi occhi neri.
Sam iniziò a recitare l'esorcismo.
<Scusate, ma adesso devo andare. Sarà una lunga notte, ragazzi> disse il demone, prima di abbandonare il tramite in una nube nera.
I poliziotti accorsero in fretta e furia, puntandoci le pistole contro.
<Metti giù la pistola!> esclamò uno al minore che teneva l'arma in mano.
<Gli hai sparato!> esclamò un altro riferendosi al corpo morto del vice capo.
<In ginocchio! Subito!> urlò Henricksen, mentre ci abbassavamo.
Sam gettò a terra la pistola, mentre Dean si teneva dolorante la spalla colpita.
<Non gli abbiamo fatto niente. Non c'è sangue. Non gli abbiamo sparato> esclamai bloccando il sangue dalla gamba.
Una guardia controllò il cadavere, confermando la nostra innocenza.
<Potrebbe essere morto da mesi> commentò Dean.
<Che cosa gli avete fatto?> ci chiese ancora l'agente.
<Non gli abbiamo fatto niente!> rispose quello innervosendosi.
<Parlate o vi sparo->.
<Tanto non ci crederà!> lo interruppi.
<Era posseduto> spiegò Sam.
<Certo, posseduto!> riprese Henricksen sbeffeggiandosi di noi <Avvisa l'elicottero. Li portiamo via da qui> disse poi ai colleghi.
L'elicottero non rispondeva. Qualcosa faceva interferenza, allora un poliziotto andò a controllare.
Uno scoppio ci fece sobbalzare.
L'agente richiamò la guardia, che non rispose.

Tutti nella questura erano nel panico.
Qualsiasi tipo di comunicazione non funzionava.
Eravamo isolati.
Andò via la corrente, lasciandoci al buio.
Non era un buon segno.
Sam prese una pezza, tamponando la ferita del fratello, mentre io mi arrangiai con la cinta, stringendola sulla ferita con non poche imprecazioni.
<Claire, stai bene?> mi chiese il minore.
<Oggi mi state facendo delle domande idiote> risposi.
<Qual è il piano? Uccidere tutti quanti e poi farvi scappare?> chiese l'agente Henricksen arrivandoci alle spalle.
<Di che stai parlando?> chiese il maggiore di rimando.
<Sto parlando dei vostri amici psicopatici che sono qua fuori>.
<Ti assicuro che non è così. Chiunque ci sia là fuori, non è venuto per aiutarci> ribatté Dean.
<Siamo tutti in serio pericolo!> aggiunse Sam.
<Se ci fai uscire, forse ti salviamo il culo> esclamai spazientita.
<E da cosa? E non dirmi dai demoni. Non azzardarti a parlare con me di demoni!>.
Non rispondemmo.
<Volete sapere una cosa? Dovreste avere più paura di me> aggiunse, per poi andarsene.
<Come va?> chiesi al maggiore con la faccia contratta.
Lui tirò fuori la pezza insanguinata.
<Magnificamente> rispose ironicamente, per poi lanciarmi uno sguardo <Tu?>.
<Una favola> risposi <Sopravvivremo. Sempre se riusciremo a uscire vivi da qui>.
Provai a mettermi sul letto, ma una fitta mi fece fermare.
<Porca puttana> sussurrai stringendo i denti.
<Non sembra avere un bell'aspetto> commentò il maggiore guardando la mia gamba.
<Pensa alla tua spalla> risposi duramente.
<Ehi, voglio solo aiutarti> ribatté lui, facendomi sospirare.
<Scusa, non volevo> risposi, ma lui spostò lo sguardo verso la porta ed io mi girai.
La segretaria, Nancy, era seminascosta e ci osservava.
<Ehi!> la richiamò Sam e lei si fece indietro <Aspetta, per favore. Abbiamo bisogno del tuo aiuto!> esclamò ancora e lei sbucò di nuovo dal muro, <Sei Nancy, giusto? Ascolta Nancy, ho bisogno di un paio di asciugamani. I miei amici sono stati feriti e stanno sanguinando molto> la pregò lui, ma lei rimase in silenzio.
<Guardaci, noi non siamo i cattivi. Te lo giuro> aggiunse e lei se ne andò.
<Almeno ci hai provato> lo rincuorammo, ma lui ci fece un cenno e, girandoci, vedemmo di nuovo Nancy, ma stavolta con degli asciugamani.
Lei si avvicinò lentamente, sorridendo per la gentilezza del ragazzo.
Passò la mano tra le sbarre.
Sam le prese il braccio, tirandola a sé. 
La ragazza iniziò ad urlare, richiamando le guardie, che accorsero subito con i fucili pronti.
<Lasciala andare!> esclamò uno e il ragazzo obbedì.
<Provate a fare i furbi e vi sparo!> ci minacciò, per poi andarsene con la ragazza che tremava di paura.
Dean diede uno schiaffo sul braccio al fratello.
<Ma che diavolo ti è preso?!>.
Lui, in risposta, ci mostrò il rosario della ragazza.

Passarono un paio d'ore e tutto era fin troppo calmo.
<Siamo troppo vulnerabili qui> commentò Sam.
<Si lo so. Potrebbero almeno portarci qualcosa da mangiare!> esclamò Dean alzando la voce per farsi sentire.
<Quanti saranno là fuori?> chiese il minore.
<Non lo so> risposi appoggiando la testa al letto, chiudendo gli occhi.
<Non importa quanti sono, tanto chiunque potrebbe essere una loro preda> ribatté Sam.
<È strano però, non trovate?> chiese Dean <Direi che sono venuti per noi. Non l'hanno mai fatto prima. È come se avessimo una taglia sulla testa. Forse è perché siamo eccezionali!> esclamò il ragazzo.
Lo sceriffo entrò nella stanza e aprì le nostre celle.
<Avanti, uscite> ci ordinò.
Ci lanciammo uno sguardo, convinti che fosse tutto troppo strano.
<Ehm, sa che le dico? Noi ci troviamo benissimo qui, ma la ringrazio> rispose il maggiore.  
Arrivò Henricksen.
<Che cosa crede di fare?> chiese allo sceriffo.
<Non me ne starò seduto ad aspettare di morire. Voglio andarmene!> rispose lui.
<Qui siamo al sicuro->.
<C'è un edificio della SWAT a Boulder> lo interruppe.
<Noi non andremo da nessuna parte->.
<Altro che invece!> lo interruppe ancora lo sceriffo. 
L'agente tirò fuori la pistola, sparando in mezzo agli occhi l'uomo.
Dean gli bloccò il braccio armato, mentre Sam gli prese l'altro. Insieme, gli spinsero la testa nel gabinetto col rosario di Nancy e recitarono l'esorcismo.
Arrivò presto una guardia con il fucile pronto, ma mi alzai, spingendogli la faccia al muro.
<Sam, sbrigati!> lo incalzò il fratello.
<È troppo tardi! Li ho già chiamati! Stanno arrivando!> esclamò il demone, per poi uscire dall'agente, che cadde a terra, iniziando a tossire poco dopo.
<Henricksen! Sei tu stavolta?> gli chiese Sam.
Restammo tutti col fiato sospeso, fino a quando non ci guardò confuso.
Lasciai andare la guardia, appoggiandomi al muro.
<I-io ho...sparato allo sceriffo> sussurrò l'uomo guardando il cadavere ai suoi piedi.
<Almeno non hai sparato al suo vice> cercò di rincuorarlo Dean, ricevendo un'occhiata d'ammonimento dal fratello.
<Cinque minuti fa stavo bene e ora...>.
<Fammi indovinare, uno strano fumo nero ti si è infilato dritto in gola?> chiesi avvicinandomi zoppicando.
Lui annuì senza parole.
<Sei stato posseduto. Così ora sai come ci si sente> spiegò Sam.
<Detesto dirlo, ma io te l'avevo detto> disse Dean.
<Non è vero, tu adori rinfacciare cose alle persone> lo contraddissi e lui annuì concorde.
Il maggiore gli passò la pistola e l'uomo, in cambio, ci liberò di manette e catene.
<Allora, come ne veniamo fuori?>.

-Heroes don't wear capes-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora