Arrivammo in fretta all'ospedale, essendo venuti a conoscenza di un uomo sopravvissuto ad un'asportazione di un rene.
<Ho già raccontato tutto ieri alla polizia. Non ho più voglia di parlarne> sbuffò l'uomo steso sul lettino d'ospedale.
<Solo un paio di domande, signore>.
<Che domande? Mi hanno appena portato via un rene. Sono stanco> ribadì ancora.
<Faremo presto. Non vuole che prendiamo il bastardo?> chiese ironicamente Dean.
<Questo mi farebbe riavere il mio rene?> chiese retoricamente l'uomo di rimando.
<Signore, la prego, stiamo solo facendo il nostro lavoro> dissi con tono calmo e lui fece un cenno di assenso <Cos'è l'ultima cosa che ricorda?>.
<Stavo pagando al parcheggio. Mi ha aggredito alle spalle e, quando mi sono svegliato, ero legato ad un tavolo. E poi ricordo il dolore. Un dolore fortissimo. Il più forte che possiate immaginare. Poi sono svenuto di nuovo, grazie a Dio. Dopodiché mi sono risvegliato urlando in uno squallidissimo motel, in una vasca da bagno piena di ghiaccio> rispose lui.
<Ricorda qualcosa dell'operazione? Che aspetto aveva quell'uomo o qualche dettaglio della stanza?> chiese il maggiore.
Quello si mise a riflettere.
<Si, c'è una cosa che mi viene in mente. Vuole sapere che cosa mi ricordo? Che il rene è stato espiantato dal mio corpo!> esclamò in risposta.
Collaborativo. Davvero collaborativo.
Ritornammo in camera, prendendo al volo da mangiare, mentre Sam continuava a fare ricerche.
Il maggiore scartò il suo panino, iniziando a mangiarlo.
<Ho una teoria> annunciò il minore <Ho parlato con il medico del signor Giggles. L'incisione è stata suturata con la seta>.
<Un po' strano> commentai aggrottando la fronte.
<Si, oggi lo è> confermò Sam, girandoci il suo computer <Ma la seta era utilizzata per le suture all'inizio del diciannovesimo secolo. Dava diversi problemi, perché i pazienti contraevano infezioni e quindi il tasso di mortalità era altissimo>.
<Che bei tempi> commentò il maggiore con la bocca piena.
<Già, e per evitare che l'infezione si diffondesse, i medici dell'epoca utilizzavano dei vermi->.
<Io sto mangiando> lo interruppe Dean.
<Funzionava, perché i vermi mangiano i tessuti danneggiati e non toccano quelli sani. E quando hanno trovato quell'uomo, la cavità lasciata dal rene, era piena di vermi->.
<Sto mangiando!> lo interruppe di nuovo.
<E allora non mangiare!> esclamai e lui si girò verso di me, facendomi il verso.
<Fammi capire bene, qualcuno ruba organi alle persone. Chirurgia d'epoca con furto di organi. Come mai tutto questo mi suona familiare?> chiese sovrappensiero Dean.
<Perché lo hai già sentito> rispose Sam <Quando eri piccolo. Da papà>.
Ci allungò un diario, probabilmente quello del padre.
<Il dottor Benton. Un vero dottore vissuto nel New Hampshire, bravissimo e ossessionato dall'alchimia. Specialmente da come vivere in eterno. Nel 1816 il dottore smette di esercitarsi->.
<Si, e sparisce per vent'anni. E ad un tratto, un po' di gente viene trovata morta> continuò il maggiore.
<Morta o con un organo o una mano o un'altra parte mancante> aggiunse Sam.
<Quello che faceva funzionava, quindi continuò a farlo. Le parti che si logoravano, le sostituiva> concluse Dean <Ma papà non gli aveva strappato via il cuore?>.
<Evidentemente lo ha sostituito con uno nuovo>.
<Che bella immagine. E Frankenstein dove fa questi lavoretti?> chiesi con le braccia conserte e un'espressione disgustata.
<Secondo il diario di papà, Benton predilige fitti boschi che abbiano accesso a un fiume o a un ruscello o a qualche tipo di acqua dolce> rispose Sam.
<Perché?> chiesi, lanciando un'occhiata al ragazzo che aveva ripreso a mangiare.
<Perché è in questi posti che gli piace buttare la bile e gli intestini e il materiale fecale> rispose il minore ridacchiando davanti la faccia del fratello, che si stava trattenendo dal vomitare sul tavolo.
<Perso l'appetito?> gli chiesi divertita e lui mi lanciò un'occhiata di sfida, per poi riportare lo sguardo sul panino.
<Oh piccolo, come posso resisterti!> esclamò dando un altro morso, facendomi scuotere la testa.
Prendemmo un paio di cartine e libri del posto, cercando i possibili luoghi in cui il dottore si sarebbe potuto stanziare.
<Allora, vedete queste baite? Sono quasi tutte abbandonate da anni> ci illustrò Sam.
<Che stiamo aspettando?!> esclamò Dean, venendo interrotto dal suo telefono che prese a squillare.
Lui rispose.
<Bobby!> salutò.
<Ti ascolto> rispose serio.
<È lo pseudonimo di un maniaco?> chiese ridacchiando <E adesso?> chiese, per poi lanciarci uno sguardo.
<E pensa che sia Bela?> chiese, attirando subito la nostra attenzione.
<L'aveva già usato. È una mossa un po' stupida mettersi in contatto con un tuo vecchio amico>.
<Grazie Bobby, andiamo subito> concluse il maggiore, per poi prendere uno zaino.
<Andiamo a prendere Bela> disse.
<Come? Aspetta->.
<Su, prendete la vostra roba. Il tempo scorre!> esclamò Dean interrompendo il fratello.
<Penso che dovremmo restare qui e chiudere questo caso> propose il minore.
<Sam, abbiamo finalmente una pista su quella ladra> esclamai.
<Esattamente> concordò il maggiore, infilandosi la giacca.
<È impossibile che abbia ancora la Colt. Sono passati mesi! Probabilmente l'ha venduta subito> contraddisse Sam.
<Va bene, allora la uccideremo>.
Presi a mia volta uno zaino, iniziando a riempirlo velocemente.
<Dean, guarda che->.
<Sam! Andiamo> tagliò corto Dean.
<No> rispose il minore, facendolo fermare.
<Perché cavolo no?>.
<Dean, fidati, il caso che stiamo seguendo è la chiave della tua salvezza> rispose quello.
<Che cosa, dare la caccia a Frankenstein?!> esclamò l'altro confuso.
<La ricerca dell'immortalità!> rispose con ovvietà Sam, lasciandoci sgomentati <Il dottor Benton non può morire. Se scopriamo come ha fatto, puoi farlo anche tu!>.
<Di che cosa stai parlando?> chiese il maggiore.
<Devi morire per andare all'inferno. Quindi, se non puoi morire->.
<Aspetta un secondo> lo fermò Dean, avvicinandosi <Tu hai sempre saputo che si trattava di Benton, non è vero?>.
Sam negò, ma il fratello gli tirò un'occhiataccia.
<Senti, io speravo->.
<Quindi la teoria sugli zombie era una balla!> lo interruppe il maggiore.
<Volevo essere sicuro prima di dirvelo. Sto solo cercando una soluzione!> esclamò in risposta.
<No, tu stai cercando di dare la caccia al signor Bisturi Affilato. Ma non per ucciderlo, no, per offrirgli una birra! Tu vuoi studiarlo, Sam!> esclamò adirato Dean.
<Io volevo aiutarti->.
<Non mi stai aiutando! Ricordati che se io infrango il patto, tu morirai! E vivere per sempre vuol dire infrangerlo!> alzò la voce il maggiore.
Gli misi una mano sulla spalla per calmarlo.
<Qualunque sia la pillola magica, la prenderò anch'io->.
<Oh, che cos'è, Sid e Nancy?!> esclamò l'altro, voltandogli le spalle <No, facciamo come ha sempre detto Bobby: uccidiamo il demone che detiene il contratto e così finisce tutto. È la soluzione migliore>.
<Anche se avessi la Colt, a chi spareresti? Non sappiamo chi abbia quel contratto>.
<Sparerò a tutti i cerberi prima che mi facciano a pezzi! Vieni, si o no?> chiese alla fine.
<No, io resto qui> rispose Sam.
Dean gli si avvicinò di nuovo.
<No, non lo farai. Perché non ti permetterò di vagare da solo per i boschi per rintracciare un pazzo che ruba organi!> esclamò il maggiore.
<Non me lo permetterai?>.
<No, non te lo permetterò!>.
<E come pensi di fermarmi?> chiese sfrontato Sam, lasciando a bocca aperta il fratello.
<Ascoltami, stiamo cercando di fare la stessa cosa> continuò il minore.
<Lo so>. Dean abbassò lo sguardo, calmandosi, per poi ritornare allo zaino <Comunque io vado. Quindi se vuoi restare, resta>.
Il minore distolse lo sguardo, non rispondendo, rimanendo fermo sulla sua idea.
Dean sospirò, per poi prendere il borsone e rimanere sulla soglia della porta.
<Sta attento, mi raccomando> esortò, facendolo girare.
<Anche tu>.
Il maggiore spostò lo sguardo su di me.
<Andiamo?>.
<Tu va, io arrivo tra un attimo> rispose e lui uscì.
Presi anch'io lo zaino e misi una mano sulla spalla del ragazzo, rimasto a fissare la porta chiusa.
<Sta tranquillo, lo terrò a bada io> lo calmai sorridendo dolcemente.
Lui annuì.
<Si, so che lo farai> commentò abbassando lo sguardo.
Gli alzai il viso.
<Per qualsiasi cosa, anche la più minima e stupida, chiamaci e noi risponderemo. Non importa cosa stiamo facendo in quel momento, noi risponderemo. Va bene?>.
Lui annuì di nuovo ed io lo attirai in un abbraccio.
<Stai attento e guardati sempre le spalle> gli raccomandai.
<Anche voi>.
STAI LEGGENDO
-Heroes don't wear capes-
FanfictionPrima parte Un rumore al piano di sotto mi fece svegliare di scatto. Guardai alle mie spalle se anche mio fratello si fosse svegliato, ma ovviamente non sentì nulla. Decisi di andare a controllare. Sentii dei vocii dalla cucina, così rimasi nascos...