|Epilogo|

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Claire alzò lo sguardo sul cielo oscuro della notte.
Il cielo era talmente limpido, che si potevano distinguere chiaramente tutte le stelle della volta celeste.
L'oscurità della notte avvolgeva tutto intorno a sé e lo ricopriva di una contemplativa aria di mistero.
"È così serena la notte" pensò la ragazza persa nel vuoto.
Sembrava quasi che ogni forma di vita lasciasse che l'invisibile oscurità imprimesse nel proprio lato più vulnerabile, le tracce della sua presenza. Nella notte i silenzi erano ascoltati nella più completa attenzione per lasciare spazio pian piano, al più assoluto riposo.
Ma quella notte non fu serena.
Affatto.
Dovettero trasportare il cadavere fuori da quella casa.
Avevano due facce vuote e segnate dal passaggio di copiose lacrime.
Il vecchio accorse da loro con gli occhi pieni di terrore.
Bobby poggiò una mano sulla testa del viso pallido di quello che considerava un figlio e abbassò il capo.
<Mi dispiace> sussurrò la ragazza <Non abbiamo potuto fare niente per impedirlo>.
Un singhiozzò la scosse violentemente, rompendole la voce.
Il vecchio le mise una mano sulla spalla annuendo.
<Lo so, Claire, lo so> la rincuorò lui.
Appoggiarono il corpo sui sedili posteriori della macchina.
Si misero in viaggio per trovare un luogo adatto e lontano dove seppellire il ragazzo.
Era un'ora tarda e tutti, nei dintorni, erano chiusi nelle proprie case a godersi la pace della nottata, uno stacco dalla vita quotidiana, la morte del giorno.
Solo loro erano lì fuori, su quell'Impala, a guidare mentre un silenzio tombale li circondava.

Arrivarono, tramite strade secondarie, ad una radura di alberi molto alti, dove la luce della luna filtrava tra le foglie.
Trovarono uno spiazzale e i due ragazzi presero a scavare una fossa.
Il vecchio ritornò dopo un po' da loro con una cassa di legno scuro.
<Siete sicuri di volerlo fare? Non sarebbe meglio bruciarlo?> gli chiese Bobby con sguardo insicuro.
<No, non possiamo bruciare il corpo> rispose Sam.
<Figliolo, tuo fratello si merita un funerale da cacciatore->.
<Non possiamo farlo. Se troveremo un modo per riportarlo indietro, ci servirà il corpo> lo interruppe la ragazza atona.
<Riportarlo indietro? Nessuno può ritornare dalla morte. È contro natura!> esclamò l'uomo.
<E quindi?!> esclamò la ragazza girandosi di scatto <Esistono vampiri, lupi mannari, streghe e ogni genere di mostro. E mi vuoi dire che non esiste qualche rituale o incantesimo per riportare in vita una persona?! No, non ci credo>.
Lei alzò le gambe del cadavere, aspettando che qualcuno la raggiungesse, ma nessuno si avvicinò.
La ragazza si girò verso i due.
<Allora? Non mi aiutate?!> esclamò a denti stretti <Sam?>.
Il ragazzo si girò verso Bobby lanciandogli uno sguardo.
<Forse dovremmo calmarci un attimo e riflettere->.
<No! Non dobbiamo riflettere proprio su niente!> lo interruppe lei alzando la voce <Dean è morto, okay?! Non c'è nessun motivo per cui io debba calmarmi o riflettere!>.
Ritornò sul cadavere, provando a sollevarlo da sola, non riuscendoci.
Urlò dalla frustrazione, cadendo sulle ginocchia.
Sam le si avvicinò, mettendole una mano sulla spalla.
<Perché? Perché fa così male?> chiese lei in un sussurro.
<Perché lo amavi. Dannazione, lo amavi con tutta te stessa> rispose il vecchio.

La ragazza prese il telefono e chiamò l'unica persona che in quel momento sarebbe riuscita a risollevarla un po'.
Il cellulare squillò più volte.
-Claire, sono le due del mattino- le rispose la voce assonnata di suo fratello.
<Scusa, non volevo svegliarti> disse lei senza un vero tono.
-Perché mi hai chiamato? Avete risolto con quella questione di Lilith?-.
<Dean è morto> tagliai corto, abbassando lo sguardo.
Ci fu un attimo di silenzio.
-Va bene, dove sei?- chiese lui con tono leggermente allarmato.
<A casa di Bobby. Abbiamo appena finito di seppellirlo>.
-E perché non me l'hai detto prima?! Sarei corso subito da te!-.
<Lo so> rispose solamente la ragazza.
-Dammi un paio d'ore e arrivo-.

Le ore passarono e qualcuno bussò alla porta del vecchio.
Claire corse ad aprire, rivelando la figura del fratello, che subito l'abbraccio stringendola a sé.
Dopo i vari saluti, i due gemelli si appartarono in una stanza.
<Come stai?> le chiese Chris prendendole le mani.
<Un vero schifo> rispose lei sorridendo. Ma in quel sorriso non c'era nemmeno un accenno di gioia.
<Ti va di dirmi come è successo?> chiese lui comprensivo.
<Il suo patto è scaduto e il cerbero è venuto a reclamare la sua anima> spiegò lei brevemente <Sai, l'ultima cosa che gli ho detto è stata "Non esiste nessun rapporto. Tu sei solo un amico per me". Dovevi vedere il suo sguardo. Era così ferito, deluso>.
<Ma tu non lo pensavi davvero, giusto?>.
<Ovvio che no! Io lo amo!> esclamò lei in risposta.
Lui sorrise leggermente.
<Perché sorridi?>.
<Perché è la prima volta che lo ammetti ad alta voce. E allora, se lo amavi, perché lo hai allontanato?> chiese lui di rimando.
<Proprio perché lo amavo> rispose lei <Non potevo vederlo morire sapendo che saremmo stati felici insieme>.
Gli occhi le divennero lucidi, allora abbassò lo sguardo.
<Gli avevo promesso che non lo avrei lasciato morire. E invece>.
Lui le mise una mano sulla spalla.
<Non avresti potuto salvarlo. Nessuno avrebbe potuto>.
La ragazza non disse più niente, ma la sua mente diceva fin troppo.
Qualcosa nel suo cuore, nella sua anima, si spezzò, forse per sempre.

-Heroes don't wear capes-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora