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Aprii gli occhi, stiracchiandomi nel letto. Un fascio di luce mi fece stropicciare il volto.

Che diavolo era successo?

Guardai intorno a me stranita, riconoscendo una stanza d'ospedale.
I ricordi della sera precedente riaffiorarono nella mia mente.
Nella paura mi sollevai il lembo della maglia, scoprendo il punto in cui ero stata ferita. Una grossa cicatrice stagliava sul mio addome.

Strano. Neanche un monitor per i parametri medici.

Scesi dal letto, nonostante una smorfia di dolore, e uscii dalla stanza.
<Chris?> provai a chiamarlo non vedendolo, ma nessuno mi rispose.
<Will?>.
Ancora niente.

Forse sono andati a prendere da mangiare o a dormire un po', anche perché devo averli fatti stare terribilmente in pensiero.
Mi dovrò assolutamente scusare con loro.

Continuai a vagare per i corridoi dell'ospedale, ma non c'era anima viva.
<Ehi! C'è nessuno?>.
Di nuovo silenzio assoluto.

Scesi le scale principali, ritrovandomi davanti la segreteria.

Finalmente qualcuno.

<Mi scusi signora> la richiamai andandole davanti, mentre continuava a osservare dei documenti, <Sono una paziente, probabilmente mi avete ricoverata ieri sera. Due ragazzi hanno chiamato l'ambulanza. Li conosco e, visto che sto bene, vorrei avvisarli> dissi. Lei non mi degnò neppure di uno sguardo, continuando a trafficare sullo schermo del computer.
<Scusi, sto dicendo a lei> dissi ancora non ottenendo risposta. Le passai una mano davanti gli occhi e lei se ne andò.

Ma guarda un po' tu la gente di oggi.

Vidi dei dottori nel corridoio, allora mi avvicinai a loro.
<Scusate!> li richiamai, ma loro continuarono a chiacchierare.
<Va bene, non è per niente divertente> iniziai ad innervosirmi.
Passai davanti ad altre persone, ma anche queste mi ignorarono.
Misi la mano sulla spalla di un infermiere e...lo trapassò come se fossi un fantasma.

Merda.

Il panico iniziò a pomparmi adrenalina nelle vene, mentre correvo come una forsennata per i corridoi.
Mi affacciai nell'ennesima stanza e indietreggiai spaventata.
Sul letto c'ero io, o per lo meno il mio corpo, con un sacco di tubi attaccati.

No no no, questo sarà sicuramente un incubo.
Deve essere un incubo.

Chris e Will entrarono improvvisamente nella stanza, con il volto di graffi e lividi.
Sorrisi immensamente vedendoli vivi e, tutto sommato, vegeti.
I loro occhi si riempirono di paura e preoccupazione.
<Ragazzi? Sono proprio davanti a voi. Per favore, guardatemi!> continuai ad esclamare, ma loro ovviamente non riuscivano a sentirmi.
Chris mi prese una mano.
<Claire non ti azzardare ad andartene, ok?!>. Mi avvicinai a lui, abbassandomi per guardarlo negli occhi.
<Ma certo che non me ne andrò. Come puoi anche solo pensare che ti potrei lasciare da solo, quando sono io la parte intelligente del gruppo?!> dissi cercando di sdrammatizzare, ma il suo sguardo rimase triste, con una velatura di lacrime.
<Devi combattere. Poi ti sveglierai e io ti potrò rinfacciare a vita che avevo ragione. Però prima ti devi svegliare> continuò lui mentre una lacrima prese a scendere lungo il viso.
<No Chris, ti prego non piangere. Ce la farò. Te lo prometto>.
Will mi prese l'altra mano, anche lui con gli occhi lucidi.
<Noi abbiamo bisogno delle tue battute ironiche e sarcastiche che non fanno ridere. O dei tuoi perenni capricci. O dei tuoi rimproveri. Abbiamo bisogno di te Claire> disse facendomi spuntare un mezzo sorriso.
<Se fossi lì, ti avrei già tirato uno scappellotto, Willy>.

Il momento fu presto rovinato da un dottore che entrò nella stanza. I ragazzi si alzarono di scatto.
<Allora, come sta?> chiese preoccupato mio fratello.
<Abbiamo dovuto indurre il coma, poiché sua sorella ha subito ferite gravi al fegato e al polmone destro, più un paio di costole rotte e diversi graffi e ematomi sparsi lungo il corpo. Ad aggravare il tutto è la forte perdita di sangue> spiegò il dottore, mentre i ragazzi abbassavano il capo.
<Che si può fare?> chiese mio fratello.
<Solo aspettare che le condizioni migliorino per sospendere la somministrazione dei farmaci> rispose il dottore.
<E cosa succederebbe se la sospendesse adesso?> chiese Will.
<Il polmone destro collasserebbe e, con la quantità di liquidi persi, ci sarebbe un'insufficienza cardiaca e...> rispose il dottore lasciando la fine in sospeso.
<Morirei> conclusi passandomi una mano sul viso.
<Va bene. Grazie>.

<Se i dottori non la possono aiutare, lo faremo noi> disse Chris appena il dottore se ne fu andato.
<Esattamente. Trovate uno stregone voodoo> esclamai.
<Potremmo cercare uno stregone voodoo> ipotizzò Will facendoci annuire.
<Ma da dove iniziamo? E come facciamo a fidarci?> chiese Willy.
<Andremo fino in capo il mondo per trovare qualcuno che ci vorrà aiutare. E se non lo vorrà lo obbligheremo con la forza> rispose Chris.
<Ne sei sicuro?>.
<È l'unica opzione che abbiamo>.
Will mi sembrò dannatamente strano, ma probabilmente era solo una mia impressione.

-Heroes don't wear capes-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora