Arrivammo a Canaan, nel Vermont, e bussammo ad una casa di qualcuno a me sconosciuto, visto che Dean continuava a starsene nel suo immacolato silenzio.
Sulla porta c'era un cartello che diceva: "Niente avvocati. Questo si riferisce a te! Niente richieste di donazioni. Niente venditori".
<Un tipo simpatico> commentai.
Il ragazzo suonò il campanello, per poi bussare forte alla porta.
Una telecamera sulla porta si girò verso di noi.
-Che c'è- rispose svogliata una voce.
<Ciao, ehm, Rufus?> chiese il ragazzo, facendomi aggrottare la fronte.
Rufus?
-Anche se fossi io, la domanda è sempre la stessa. Che c'è-.
<Sono Dean Winchester. Siamo amici di Bobby Singer> rispose Dean.
-E allora?-.
<Hai chiamato stamattina>.
-E allora?-.
Sembrerebbe proprio lui.
Il ragazzo ridacchiò a disagio.
<Ehm, hai detto a Bobby che ti ha contattato una ragazza inglese>.
-Si, e allora?-.
<Sai dove si trova?>.
-Si-.
<Bene. Senti amico, potresti dircelo?>.
-No-.
Il ragazzo sbuffò per la situazione ed io mi avvicinai alla telecamera.
<Vecchio bastardo, ci vieni ad aprire o no?> chiesi spazientita con le mani sui fianchi.
Il maggiore era con gli occhi sbarrati.
Fece per parlare, ma la porta si aprì, rivelando un vecchio signore di colore che aveva passato la cinquantina, con i capelli corti, baffi scuri e il volto contratto in una perenne espressione diffidente.
<Claire?!> esclamò con la fronte aggrottata.
<Rufus, te ne stai ancora qui a poltrire mentre il mondo sta andando a rotoli?> chiesi assottigliando gli occhi.
<E tu continui a seguire chiunque ti stia accanto come un cagnolino?> chiese lui di rimando.
Sorrisi contenta, abbracciandolo.
Lui, dopo un momento iniziale, ricambiò.
<Brutto vecchiaccio, sei ancora vivo!> esclamai.
<E tu ancora una stronzetta impertinente!> esclamò lui di rimando.
Mi girai verso il ragazzo, rimasto con la bocca aperta e lo sguardo confuso.
<Rufus, questo è Dean. Lavoriamo insieme> li presentai e il vecchio assottigliò lo sguardo.
<Mettiamo bene in chiaro una cosa, stai bussando alla mia porta, quindi non chiamarmi amico. Io non sono tuo amico> disse minaccioso puntandogli il dito contro.
<Mi scusi, signore> si scusò il ragazzo intimorito.
<Dai Rufus, non fare il solito stronzo!> esclamai.
<Ti racconterò una storiella, ragazzo. C'era una volta Bobby che mi disse: "Se hai una soffiata su Bela Talbot, chiamami". Ce l'ho avuta, l'ho chiamato. Fine> continuò il vecchio.
<Se soltanto potesse dirci dov'è, sarebbe fantastico> provò ancora Dean.
<Dean Winchester, giusto?> chiese il vecchio e l'altro annuì <Dean, ti sembro uno che è qui per aiutarti?>.
<Beh, direi di no>.
<Adesso andatevene dalla mia proprietà->.
<No. Non ce ne andremo> lo interruppi incrociando le braccia al petto <E sai molto bene quanto io possa essere insistente quando voglio>.
Il vecchio mi copiò, continuando a fissarmi.
<Se ci chiuderà la porta in faccia, si perderà questo buonissimo scotch> aggiunse Dean tirando fuori dallo zaino una bottiglia confezionata.
Il vecchio si scostò, lasciandoci entrare.
Ci sedemmo a un tavolino.
<Lo sai, non bevo mai, a meno che non sia roba come questa> disse Rufus, assaporando lo scotch <Nettare degli dei, te lo assicuro!>.
<Di solito bevo whiskey da una fiaschetta di plastica. C'è una bella differenza> ridacchiò Dean.
<Allora, come stanno quegli altri due stronzetti?> chiese il vecchio.
<Chris sta bene. In questo momento è in Florida a risolvere un caso di lupi mannari, ma mi ha detto che tra qualche settimana dovrebbe ritornare> risposi.
<E Will?>.
Abbassai lo sguardo sul bicchiere.
<Morto. Era stato posseduto da un demone e l'ho dovuto uccidere> risposi duramente.
<Era un bravo cacciatore> disse soltanto l'uomo ed io mi scolai il bicchiere.
Nella stanza calò il silenzio, interrotto poi dal ragazzo.
<Allora, Bela è stata qui perché...?> chiese Dean.
<Voleva comprare un paio di cose. E mi ci vorrà un po' di tempo per trovarle> rispose l'uomo.
<E lei adesso dov'è?> chiese ancora il maggiore.
Rufus sospirò, guardandolo.
<Ragazzo, ti sono rimaste tre settimane. Mi spieghi, perché perdi tempo dietro a quella arrogante ragazza tutta pelle e ossa?> chiese di rimando il vecchio, facendoci irrigidire sulla sedia.
<Come fai a saperlo?> gli chiesi.
<Bambina, ti sei dimenticata chi sono per caso?> chiese lui prontamente.
<Ah già, "Colui che sa parecchie cose su parecchia gente", giusto?> risposi sbeffeggiandolo.
<Esatto. Comunque, so anche che nessun tipo di pistola ti salverà> continuò lui.
<Come mai così sicuro?> chiese diffidente il ragazzo.
<Perché il nostro lavoro è così. Anche se riesci a scampare questa volta, ci sarà sempre qualcos'altro lungo la strada. Questo ci riserva il destino> rispose sorseggiando lo scotch.
<Ti sbagli. Noi troveremo un modo> contraddissi.
<Non esiste nessun modo. È meglio se iniziate a mettervi l'anima in pace. Per gente come noi, il lieto fine non c'è mai> disse lui ancora.
<Mi ero dimenticata quanto fossi solare e ottimista> commentai abbassando lo sguardo.
<Ragazzo, io sono esattamente come diventerai tu se riuscirai a sopravvivere. Il che non succederà>.
<Rufus, basta. Abbiamo capito> lo fermai spazientita.
<Mi dispiace dirlo, bambina, ma è la dura verità>.
Feci per controbattere, ma Dean mi fermò.
<Allora, Bela?> chiese.
<Hotel Canaan. Stanza 39. Ma guardatevi le spalle> rispose il vecchio.
<So come gestire Bela> disse sicuro di sé il ragazzo.
<Non ne sarei sicuro al posto tuo. Ci sono diverse cose che non sapete di lei> controbatté Rufus.
<E tu ovviamente le sai. Le hai preso le impronte digitali, vero?> chiesi conoscendolo.
<Già>.
<E non ti è servito a niente> intuì il ragazzo, ottenendo la stessa risposta.
<Si è bruciata i polpastrelli. Probabilmente anni fa> ipotizzò il vecchio.
<Quindi sei al punto in cui siamo noi> sintetizzò Dean sorridendo beffardo.
<No>.
Il suo sorriso sparì.
<Avete provato con le sue orecchie?> ci chiese saccente.
<Con cosa?> chiese confuso Dean.
<Negli esseri umani le orecchie sono uniche, come le impronte. In Inghilterra si fa così> spiegai sorprendendo il ragazzo.
<L'amico di un amico di un amico, mi ha faxato dieci pagine di informazioni confidenziali in un giorno. Io gli avevo mandato solo un'immagine di una telecamera di sicurezza> si vantò il vecchio, facendomi alzare gli occhi al cielo.
Rufus si alzò dalla sedia, mettendoci davanti quel fascicolo, che iniziammo a sfogliare.
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-Heroes don't wear capes-
FanfictionPrima parte Un rumore al piano di sotto mi fece svegliare di scatto. Guardai alle mie spalle se anche mio fratello si fosse svegliato, ma ovviamente non sentì nulla. Decisi di andare a controllare. Sentii dei vocii dalla cucina, così rimasi nascos...