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-Heat of the moment! Telling me what my heart meant!- mi svegliò di colpo la radio, facendomi sobbalzare.
Mi passai una mano sul viso, guardandomi intorno.
Sam aveva un'espressione confusa e...Dean si stava preparando?
<Su su! Alzatevi che è tardi!> esclamò ad alta voce il maggiore.
Sam lo guardò terrorizzato, per poi posare lo sguardo su di me, forse stranita tanto quanto lui.
<Forti gli Asia> commentò il maggiore, allacciandosi le scarpe.
Il fratello non rispose.
<Tanto lo so che ti piace questa canzone> continuò Dean, alzando il volume della radio, iniziando a scuotere la testa a tempo.

Mentre Dean finiva di lavarsi i denti con venti minuti di gargarismi, noi continuavamo a fissarlo attenti, come se da un momento all'altro dovesse esplodere.
Entrammo in un bar vicino al motel.
<Guidi con prudenza signor Pickett->.
<Si si> rispose sgarbato il vecchio alle raccomandazioni del cassiere.
Ci sedemmo ad un tavolo.
<Ehi, martedì c'è il menù a sorpresa!> esclamò Dean guardando la locandina.
<Vuoi starmi a sentire, Dean?! Io sto diventando pazzo!> esclamò Sam.
<Volete ordinare?> ci chiese con il taccuino in mano.
<Lui prende un menù a sorpresa con bacon e caffè. Lei un'omelette dolce e un caffè. Per me niente grazie> rispose Sam interrompendo il fratello.
<Anche per me niente> lo corressi, ottenendo uno sguardo sospettoso.
<Sam, sei così strano quando ti comporti in questo modo> commentò con un sorrisetto beffardo Dean.
<Smettila di dire stronzate, Dean!> lo interruppe il fratello.
<Va bene va bene. Quindi secondo te saremmo incastrati in che cosa?>.
<Un anello temporale> rispose il minore.
<Come in Ricomincio da capo?>.
<Si esatto!> esclamò il ragazzo.
<Che c'è, non mi credi?!> chiese dopo aver visto l'espressione del maggiore, che scoppiò a ridere.
<Dico soltanto che è pazzesco. Tutto qui. È sul genere->.
<Un dingo ha rapito il mio bambino?> chiese Sam spazientito.
<Come sapevi che l'avrei detto?> chiese confuso Dean.
<Perché tu l'hai detto prima, Dean! Ecco perché!> rispose esasperato il minore. 
L'altro fece per parlare, ma la signora ritornò di nuovo, con la nostra colazione.
Ci consegnò i caffè e, per sbaglio, fece cadere la salsa piccante che, però, Sam prese al volo senza neanche guardare, con grande sorpresa del fratello.
<Bei riflessi> si complimentò Dean.
<No. Sapevo che sarebbe successo> ribatté Sam.
<Va bene, ascolta, sono certo che ci sarà una spiegazione->.
<Devi fidarti di quello che ti dico. Devi semplicemente ascoltarmi!> esclamò alzando la voce il minore.
<Ora calmati->.
<Non dirmi di calmarmi! Non ce la faccio a calmarmi! Non posso, perché...> lo interuppe, per poi fermarsi.
<Perché cosa?>.
<Perché tu oggi morirai, Dean. Come sei morto ieri e l'altro ieri ancora. E chissà quante altre volte lo dovrai fare> risposi, interrompendoli.
Sam si voltò verso di me con gli occhi sgranati.
<Tu->.
<Si Sam. Cioè, sembra tutto come se fosse stato un sogno, però lo avevi detto anche tu ieri> lo interruppi annuendo.
<No che non morirò! Non oggi almeno> protestò Dean.
<Senti, per due volte, finora, ti ho visto morire. E non voglio...io non voglio che accada di nuovo> disse Sam pregandolo con lo sguardo.
<Fidati di ciò che ti stiamo dicendo, Dean. Per favore> aggiunsi.
<D'accordo. Credo ancora che voi siate pazzi, ma, di qualunque cosa si tratti, lo scopriremo>.

Appena finimmo di mangiare, uscimmo dalla taverna con il volantino del Mystery Spot in mano, passando davanti un golden retriever attaccato ad un palo.
Una ragazza bionda si scontrò per sbaglio col maggiore.
<Scusami> esclamò lei, per poi continuare per la sua strada.
Il ragazzo si girò verso di lei, ma senza sorrisetto stavolta.
<Te l'avevo detto che non entrava!> esclamò un uomo cercando di far passare un armadio da una porta.
<Avevi ragione, si si> esclamò l'altro spazientito.
<Quindi non credi che questa sia soltanto una trappola per turisti?> chiese il maggiore.
<Forse questi campi magnetici controllano davvero il tempo o una roba del genere> ipotizzò Sam.
<A me sembra una puntata->.
<Di X-Files. Si, lo sappiamo> lo interruppi.
<Non so in quale altra maniera spiegartelo!> alzò la voce il minore.
<Va bene va bene. Stasera, dopo la chiusura, andremo a dargli un'occhiata> assentì il maggiore.
Sam si girò di scatto.
<No no no no, non possiamo> obiettò.
<Perché no?> gli chiese confuso il fratello.
<Perché tu...>, Sam si interruppe.
<Io cosa?>.
<Morirai lì Dean. Sparato dal proprietario> risposi.
<Va bene. Andiamoci ora> esclamò, attraversando la strada.
Corremmo verso di lui, tirandolo indietro.
Una macchina, a tutta velocità, lo mancò per un pelo. 
<Levatevi di mezzo!> urlò di rimando il vecchio alla guida.
Dean rise per quella botta di fortuna, fermandosi quando vide le nostre facce cupe.
<É stato lui che...>.
<Si. Ieri> confermò il minore.
<E?> chiese l'altro.
<E cosa?>.
<È stato fico come nei film?> chiese poi, facendomi alzare gli occhi al cielo.
<No. Te la sei fatta addosso> rispose di rimando Sam.
<Oh si, terribilmente> concordai.
Il maggiore si sistemò offeso la giacca.
<Certo che me la sono fatta addosso! Cosa volete che faccia un povero disgraziato investito da un'auto?! Andiamo!> esclamò Dean in risposta.

Arrivammo al Mystery Spot vestiti di tutto punto e l'uomo che aveva sparato a Dean ci si avvicinò.
<Salve, siamo dei giornalisti e le volevamo fare qualche domanda per un nostro articolo> mentii e lui sorrise annuendo.
<Da quanto tempo possiede questo locale?> gli chiese Sam.
<Beh, la mia famiglia ha in custodia i segreti di questo posto da moltissimo tempo>.
<È mai successo niente di strano?> chiesi.
<Di strano? Qui di stranezze ne accadono di continuo! Questo è il Mystery Spot!> rispose lui.
<Ed esattamente che significa?> chiesi ancora.
<Qui le leggi della fisica perdono ogni significato> rispose l'uomo.
<Va bene, ad esempio?>.
<Fate il tour> rispose quello.
<E mi dica, Dexter Hasselback ha fatto anche lui il tour?> chiese Dean alzando lo sguardo dal suo taccuino.
<Aspettate un momento, ma che razza di articolo è questo?> ci chiese di rimando l'uomo.
<Risponda alla domanda> lo intimò il minore.
<La polizia ha setacciato questo posto. E non hanno trovato niente. Io non conosco quell'uomo. Questa è un'azienda seria->.
<Mi stia a sentire> lo interruppe Sam <Succede qualcosa di strano qui. Mi dica se lei ne è a conoscenza o no>.
<Va bene, ascoltate, io non so niente. Ho comprato questo locale ad un'asta giudiziaria lo scorso marzo. Prima mi occupavo di assicurazioni> ammise intimorito l'uomo.
Sam non staccò lo sguardo da lui.
Sembrava che gli dovesse saltare alla gola da un momento all'altro.
Dean gli mise una mano sulla spalla.
<Va bene Kojak, possiamo andare>.

<Detesto doverlo dire, ma questa storia è un'enorme stronzata> disse il maggiore dopo che uscimmo dal locale.
<E allora dimmelo tu che ci sta succedendo> esclamò di rimando il minore e Dean scrollò le spalle, fermandoci.
<Quindi, io ogni giorno muoio> iniziò lui.
<Si>.
<Dopo di che voi vi svegliate>.
<Si>.
<È sufficiente che io non muoia. Se io arrivo fino a domani, l'anello temporale dovrebbe spezzarsi> concluse lui.
<Tu dici?>.
<Beh, possiamo provarci> concordai.
<Prendiamo qualcosa da mangiare e ci rilassiamo al motel fino a domani> propose Dean, per poi incamminarsi sul marciapiede.
<Vi va il cinese?->.
Un armadio gli cadde addosso, facendoci sgranare gli occhi.
I due uomini che ogni mattina provavano a farlo entrare dalla porta, senza riuscirci, erano sbigottiti tanto quanto noi.
Le gambe immobili del ragazzo sbucavano da sotto al mobile.
<Non di nuovo>.

-Heroes don't wear capes-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora