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Tutta la durata del viaggio in macchina passò in un silenzio carico di tensione, quando finalmente ritornammo nella nostra camera in un motel.
<Ma che accidenti pensavi?!> esclamò il maggiore, adesso più calmo, al fratello minore che stava chiudendo la porta.
<Cosa?! A che accidenti pensavo?> ripetè quello sorpreso.
<È un demone, Sam! Loro ci vogliono morti e noi li vogliamo morti!> rispose l'altro, per poi dargli le spalle.
<Oh, divertente. Mi ricordo quella demone in Ohio, Casey. Tu non la volevi morta> ribatté Sam.
<Si, ma non mi aveva preso all'amo come un pesce> commentò Dean.
<Nessuno mi ha ancora preso all'amo!> lo contraddisse il minore, facendo alzare un sopracciglio al fratello.
<Ragazzi, per favore. Non rincominciate questi discorsi> li pregai gettando a terra lo zaino.
<Sentite, lo so che è pericoloso. Che Lei è pericolosa. Ma che vi piaccia o no, è utile> disse Sam.
<No! La dobbiamo uccidere prima che lei uccida noi!> esclamò ancora Dean.
<E con cosa la dovremmo uccidere? Con la Colt che ci ha aiutati ad aggiustare?> chiesi accigliata.
Lui scrollò le spalle.
<Almeno funziona! E poi, tu non eri dalla mia parte?> esclamò confuso girandosi verso di me.
<Dean, se ci volesse morti, dovrebbe solo smetterla di salvarci la vita> disse il minore. 
L'altro si girò infastidito, andandosi a sciacquarsi il viso.
<Senti, dobbiamo cominciare a pensare più in grande, Dean. Pensare a delle strategie, a delle mosse future. Non è così semplice. Noi non stiamo più cacciando! Noi siamo in guerra...> continuò con enfasi Sam, facendo girare perplesso il fratello.
<Sicuro di sentirti bene?> gli chiesi accigliandomi.
Il minore sbuffò, sedendosi sul letto.
<Perché me lo chiedete continuamente?> chiese lui di rimando.
<Perché, per cominciare, ascolti i suggerimenti di un demone e sembri poco preoccupato di uccidere la gente. Mentre prima, ti facevi dei problemi->.
<Davvero? E a cosa mi ha portato?!> esclamò Sam interrompendo il fratello.
<A niente, ma è quello che dovresti fare! Noi dovremmo andare in giro in macchina e discutere di queste cose! Tu della sacralità della vita e altre stronzate> rispose il fratello, interrompendosi con una smorfia.
<Aspetta, sei così arrabbiato perché sto cominciando a dare ragione a te?> chiese confuso Sam.
<No, non sono affatto arrabbiato, solo...sono preoccupato, Sam, perché non mi sembri più tu ultimamente> rispose l'altro sedendosi sul letto affianco a me.
<Si, hai ragione, non lo sono. Ma non ho scelta> rispose il minore.
<Che cosa vuoi dire?> gli chiesi confusa e lui sospirò.
<Dean, lui se ne andrà, giusto? E io dovrò restare in questo schifo di mondo. Quindi, se ce la farò, se dovrò combattere dopo che se ne sarà andato, io devo cambiare> rispose lui sotto lo sguardo attento del fratello.
<Cambiare in cosa?> chiesi ancora.
<In Dean. Devo diventare come Dean> rispose Sam. 

Mi alzai, mettendomi davanti a lui, per poi poggiargli le mani sulle spalle.
<Sam, ma tu non devi cambiare! Siete degli incredibili cacciatori. Sia tuo fratello che tu. Siete, in egual modo, intelligenti e capaci. Solo che tu sei più empatico e compassionevole. Ma questo non è un difetto. Anzi, è un pregio! Sei più umano>.
Lui abbassò lo sguardo, ma glielo feci rialzare.
<E poi, è già abbastanza un solo Dean, figuriamoci due> esclamai ridacchiando e Sam con me.
Non sentendo risposta dal maggiore, ci girammo verso di lui, vedendolo col capo chino e le mani strette in dei pugni.
<Che ti succede? Troppi cheeseburger oggi?> chiesi con un sorrisetto divertito, ma lui non rispose di nuovo.
Con la fronte aggrottata mi avvicinai.
<Dean, che c'è?> gli chiesi ancora e lui alzò il viso contratto in una smorfia di dolore.
<Non lo so> rispose sotto sforzo, per poi guardarci impaurito.
<C'è, c'è qualcosa che non va> disse ancora.
Gli misi una mano sulla spalla, abbassandomi al suo livello.
<Dean> lo richiamammo.
<Ho, ho come dei coltelli dentro di me> rispose quello e Sam gli si affiancò.
<Figlio di puttana> esclamò senza fiato Dean, stringendosi le braccia intorno all'addome.
Il maggiore alzò la testa, ansimante e iniziando a sudare.
<Le streghe. Devono essere loro> esclamò ancora quello, per poi stringermi forte la spalla.
Sam si alzò di scatto iniziando a cercare un sacchetto delle maledizioni, mentre io cercavo di calmare Dean, che si buttò all'indietro sul letto urlando dal dolore.
<Dean, sta tranquillo! Troveremo il sacchetto!> esclamai, aiutandolo a mettersi seduto.
Il ragazzo si gettò a terra, iniziando a sputare sangue.
<Sam!> richiamai il ragazzo, che aveva iniziato ad aprire con un coltello i materassi.
<Non lo riesco a trovare!> esclamò lui di rimando. 
Dean si stese su un fianco, con la bocca ricolma di quel liquido denso, mentre si teneva la pancia con le mani.
Sentii un rumore di una pistola caricata e mi girai, vedendo Sam con la Colt in mano.
<Sam, che stai facendo?> chiesi e lui corse verso la porta.
<Sam!> urlai ancora, ma ormai se n'era già andato.
<Va da lui> esclamò sotto sforzo il ragazzo per terra.
<Non se ne parla. Non ti lascio in questo stato>.
Fece per ribattere, ma un altro fiotto di sangue lo interruppe, facendolo diventare rosso dalla mancanza di fiato.
<Dean, ti prego resisti> lo pregai, iniziando a cercare quel maledetto sacchetto.
La camera, già a soqquadro, diventò un vero e proprio campo di guerra con cuscini e materassi squarciati, coperte gettate per terra e tutti i cassetti aperti.
Cercai dappertutto, in ogni angolo della stanza, ma niente da fare.
Tirai un urlo di frustrazione, ritornando al capezzale del ragazzo, ormai sul punto di morire.
<Non lo riesco a trovare. Mi dispiace. Mi dispiace tanto> dissi non sapendo come aiutarlo.
Lui allungò la mano, andando a tentoni per cercare la mia e, appena trovata, la strinse forte.
<Ti prego, non lasciarmi da sola adesso. Non sono pronta> lo pregai sentendo il naso pizzicare.

La porta si aprì di scatto, facendoci girare. 
Ruby era sull'uscio.
<Mi vuoi uccidere...Mettiti in fila, puttana> esclamò con difficoltà il ragazzo.
Il demone si avvicinò fulminea, ma io mi contrapposi tra i due.
<Dovrai passare sul mio cadavere> la minacciai a denti stretti.
<Ci penserò, ma adesso devo salvare il tuo ragazzo> rispose lei, facendo per superarmi, ma la bloccai mettendomi di nuovo davanti.
<Se vuoi vederlo morire, allora prego, continua pure a intralciarmi. Ma se te lo vuoi tenere stretto in questi ultimi mesi che gli mancano, allora spostati> esclamò lei sicura.
Mi fermai a pensare, per poi girarmi verso il ragazzo morente a terra.
<Devi decidere o il tuo amato morirà lo stesso. Cosa che non accadrà se mi permetterai di intervenire> disse ancora Ruby.
Sospirai.
<Va bene. Aiutalo>.
Lei si gettò su di lui, facendogli ingurgitare un liquido nero.

Dopo un po' di minuti ad aspettare spaventata e in tensione, Dean riprese a fare respiri profondi e chiusi gli occhi con un sospiro di sollievo.
<Va tutto bene?> gli chiesi prendendogli la mano.
Lui annuì, iniziando ad accarezzarmi il dorso della mano, confortandomi.
<Non farlo mai più o giuro che ti ammazzerò con le mie mani> gli intimai puntandogli un dito contro.
Lui mi guardò con uno sguardo che diceva fin troppe cose che non volevo sentire:
Lo sai che succederà di nuovo.
Sai che ti farò stare in pensiero ancora.
Un giorno tutto finirà e noi non potremmo farci niente.
Tu non potrai farci niente.
<La prossima volta che mi punterai addosso quella pistola, non sparirò> lo minacciò velatamente il demone, lanciandogli una pistola a pompa che lui prese al volo.
<Mi hai salvato la vita> commentò sorpreso Dean.
<Figurati, ma smettila di chiamarmi puttana> rispose lei.
<Che cos'era quella roba?> chiese poi il ragazzo.
<Si chiama stregoneria, idiota> rispose lei, per poi andarsene.
<Guarda che sei tu l'idiota. Sei un'idiota...> fece per ribattere lui, ma scossi la testa, dandogli delle pacche sulla spalla.
<Ci hai provato>.

-Heroes don't wear capes-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora