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Aprii gli occhi, con un martellante mal di testa, coprendoli subito dopo con il braccio.
Mi girai, mettendomi su un fianco, ma quello non sembrava il mio letto.
Riaprii gli occhi, guardandomi intorno.
Si, quello non era decisamente il mio letto.
L'Impala?
Un brivido di freddo mi fece accorgere di essere completamente nuda, con solo una giacca di pelle che conoscevo fin troppo bene a coprirmi.
<Ma cosa-> interruppi lo sconosciuto con un pugno sul naso, che si prese all'istante con una smorfia di dolore.
<Oddio, scusa!> esclamai quando riconobbi Dean, molto poco felice di quel risveglio.
<Grazie mille per il pugno> commentò lui, per poi guardarsi stranito intorno anche lui.
Il suo sguardo si soffermò particolarmente su di me.
<Dean, se non alzi lo sguardo in due secondi, te ne do un altro> lo minacciai e lui distolse lo sguardo, per poi coprirsi le parti intime con le mani.
<Ti ricordi cosa è successo stanotte?> gli chiesi.
<No. Ma sembra che ci siamo parecchio divertiti> rispose lui con un sorrisetto beffardo, ammirando dallo specchietto un succhiotto violaceo alla base del collo, facendomi alzare gli occhi al cielo.
<Che ore sono?> gli chiesi ancora non trovando il mio telefono.
Lui allungò la mano fino alla tasca della giacca che stavo indossando, tirando fuori il suo.
<Le dieci> rispose lui guardando l'ora.
Sgranai gli occhi, cercando la mia roba.
<Cazzo, è tardi! Se non ci sbrighiamo, Sam si farà qualche domanda!> esclamai, cercando di coprirmi il più possibile.
<E quindi?> chiese il ragazzo, facendomi girare verso di lui.
<Vuoi che tuo fratello ci veda nudi?> gli chiesi e lui si destò, iniziando a darsi una mossa.
<Dean, non è che hai visto le mie...> gli chiesi, fermandomi alla vista del suddetto ragazzo con in mano il mio intimo, manco fosse un trofeo di guerra.
<Cercavi queste forse?> chiese poi con un sorrisetto.
Mi allungai prendendolo e rivestendomi almeno dell'intimo, cosa che fece anche lui.
<Sai, forse penso di ricordare qualcosa> disse lui.
<Davvero?> gli chiesi.
<Oh si! Mi ricordo di come mi baciavi> rispose lui, facendomi sospirare esasperata.
<Lo sai che non riuscirai a mettermi in imbarazzo, vero?> chiesi retoricamente con un'espressione annoiata.
Lui si avvicinò.
<Ricordo il tuo tocco>.
Si avvicinò ancora.
<Ricordo i tuoi graffi> disse facendomi intravedere la sua schiena e le sue spalle graffiate.
Sempre più vicino.
<Ricordo le tue urla> continuò, soffermando il suo sguardo sulle mie labbra, che iniziai a mordere.
<Non ti è bastata questa notte?> gli chiesi con le sopracciglia sollevate.
<No, e penso proprio che non mi basterà mai> rispose lui.
Ormai eravamo ad un centimetro di distanza.
Le nostre labbra si sfiorarono leggermente, quando qualcuno bussò al finestrino della macchina.
Sobbalzammo.
<Dormito bene?> ci chiese Sam con un sorrisetto degno del fratello.
Dean alzò subito il colletto della sua giacca, coprendomi il più possibile, facendogli segno di andarsene.
<Vi aspetto in camera, sempre che vogliate fare colazione> rispose il minore, girando i tacchi e ritornarsene in stanza.
Io e Dean ci guardammo per qualche secondo, prima di scoppiare a ridere e iniziare a vestirci.
Ci demmo una sistemata ed entrammo in camera, sotto lo sguardo allegro e attento di Sam.
<Allora, vi siete divertiti?> ci chiese, facendo fare un sorriso smagliante al fratello.
<Non immagini neanche quanto> rispose quello, guadagnandosi una leggera spinta alla spalla.
<Eravamo ubriachi marci. A proposito, ho bisogno di acqua e aspirina. All'istante. O mi dovrete tenere i capelli> dissi, passandomi una mano sul viso.
<Lo stesso per me> concordò il maggiore, andando verso il bagno per darsi una ripulita.

<Allora, tu e Dean, eh?> esclamò Sam avvicinandosi, facendomi alzare gli occhi al cielo.
<Io e Dean niente. Ci siamo solo ubriacati. È stato solo un errore di una notte> negai, buttandomi sul letto, affondando la testa nel cuscino.
Il mio telefono iniziò a squillare e in risposta sospirai pesantemente, chiedendo a Sam di passarmelo.
Numero sconosciuto.
<Pronto?> risposi con la fronte aggrottata, con una voce molto annoiata.
-È la signorina Anderson?- chiese la voce dall'altro capo del telefono, facendomi rizzare le orecchie.
<Si, sono io. E chi è lei?>.
-La chiamo dall'ospedale di Seattle- rispose la donna.
Subito mi misi seduta, ottenendo uno sguardo confuso dal ragazzo.
<È successo qualcosa?> chiesi temendo la risposta.
-No no, la volevo informare che suo fratello si è svegliato-.
Il mio cuore mancò un battito.
<Cosa? Davvero?> chiesi avendo paura che fosse uno scherzo.
-Ha chiesto di lei- rispose la donna.
<La prego mi dica che non è uno scherzo>.
-Claire...- mi richiamò in un sussurro una voce che non sentivo da troppo tempo.
Gli occhi mi divennero lucidi all'istante.
<Chris!> risposi sorridendo.
-Dove sei?- chiese lui ed io mi alzai di scatto dal letto.
<A circa un giorno di strada. Prendo una macchina e parto subito> risposi in fretta.
-Va bene. A dopo-.
<A dopo> risposi ancora incredula.
<Allora? Che è successo?> chiese preoccupato Sam.
Mi girai verso di lui.
<Mi hanno chiamata dall'ospedale di Seattle> risposi. Lui mi guardò nervoso.
<E che ti hanno detto?> chiese avvicinandosi.
<Si è svegliato. Chris si è svegliato> risposi sorridendo come non mai.
Sam mi si avvicinò, abbracciandomi.
<Per fortuna!> esclamò.
<Cosa mi sono perso?> chiese Dean, appena uscito dalla doccia con i capelli bagnati, accigliandosi alla vista di noi abbracciati.
Mi girai verso di lui, abbracciandolo di scatto.
Lui rimase stupito, ma dopo poco ricambiò.
<Chris si è svegliato> esclamai ancora tra le sue braccia, per poi staccarmi, <Devo andare da lui, Dean> continuai e lui annuì.
<Vorrà dire che cercheremo un caso nel frattempo> rispose lui.
<Se avete bisogno di qualsiasi cosa, chiamatemi> raccomandai.
<Non ti preoccupare. Vai da tuo fratello. Noi staremo bene> disse Sam, mettendomi una mano sulla spalla.

-Heroes don't wear capes-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora