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<Chris, puoi per favore non fare ditate sullo specchietto?!> esclamai. Lui mi ignorò.
<E non spostare il sedile!> lo ripresi di nuovo facendolo sospirare.
<Chris! Non spostare il tappetino con i piedi!->.
<Claire, vuoi che accosti così che ti possa buttare fuori dalla macchina?!> esclamò lui girandosi di scatto innervosito.
<Hai voluto guidare la Mia macchina? E allora rispettala!> esclamai di rimando.
<Tecnicamente non è tua> controbatté.
<Sta con noi da cinque anni. Ormai è nostra. E poi le abbiamo fatto cambiare il numero di targa, per sicurezza> risposi.
<Come se fosse una persona> commentò. In risposta coprii con le mani le ventole dell'aria condizionata.
<Shh, si potrebbe offendere!> esclamai guadagnandomi uno sguardo disperato.
<Tu sei da rinchiudere>.
<Ohh, sta zitto e guarda la strada. Non voglio andare di nuovo all'ospedale> dissi facendogli riportare gli occhi sulla strada.
<Quanto manca per Greenwood?> mi chiese.
<Due ore>.
<Allora dai, metti un po' di musica, se no qua diventa un mortorio> esclamò subito facendomi sorridere.
<Aspettavo solo che me lo chiedessi> commentai contenta accendendo la radio.

Where is the Love? dei Black Eyed Peas? Nah.

In Da Club di 50 Cent? Direi di no.

Lips Don't Lie di Shakira? Carina, ma passo.

Crazy di Gnarls Barkley? Bella, ma no.

<No! Perché sei andata avanti?> si oppose mio fratello.
<Si, lo so che era bella, ma sto cercando qualcos'altro>.

Seven Nation Army dei The White Stripes? Ma assolutamente si!
<Questa si che va bene!> esclamai contenta alzando il volume.
Chris allungò la mano e abbassò.
Lo guardai male.
<Sto guidando. Mi distrae> si giustificò.
<Chris è una strada dritta. Non c'è bisogno di concentrazione> dissi alzando nuovamente il volume. 
Mio fratello abbassò di nuovo.
<Ok adesso ti uccido>.
<Tu dici sempre che chi guida sceglie la musica. Quindi ti proibisco di alzare il volume> disse puntandomi il dito contro.
<Neanche di una tacca?>.
<No>. 
Allungai il braccio e alzai di una tacca. Il tutto con un sorriso in faccia.
<Sei seria?>.
Un'altra tacca.
<Claire>.
E ancora.
<E menomale che eri quella nata qualche minuto prima>.
Ancora.
<Saranno le due ore più lunghe della mia vita> commentò sospirando.
<Più lunghe di quella volta in cui sei stato rapito da quello stregone molto logorroico?> chiesi e lui ci pensò per qualche secondo.
<Ok, le seconde due ore più lunghe della mia vita>.

Tra una canzone e un'altra, arrivammo a Greenwood. Ci fermammo in un motel in periferia per cambiarci. 
Ci mettemmo delle camicie e giacche e andammo alla prima scena del crimine, ovvero una banca sulla Howard St.
Appena arrivammo, quello che supposi essere lo sceriffo, ci si avvicinò.
Alzammo i badge.
<Agente Roosevelt e Lee> dissi indicando prima mio fratello e mio me.
<Beh deve essere proprio un caso complicato se hanno mandato un'altra squadra. Venite, i vostri colleghi sono da questa parte> disse lo sceriffo incamminandosi.
<Se hanno coinvolto il vero FBI, noi non dovremmo essere qui> sussurrò Chris.
<Lo so. In quel caso ce la svigneremo> risposi.
<Agenti Seger e Hendrix, sono arrivati i vostri colleghi> esclamò lo sceriffo facendo girare straniti due ragazzi che riconobbi subito. 
<Colleghi, buongiorno. Siamo partiti appena avete chiamato> dissi sorridendo. Lo sceriffo si allontanò.
<Che diavolo ci fate voi qui?> chiesi ai due ragazzi.
<Tu li conosci?> mi chiese stupito mio fratello.
<Hai presente i due coglioni che ho dovuto salvare a Baltimora? Ecco, sono loro>.
<Uno, ce la potevamo fare benissimo da soli. Due, che ci fai Tu qui?! Siamo arrivati prima noi. Quindi, potete andare a trovare un altro caso, grazie e addio> rispose scorbutico Dean.
<Tempeste elettriche, raccolti infruttuosi, sembra proprio opera di un demone. E, se non mi sbaglio, voi siete finiti all'ospedale per colpa di un demone. Quindi->.
<Come lo fai a sapere> mi interruppe sospetto Dean, facendomi fermare.
<Non lo so. L'avrò letto da qualche parte. Ma non è questo il punto. Un demone vi ha già battuti, quindi lasciate fare a noi> risposi. 
Dean fece un passo in avanti, mettendosi di fronte a me. 
Chris fece per avvicinarsi, ma lo fermai con un cenno della mano.
Incrociai le braccia al petto, mantenendo saldo lo sguardo su Dean, che non aveva intenzione di cedere.
Beh ragazzone, ti è andata male, perché io non mollerò di certo.

<Ragazzi, andiamo! Smettetela e collaboriamo. L'abbiamo già fatto ed è andata bene. E poi ci farà comoda una mano> ci interruppe Sam, guadagnandosi un'occhiataccia dal fratello.
<Va bene. Ci stiamo> disse dopo un po' mio fratello.
<Chris!> lo richiamai.
<Senti Claire, hanno già affrontato un demone. Noi no. E forse con delle mani in più riusciremo ad ucciderlo> spiegò Chris facendomi alzare gli occhi al cielo.
<Va bene> concordai sospirando, per poi guardare Dean.
<Beh, che stiamo aspettando?!> esclamò.

Sarà divertente.





-Heroes don't wear capes-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora