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Bussai alla porta.
<Signor Winchester?> richiamai.
<Si> rispose sbuffando una voce.
Entrai nella stanza, richiudendo la porta dietro di me.
<Sono Anne Smith, un avvocato dell'ufficio della contea. Sarò il difensore di lei e suo fratello> mi presentai.
Lui fece un sorriso sghembo.
<Ringrazi la contea da parte mia> disse guardandomi, facendomi alzare gli occhi al cielo.
<Occhi su cowboy e chiudi la bocca, altrimenti ci entrano le mosche> lo ripresi facendogli assumere un'espressione sorpresa.
Mi sedetti davanti a lui, per poi passargli la sua cartella, con dentro un biglietto che lo informava del mio vero lavoro.
<Ho appena finito di fare una chiacchieratina con suo fratello Sam->.
<Sta bene?> mi chiese serio ed io annuii, facendogli fare un sospiro di sollievo.
<Mi ha detto tutto>.
<Tutto tutto?> mi chiese ed io annuii.
<Ha una penna?> mi chiese ancora ed io gliela passai.
Lui iniziò a scrivere con la faccia corrugata.
<Cos'è> gli chiesi quando mi passò il foglietto scritto.
<Se mio fratello le ha detto tutto, conoscerà questa parola. Penso che non sia una persona, ma->.
<Un anagramma> lo interruppi e lui annuì sorpreso.
<Conosce qualcuna di queste parole?> mi chiese poi.
<Io no, ma ho un'idea> dissi.
<Bene. Se riesce a trovare qualcosa ritorni da me, va bene?>.
<Si. Non combinare altri guai mentre non ci sono> dissi andando verso la porta.
<Neanche mi conosci>.
<Ma adesso conosco la tua fedina penale. E in più sei come me, quindi i guai sono il nostro pane quotidiano>.

Trovai velocemente un bagno e ci entrai.
Sciolsi i capelli, sbottonai di un paio di bottoni la camicia bianca e mi ripassai un po' di trucco, con particolare attenzione al rossetto rosso.
Uscii dal bagno.
<Scusi e lei chi è?> mi fermò una voce maschile alle mie spalle.

Bene. Che i giochi abbiano inizio.

Mi voltai verso di lui.
<Sono l'avvocato difensore dei signori Winchester. Mi creda, è stato difficile spendere del tempo con loro> dissi facendo una faccia stanca.
<Le dispiacerebbe dirmi dove posso trovare una macchinetta del caffè? Ne ho un disperato bisogno> gli chiesi sorridendo.
Lui annuì.
<Ci stavo giusto andando. Ma la avverto, non è il massimo>.
<L'importante è che ci sia caffeina a sufficienza da svegliarmi> dissi divertita facendolo ridacchiare.

L'uomo fece due caffè.
<Non ci siamo ancora presentati. Io sono Carl> disse il ragazzo allungandomi la mano.
<Anne> risposi stringendogliela dolcemente.
Bevvi un sorso del caffè, strizzando gli occhi per quel sapore orribile.
<L'avevo avvertita>.
<Mio Dio, è disgustoso!>.
<Già>.
<Questo non è caffè, ma petrolio>.
<Si, abbastanza> disse Carl ridacchiando.
<Senti Carl, ehm posso darti del tu?> gli chiesi e lui annuì, <Sono appena arrivata in città e non mi sembra malissimo, però vorrei fare un bel tour. Quindi, non è che avete una cartina o qualcosa del genere?> gli chiesi e lui ci pensò su.
<Si, dovremmo avere una cartina della città. Se ti serve un posto dove stare, conosco qualche hotel carino>.
<Allora ci andrò sicuramente. E magari mi potresti anche consigliare un bel ristorante e invitarmi a cena> dissi sorridendo, mentre sulla sua faccia si stagliava un'espressione di puro sconcerto.
<Ehm va-va bene>.
Dopodiché mi prese una cartina e dopo qualche minuto di ricerca, trovai Ash Land, una strada non lontana da qui.
Con una scusa mi allontanai dal ragazzo, per ritornare dal cacciatore.

<Trovato qualcosa?> chiese Dean appena mi vide.
<Si, una strada non molto lontana da qui. Ash Land> dissi, allora lui scrisse un bigliettino e me lo consegnò.
<Dia questo a mio fratello> disse ed io annuii, portando il foglio da Sam.
<Adesso si che mi sento un piccione viaggiatore> commentai facendo ridacchiare il ragazzo.
<Ma perché proprio una strada?> chiesi confusa.
<Non ne ho idea>.
La porta della stanza si aprì, rivelando la donna di prima.
<Avvocato, ho bisogno di lei> mi chiamò, per poi condurmi nella stanza di Dean, dove, davanti al ragazzo, c'era una videocamera puntata contro di lui.

<Avvocato, il suo cliente ha deciso di confessare> mi informò il poliziotto.
<Signor Winchester ne è sicuro? Non le consiglierei di farlo> dissi andandogli in contro, ma lui mi ignorò.
<Parla direttamente alla videocamera. Inizia intanto con dire il tuo nome> disse il poliziotto al ragazzo, che poggiò le braccia sul tavolo guardando in camera.
<Mi chiamo Dean Winchester. Sono dell'acquario, mi piacciono i tramonti, le passeggiate sulla spiaggia e le ragazze allegre> iniziò facendo crescere il suo sorriso beffardo, per poi ritornare serio, <E non ho ucciso nessuno, ma credo di sapere chi è stato. Ovviamente non ne sono sicuro, perché la nostra indagine è stata interrotta, ma sono convinto che dobbiamo metterci a cercare uno spirito vendicativo> finì, facendomi irrigidire.
<Che cosa?!> esclamò confusa la donna.
<Tipo Casper il fantasmino. Tony Giles l'aveva visto e scommetto anche sua moglie Karen. La cosa importante però, è quello che scrive in continuazione. Sta cercando di dirci qualcosa, ma comunicare senza potersi mostrare non è facile. E poi gli spiriti sono abbastanza enigmatici. Ricordate la scritta Red Room del film Shining? È lo stesso concetto. Possono essere frammenti di parole, oppure è un anagramma> disse mostrando il foglietto con la parola.
<All'inizio pensavamo fosse un nome, Dana Shulps, ma ora crediamo sia una strada, Ash Land. Quindi vi consiglio di cominciare da lì> finì allargando le braccia con un sorriso.
<Sei un arrogante bastardo. Tony e Karen erano due brave persone e tu stai qui a scherzare!> esclamò arrabbiato il poliziotto.
<Non sto scherzando amico> ribatté il ragazzo.
Il poliziotto gli si avvicinò.
<Li hai uccisi a sangue freddo, proprio come quella povera ragazza di St. Louis!> urlò. Dean si girò di nuovo verso la camera.
<Oh, neanche lì sono stato io, ma un mutaforma che ha assunto il mio aspetto> disse sorridendo.
Il poliziotto, perdendo la pazienza, lo fece alzare per poi sbatterlo al muro.
<Pete! Cerca di calmarti!> lo richiamò la donna.
<Volevate la verità> rispose solo il ragazzo, per poi essere mollato dal poliziotto, che ordinò di rimettergli le manette.

Alla fine se ne andarono tutti, tranne me.
Mollai un pugno sul bel faccino del ragazzo.
<Ma chi ti ha fritto il cervello da piccolo?! Perché gli hai detto tutto?!> esclamai.
<Tanto chi vuoi che mi creda> si giustificò.
<E ti sembra una risposta valida?! Davvero un'idea magnifica!-> le mie urla furono interrotte dall'apertura della porta, dal quale entrò la donna di prima con uno sguardo fin troppo inquieto.

È successo qualcosa. Ne sono sicura.

-Heroes don't wear capes-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora