Irrompemmo silenziosi nella camera, con le pistole alte.
La stanza era vuota.
Iniziammo a cercare in qualsiasi cassetto e armadio.
<Trovato niente?> chiese il maggiore.
<No. Ma sei proprio sicuro che questa sia la camera di Bela?> chiese di rimando il minore.
Dean, in risposta, uscì delle parrucche da un cassetto.
Il telefono della stanza prese a squillare e il maggiore dei Winchester rispose, facendo in modo che sentissimo anche noi.
-Dean? Sei tu, vero?- chiese la voce inconfondibile di Bela Talbot.
<Dove sei> rispose il ragazzo.
-Abbastanza lontana da voi-.
<Dove> ripeté.
-Che fine ha fatto il tuo senso dell'umorismo?-.
<La rivoglio, Bela. Adesso>.
-Ti riferisci alla Colt? Mi dispiace, ma non posso-.
<Se non me la restituisci, morirà molta gente>.
-Cosa credi che abbia intenzione di fare esattamente?-.
<Non vorrai vendere al miglior offerente l'unica arma che abbiamo per fermare i demoni?!>.
-Non mi conosci per niente-.
<So solo che ti fermerò>.
-Pura fantasia. Non sai nemmeno dove sono-.
<Oh, ti troverò, dolcezza. E sai perché? Perché adesso non ho altro di meglio da fare, che dare la caccia a te>.
-E invece ti sbagli. Fra poco sarai molto occupato. Ho preso qualche piccola precauzione- rispose quella, facendoci lanciare a vicenda uno sguardo confuso.
Degli uomini entrarono sfondando la porta con un calcio, puntandoci subito la pistola contro.
<Mani in alto!> urlò uno e noi alzammo le braccia.
Figlia di puttana.
<A terra! Forza!> urlò ancora, spingendoci con la faccia sul pavimento, iniziando a metterci le manette.
<Avete diritto di rimanere in silenzio. Tutto ciò che direte, potrà essere usato contro di voi. Avete diritto a un avvocato e a richiedere la sua presenza durante l'interrogatorio. Se non potete permettervelo, ve ne sarà assegnato uno d'ufficio> esclamò lo sceriffo mentre si assicurava che fossimo ammanettati per bene.
<Salve ragazzi> esclamò un uomo dell'FBI guardando i due fratelli <Da quanto tempo>.Le guardie ci portarono in questura, dove l'agente Henricksen, quello dell'FBI, e altri agenti di polizia, ci fissarono intensamente.
<Che belle facce allegre!> esclamò Dean.
Una ragazza, forse la segretaria, afferrò subito il suo rosario, guardandoci con terrore.
Un agente mi strinse il braccio, spingendomi avanti.
<Ehi ehi, piano! Con calma!> esclamò il maggiore.
<Non è di noi che dovresti avere paura, Nancy> aggiunse quello in direzione della ragazza.
Le guardie spinsero i due fratelli in una cella, mentre mi portarono a registrare le impronte.
<Signore, abbiamo trovato più riscontri> esclamò la guardia richiamando l'attenzione dell'agente, che prese a sorridere sorpreso.
<Allora, chi è lei veramente? L'agente dell'FBI Emily Roosevelt? L'avvocatessa Anne Smith? Carolyn Fry dell'Agenzia Assicurativa Amex? Claire Anderson?> mi chiese l'uomo incrociando le braccia al petto.
<Potrei essere tutte loro o nessuna> risposi saccente alzando il mento.
L'uomo sbatté le mani sulla scrivania, facendo sobbalzare il collega al suo fianco.
<Non giocare con me signorina. Non sei nella posizione. E io non ho tempo da perdere. Soprattutto con quei Winchester che stavo cercando da molto tempo> esclamò lui.
Sospirai.
<Claire Anderson. E, quale sarebbe la mia posizione?> gli chiesi.
<Sei stata trovata, insieme a quei due fuggitivi, in una stanza non di vostra proprietà, con delle armi non registrate, false identità e falsi distintivi> rispose lui <E, per di più, la tua fedina non è proprio linda. Ci sono stati furti, denunce e profanazioni di tombe->.
<Va bene va bene, ho capito. Sono con la merda fino al collo> lo interruppi.
<Esattamente. E, stai pur certa che non te ne andrai di qui in libertà, ma con le manette ai polsi, in direzione di un bel carcere di massima sicurezza> esclamò lui sorridendo con soddisfazione.
<Se ti eccitano certe cose, perché non fai dei giochi di ruolo con tua moglie?> chiesi, per poi fare una pausa <Oh aspetta, tu sei da solo perché "il lavoro viene prima di tutto", giusto?>.
<Sei proprio divertente> rispose falsamente quello, facendo un cenno alla guardia di portarmi in cella <Continuate pure a ridere e scherzare, mentre io mi beerò della vostra prigionia>.
Il poliziotto mi spinse dentro le sbarre, nella stanza affianco ai fratelli.
<Stai bene?> mi chiese il maggiore.
<Si beh, nel caso non riuscissimo a uscire, ci porteranno in un carcere di massima sicurezza. Quindi, bene è un parolone> risposi.
<Vedrai che ce la faremo. In qualche modo> cercò di confortarmi il maggiore.
Lo spero.L'agente Henricksen si avvicinò alle sbarre, con un sorriso compiaciuto, facendoci sbuffare.
<Sapete cosa sto per decidere?> ci chiese.
<Se con un po' di Viagra riuscirai a risolvere il tuo problemino?> chiese di rimando Dean, facendomi sorridere divertita.
<Cosa ordinare per cena stasera. Bistecca o aragosta. Sapete, è uguale. Voglio proprio godermela. Devo festeggiare in qualche modo questa giornata. Finalmente vi ho messi dentro!> rispose l'uomo.
<Non resteremo qui molto, schifoso figlio di puttana> lo contraddisse il maggiore.
<Questa è divertente!> incalzò l'agente.
<Io non canterei vittoria, visto che l'ultima volta non sei riuscito a prenderci in quella banca e nemmeno a tenerci in quella prigione> ribatté il ragazzo.
<Hai ragione, ho sbagliato. Vi avevo sottovalutati. Non vi credevo così furbi> ammise l'agente <Ma stavolta sono pronto->.
<Si, a perdere di nuovo> lo interruppi.
<Ho pronto un ordine che vi rinchiuderà in un carcere di massima sicurezza in Nevada. Lì ci sarà, pronta ad aspettarvi, una bella cella d'isolamento molto piccola e insonorizzata> esclamò l'uomo <Vi sembro abbastanza pronto?>.
Dean si passò una mano sul viso.
<Guarda bene tuo fratello e la tua amica, perché non vi vedrete mai più> incalzò ancora l'agente.
Non rispondemmo.
<Oh, che fine ha fatto il tuo sorrisetto, Dean! Fammelo vedere!> provocò quello.
Il maggiore scosse la testa.
<Ti stai sbagliando->.
<Oh si, che sbadato! Non siete voi che combattete i mostri. Vostro padre vi ha fatto un tale lavaggio del cervello, con tutte quelle storie sui demoni, che ha finito per convincervi. È questa l'unica realtà> lo interruppe l'uomo.
Sam si alzò mettendosi seduto.
La tensione si poteva tagliare con un coltello.
<Perché non chiudi quella bocca?> chiese Dean protendendosi verso di lui.
Se Henricksen avesse continuato a provocarlo, lui sarebbe scoppiato, aggiungendo alla lista di reati aggressione ad un pubblico ufficiale.
<Si lo so, la vita a volte fa schifo e si fa fatica a tirare avanti, ma non tutti diventano dei killer-> rispose l'uomo, venendo poi interrotto dal rumore di un elicottero, che lo fece sorridere.
<E ora, ne avrò tre di meno di cui preoccuparmi!> esclamò contento, andandosene.
<Voi avete un piano?> chiesi ai due, che scossero la testa.
<Allora siamo alquanto fottuti>.
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-Heroes don't wear capes-
FanfictionPrima parte Un rumore al piano di sotto mi fece svegliare di scatto. Guardai alle mie spalle se anche mio fratello si fosse svegliato, ma ovviamente non sentì nulla. Decisi di andare a controllare. Sentii dei vocii dalla cucina, così rimasi nascos...