53

95 4 0
                                    


Presi una pistola e cominciai a scaricarla, avendo cura di togliere tutti gli eventuali proiettili nella canna.
Avevo sempre amato pulire fucili e pistole.
Mi calmava.
Smontai l'arma nei suoi componenti base: la canna, il carrello, il caricatore, il fusto e il guidamolla.
Iniziai a pulire la canna con uno scovolino, per poi lubrificarla.
Presi a strofinare i vari componenti con una vecchia maglietta che utilizzavo come straccio, per poi ricomporre l'arma alla sua primitiva forma.
Sentii dei passi dietro di me, ma non mi girai, sapendo già chi fosse.
<Stai pulendo le pistole?> chiese la voce del maggiore dei Winchester. 
Annuii senza girarmi.
Lui si sedette al mio fianco, guardandomi mentre lavoravo.
<Anche a me piace molto pulirle> disse dopo poco.
Non risposi.
<Claire, mi dispiace tanto. Non era mia intenzione ferirti> disse ancora, avvicinandosi leggermente. 
Non risposi. Di nuovo.
Lui cercò un contatto, che non ottenne.
<Senti, non era quello che intendevo. Hai frainteso. Io->.
<Ho una pistola in mano. Se continui a parlare, giuro che la userò. E non sbaglierò> lo interruppi duramente fermandomi.
Lui si allontanò, sospirò e, abbassando lo sguardo, si alzò, andandosene.
Ritornai al mio lavoro, in silenzio.

<Tutto bene?> mi chiese il minore dei Winchester appena entrato in stanza.
<Si. Ho quasi finito di pulire le armi e poi andiamo al forte> risposi.
<Sicura? Perché ho visto Dean e aveva una faccia parecchio sconsolata> chiese ancora avvicinandosi.
Scrollai le spalle.
<Forse qualche ragazza gli ha finalmente dato buca> ipotizzai acida.
Lui sospirò divertito.
<Sai, è davvero impressionante quanto siate simili voi due> commentò, facendomi girare verso di lui con un'occhiata di fuoco.
<È inutile che mi guardi in quel modo. È la verità e lo sapete entrambi. E tu sai bene che non si scuserà mai->.
<Invece l'ha fatto. A modo suo, ma si è scusato> lo interruppi io, lasciandolo sconvolto.
<Allora è davvero fregato. E tu cosa gli hai risposto?> chiese dopo.
<L'ho minacciato di colpirlo con la pistola> risposi, facendolo ridacchiare.
<Ecco spiegato il motivo per quella faccia. Lo vuoi proprio far penare, eh?>.
<Proprio così. Lui sarà pure difficile quanto vuoi, ma io sono peggio. Credimi> risposi assottigliando gli occhi.
<Oh l'avevo capito> rispose lui ridacchiando.

Dopo che finimmo di prepararci e di aspettare che la notte calasse, arrivammo al forte Casey.
Era come una barriera che impediva l'accesso alla città.
Sarà stato almeno di duecento metri per lungo.
Entrammo nella struttura che, ovviamente, non aveva un impianto elettrico funzionante.
Accendemmo le torce, tenendo in alto le pistole e iniziammo a perlustrare il piano terra.
Le porte per ogni stanza erano state rimosse. 
I muri erano pieni di muffa e calcare dati dal tempo. Alcuni erano inceneriti e altri letteralmente distrutti.
C'erano corridoi, scale, stanze murate. Insomma, niente di interessante.
Non trovando niente, passammo al piano successivo, vuoto anch'esso.
<Beh, qui dentro non c'è assolutamente niente> sintetizzò Dean.
<Non l'avevamo notato> commentai ironicamente, facendo sospirare esasperato il ragazzo.
<Ehi! Voi!> ci richiamò urlando una voce alle nostre spalle.
Il sangue si gelò nelle vene.
Ci girammo con gli occhi sgranati.
Una guardia con una torcia ci aveva beccati.
<Che ci fate qui?!> urlò ancora e noi, in risposta, iniziammo a correre.
<Ehi! Fermatevi!> esclamò da dietro l'uomo, rincorrendoci per la struttura.
<Forza! Alla macchina!> esclamai correndo il più veloce possibile.
Scendemmo fulminei le scale, per poi catapultarci nell'Impala.
<Vai! Parti! Parti!> urlai al maggiore vedendo la guardia dietro di noi.
Lui accese il motore e partì a tutto gas, sfuggendo ai richiami dell'uomo in divisa.
Dopo un po' accostammo sul lato di una strada.
<C'è mancato poco> commentò Sam.
<Già> concordò il fratello.
Ad un pensiero iniziai a ridacchiare sommessamente. Poi, agli sguardi confusi dei due ragazzi, scoppiai a ridere, lasciandoli ancora più perplessi.
<Cosa c'è di tanto divertente?> chiese il minore con un sorriso divertito sul volto.
<È che sembrava la versione scadente di un inseguimento dei Blues Brothers> risposi scoppiando nuovamente a ridere, ma stavolta coinvolsi anche i due.

-Heroes don't wear capes-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora