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Dopo un giorno arrivammo finalmente a Seattle, precisamente all'indirizzo che mi aveva detto Chris. 
Entrammo nel motel, andando verso il receptionist.
Chiedemmo una stanza per tre e, subito dopo, cercammo quella 24.
Forzammo la serratura ed entrammo nella camera singola di mio fratello.
Una parete della stanza era ricoperta di foto, collegamenti e articoli. 
Sembrava la camera di un investigatore esaurito.
<Wow, doveva essere davvero disperato> commentò il maggiore, ricevendo una gomitata dal fratello.
Non lo calcolai, avvicinandomi alla parete.
<Stava lavorando ad un caso?> chiese Sam.
<Si ed era molto complesso a quanto pare. Ecco perché nell'ultimo periodo mi evitava> risposi.
<Beh, se capiamo a cosa stava lavorando, potremmo riuscire a trovarlo> disse Dean, facendomi annuire concorde.
<Allora, per prima cosa ha trovato quest'articolo di giornale: "Ryan e la moglie April Scott, entrambi 36enni, trovati morti e prosciugati del loro sangue in una casa isolata. Erano scomparsi da una settimana"> lessi ad alta voce.
L'articolo era collegato, con una freccia verde, alle foto sbarrate delle vittime. L'uomo, era poi connesso all'immagine sbarrata di una donna, Daisy Collins, ma con una freccia rossa, infine unita da quella verde con un uomo, Ralph Collins, il marito. Daisy era collegata, con un'altra freccia rossa, ad un altro uomo, Calvin Turner, connesso ancora con un'altra donna, Bianca Turner, la moglie. Sulle foto di quest'ultima coppia, c'era un grande punto interrogativo.
<Sai cosa significa tutto questo?> chiese il minore dei Winchester ed io annuii.
<Le persone sbarrate sono morte e quelle con il punto interrogativo sono scomparse. La freccia rossa, invece, significa Ucciso> risposi.
<Quindi, Ryan e Calvin hanno ucciso questa Daisy. E quest'ultimo e la moglie sono scomparsi> sintetizzò Dean.
<Il sospettato più credibile sarebbe Ralph Collins, il marito di Daisy. Potrebbe aver rapito e ucciso le due coppie per vendetta personale> continuai io.
<Chris deve averlo scoperto e Ralph ha rapito anche lui per metterlo a tacere> concluse Sam.
<Va bene, ma noi che centriamo con tutto questo? Siamo cacciatori di mostri. Questo mi sembra un caso piuttosto normale> chiese il maggiore non capendo. 
<Le prime due vittime sono state prosciugate. Una persona normale non lo fa> risposi.
<Vampiri?> ipotizzò Sam.
<No, le vittime non avevano fori sulla pelle> risposi osservando le foto delle vittime.
<E allora che può essere?> chiese ancora lui.
<Guardate qui> ci richiamò Dean, prendendo dei libri lasciati aperti sul letto.
Erano varie rappresentazioni di un essere con una specie di maschera tribale.
<Ma certo! Un Djinn!> esclamò il minore.
<E che diavolo è?> chiesi confusa.
<Il genio della lampada se fosse drogato di sangue> rispose Dean.
<Ne parla anche il Corano. Illudono la gente da secoli. Li rapiscono e, intrappolandoli in una realtà perfetta, li prosciugano del sangue> spiegò Sam.
<Come si uccidono?>.
<Con un coltello d'argento imbevuto in sangue d'agnello> rispose lui.
<E dove si nascondono?> chiesi.
<In luoghi abbandonati>.
<Come la casa in cui sono stati ritrovati Ryan e April Scott!> esclamai.
<Esattamente>.
<Però, evidentemente, se n'è dovuto andare prima di incominciare con i Turner. Forse Chris gli stava addosso> rifletté Dean.
<Allora ricerchiamo gli edifici abbandonati più vicini e perlustriamoli. Uno a uno se necessario. Dobbiamo trovarli prima che sia troppo tardi> esclamai determinata e i ragazzi annuirono.

Facendo un paio di ricerche al computer e trovammo tre potenziali luoghi: un ospedale, una metropolitana e un vecchio forte.
<Io direi di separarci> proposi.
<E io direi di no> mi contraddisse Dean incrociando le braccia al petto.
<Come scusa?> chiesi alzando un sopracciglio.
<Ho detto di no> ripeté lui con sguardo serio.
<Dean, non abbiamo tempo. Il Djinn potrebbe uccidere quelle persone e mio fratello> controbattei.
<Ciò non cambia il fatto che non ci separeremo. Noi abbiamo già affrontato un Djinn e per poco ci rimanevamo secchi-> esclamò lui avvicinandosi.
<Beh, non succederà questa volta> lo interruppi.
<Non puoi esserne sicura. E io non voglio correre rischi inutili> rispose lui.
Assunsi un'espressione sorpresa, girandomi verso il fratello.
<L'ha detto davvero?> chiesi temendo di aver sentito male, per poi rigirarmi verso Dean, <L'hai detto davvero? Proprio tu che hai venduto la tua anima ad un demone?!> esclamai.
<E questo che c'entra?>.
<C'entra! Potevi dirmelo invece di andare da solo! Anzi, dovevi!> risposi alzando la voce. 
<Mi dispiace, ma non ti riguardava!> esclamò lui.
<Oh, perdonami se avrei voluto soltanto essere messa al corrente del tuo sacrificio!>.
<Non potevo dirtelo!> urlò lui di rimando.
<E perché?>.
Lui non rispose.
Un dubbio si insidiò nella mia mente, facendomi indietreggiare come se avessi ricevuto uno schiaffo.
<Tu non ti fidi di me> sussurrai.
Lui non disse niente.
Qualcosa dentro di me si spezzò.
<Tu non ti fidi di me!> esclamai alzando la voce.
Di nuovo lui non disse nulla.
Mi irrigidii, assumendo uno sguardo gelido.
<Ma certo, perché dovresti fidarti. In fondo, sono solo una sconosciuta che ti ha salvato il culo più di una volta> dissi ironicamente.
Lui prese a scuotere la testa, avvicinandosi.
Feci un passo indietro. 
<Preparatevi. Inizieremo a setacciare la metropolitana tra qualche ora> conclusi.



-Heroes don't wear capes-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora