-16 giorni...
Mi svegliai, sentendo dei mugugni.
Guardai la sveglia. Le 02:45.
Mi passai una mano sul viso e mi girai, cercando di capire cosa fosse la fonte di quei rumori.
Sam dormiva beatamente.
Dean, invece, si stava agitando nel letto con la fronte imperlata di sudore, le mani che stringevano la coperta, il respiro irregolare e un'espressione contratta.
Mi alzai, andandogli vicino.
<Dean> lo richiamai sussurrando.
Lui continuò ad agitarsi.
Provai a svegliarlo un altro paio di volte, ma niente da fare.
Iniziai a scuoterlo leggermente.
Dopo vari tentativi, si svegliò di scatto, sbarrando gli occhi impaurito.
<Sta tranquillo, sono io> sussurrai appoggiandogli una mano sulla spalla.
Il suo respiro ritornò regolare.
Si passò una mano sul viso, che aveva iniziato ad essere segnato dalle occhiaie.
Continuai ad accarezzargli la schiena, mentre lui si calmava.
<Incubo?>.
Lui annuì stanco.
<Sempre lo stesso> sospirò, per poi alzarsi e andare nel bagno a sciacquarsi la faccia.
Lo seguii, appoggiandomi allo stipite della porta con le braccia incrociate.
<Ti va di raccontarmi cosa hai sognato?> chiesi dolcemente.
Lui si asciugò il viso.
<Sono in un bosco e sto scappando. I cerberi mi seguono e, alla fine, mi raggiungono e mi uccidono> rispose.
<E da quanto è che fai questo incubo?>.
<Da qualche giorno>.
<Ti preparerei una camomilla se solo ce l'avessimo> dissi e lui sorrise leggermente, infilandosi le scarpe e mettendosi la giacca.
<Fa niente, non ti preoccupare. Prenderò una birra dalla macchina>.
Mi sorpassò, facendo per uscire, ma lo fermai.
<Ti va di farci un giro?> gli chiesi e lui aggrottò la fronte.
<Claire, sono le tre del mattino>.
<E quindi?> chiesi di rimando e lui scrollò le spalle, andando verso la macchina.
Mi infilai le scarpe e lo seguii, mettendomi al posto del passeggero.
Dean mise in moto l'Impala e partimmo per una meta sconosciuta.Accostammo a lato su una strada di periferia, lontana dal centro e dai rumori.
Tirammo fuori due birre e le aprimmo, iniziando a sorseggiarle.
<C'è davvero una bella luna stasera> commentò il ragazzo dopo un po'.
<Già> concordai.
<La vedi quella specie di padella?> gli chiesi indicando un punto nel cielo, lui annuì dopo un poco <È la costellazione dell'Orsa Maggiore>.
<Mentre, quella specie di S, è il Dragone> indicai un altro punto.
<Quel puntino luminoso vicino la luna è Giove. Poi dall'altra parte c'è Marte e Saturno>.
<Beh, ti intendi di stelle a quanto pare> commentò lui.
<Quando ero piccola, a casa avevo un telescopio e, io e mio padre, ci mettevamo ogni sera a guardare il cielo. Eravamo davvero legati> raccontai, sorridendo a quei ricordi passati.
<No no, tra me e mio padre, invece, c'è sempre stato un rapporto strano>.
<Strano in che senso?> chiesi aggrottando la fronte.
<Diciamo che lui mi diceva cosa fare e io eseguivo senza troppe proteste> disse lui.
<E tua madre? Che tipo era?> gli chiesi.
Lui abbassò lo sguardo.
<Lei era un angelo> disse sorridendo nostalgico <Aveva i capelli biondi lunghi e gli occhi verdi. Ricordo ancora che, al posto di una ninna nanna, ci cantava Hey Jude dei Beatles e che, alle volte, ci preparava la "Sorpresa dei Winchester">.
<La cosa?> chiesi confusa.
<Era una prelibatezza ipercalorica da infarto> rispose lui ridacchiando.
<Sai, una volta ho provato a rifarla. Ho preso mortadella e formaggio a fette e li ho messi direttamente sulla griglia> continuò lui.
Spalancai gli occhi.
<Oh no, non me lo dire>.
<Lo so! Alla fine nella stanza c'era una puzza che non puoi nemmeno immaginare! Dovevi vedere quanto era furibondo mio padre quando tornò. Alla fine dovette gettare tutto nella spazzatura> esclamò <Però quando lo guardai, non era arrabbiato e all'inizio non capii il perché. Ma adesso ho capito che probabilmente, in quel gesto, rivide mia madre. Anche lei non era una grande chef>.
Il suo sorriso diminuì, diventando nostalgico.
Poi il suo sguardo si alzò sulle stelle.
<E tua madre invece?> mi chiese.
<Mia madre era l'uragano della casa. Non si fermava mai, parlava tanto, a volte fin troppo, ed era probabilmente più pazza di me e te messi insieme> risposi.
<Addirittura?>.
<Giuro! Era una forza della natura> esclamai ridacchiando.
<Senti, alla fine non te l'ho più chiesto, ma come vi siete conosciuti tu e Rufus?> chiese poi il ragazzo.
<È stato lui ad indagare sul caso di mio padre. Allora, visto che le sue domande erano fin troppo sospette, lo seguii e, quando scoprii il suo vero lavoro, lo pregai di insegnarmelo. Inizialmente mi cacciò, ma, dopo che vide che non cedevo, addestrò sia me che Chris> risposi.
<Beh, un insegnante piuttosto duro> commentò.
<E anche stronzo. Ma, nonostante sia un vecchio burbero, in fondo, ma tanto in fondo, è gentile. Anche perché, se non lo fosse, non avrebbe mai preso con sé dei gemelli adolescenti> aggiunsi.
Chiusi gli occhi, beandomi di quella leggera brezza che mi fece rabbrividire.
Il ragazzo appoggiò la sua giacca sulle mie spalle ed io sorrisi a quel gesto.
<Adesso si che sembriamo una coppietta uscita da uno di quei film super sdolcinati> commentai girandomi verso di lui.
Lui si avvicinò e il suo sguardo cadde sulle mie labbra.
<Se vuoi possiamo rendere il tutto vietato ai minori> propose con un sorrisetto beffardo.
Mi morsi il labbro inferiore e i suoi occhi brillarono.
<Mi sembra un'idea alquanto allettante> concordai.
Mi avvicinai di più a lui, avvicinando le labbra al suo orecchio.
<Ho un sacco di idee in mente> sussurrai languida <In tanti. Modi. Diversi>.
Gli sfiorai il collo.
<Allora affrettiamoci ad attuarli> concordò lui con la voce roca di desiderio.
Lui fece per prendermi i fianchi, ma mi allontanai sorridendo, per poi entrare in macchina.
Lui rimase immobile, in piedi affianco alla macchina, con la faccia confusa.
<Hai intenzione di salire o no? Dobbiamo ritornare al motel> gli intimai e lui entrò.
<Questi tuoi modi di fare sono davvero ingiusti!> protestò <Non hai neanche un po' di pietà per un povero ragazzo che dovrà morire a breve?> chiese con gli occhi da cucciolo bastonato.
<Adesso sei tu quello ingiusto> risposi <Dai, metti in moto e ritorniamo, prima che Sam si svegli>.
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-Heroes don't wear capes-
FanficPrima parte Un rumore al piano di sotto mi fece svegliare di scatto. Guardai alle mie spalle se anche mio fratello si fosse svegliato, ma ovviamente non sentì nulla. Decisi di andare a controllare. Sentii dei vocii dalla cucina, così rimasi nascos...