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<Mi sembra un buon piano->.
<Lo so> mi interruppe.
<Anche se non è un piano> commentai alla fine. 
<Si beh, è più un favore> rispose.
<Allora con questo salderai il tuo debito. Niente più bistecca e birra a quanto pare>.
<E chi l'ha detto?> ribatté lui con un sorrisetto beffardo. 
<Oh, così mi vizi Dean> dissi con tono languido avvicinandomi.
<E aspettati ancora altro, Claire> disse avvicinandosi ancora.
I nostri sguardi si incrociarono, iniziando una lotta a chi distoglieva per primo.
Lui si continuò ad avvicinare.
E avvicinare.
Mi morsi il labbro.
E poi...mi allontanai lasciandolo imbambolato. 
Cercai di nascondere un sorriso divertito, ma lui mi beccò.
<Si si, sei molto spiritosa> disse ironico.
<Lo so> risposi rubandogli la battuta, facendogli alzare gli occhi al cielo.
<Come farai ad avvisare tuo fratello?> gli chiesi dopo un po'.
<Butterò qualcosa per terra>.
<Si, mi sembra una soluzione ragionevole. Ma, io ti avviso, mio fratello non si fiderà mai subito>.
<Lo immaginavo. Cercherò di dire più cose possibili a Sam, tranquilla> mi rassicurò.

Dalla porta entrò, appunto, Sam, che si sedette affianco al fratello.
<Ehi, papà non era nella sua stanza. Ma ho il suo diario, perciò...chi lo sa, magari dentro c'è qualcosa> disse iniziando a svogliare il diario in pelle.
Diedi uno sguardo a Dean e la sua espressione, mentre guardava il suo fratellino, mi sciolse il cuore. Si vedeva lontano un chilometro che si volevano un mondo di bene, e che erano l'orgoglio dell'altro.
Il maggiore sussurrò qualcosa, che non riuscii a sentire.

<Dean, butta a terra qualcosa> gli dissi e lui in risposta gettò a terra il cuscino della sedia. Sam stranito alzò la testa dalle pagine del diario.
<Dean, mi vuoi dire qualcosa?>. Dean calciò leggermente il cuscino.
<Lo prenderò per un si> affermò Sam uscendo la tavola. 
Dean compose il numero della mia stanza, associato a: Cacciatrice.
Il fratello dopo un po' sembrò capire.
<Nella stanza 14 c'è una cacciatrice? Perché mi stai dicendo questo?> chiese Sam.
Dean formulò un È con me.
<Seriamente Dean?! Anche in ospedale?!> esclamò esasperato Sam ed io lanciai uno sguardo senza speranze al fratello.
Dean fece finta di non sentire e scrisse Ragazzo in stanza.
<Che devo dire al ragazzo nella stanza?> chiese ancora Sam, ricevendo un Tutto come risposta.
<Va bene, comunque se ti può interessare ho trovato qualcosa sui mietitori> ci avvisò Sam e noi ci gettammo sul diario.
Appena lessi il contenuto, la rabbia iniziò a ribollirmi nelle vene.
<Che bastardo> esclamò Dean e non potei fare altro se non concordare. 

Arrivammo in una stanza buia, dove al centro c'era Tessa.
<Ciao ragazzi>.
<Sai, si leggono cose molto interessanti. Per esempio, tu lo sapevi che i mietitori possono modificare la percezione umana? Io non lo sapevo> disse Dean girandole intorno.
<Praticamente possono apparire come preferiscono. Come una semplice ragazza> spiegai più facilmente io.
<Sei più carina dell'ultimo demone che ho incontrato> commentò Dean.
<Mi chiedevo quando l'avreste capito>.
<La madre, il corpo della ragazza. Non potevamo immaginare> difesi io.
<Sabbia negli occhi. Posso farvi vedere quello che voglio> concordò.
<Ma che cos'è che ti eccita? Giocare con noi?> domandò innervosito il ragazzo.
<Non mi date altra scelta. Avete visto la mia vera forma e siete fuggiti. Questo ferisce una ragazza. Era l'unico modo per farvi parlare con me> rispose. 
<Ok d'accordo. Stiamo parlando. Di che cosa vuoi parlare?> disse il ragazzo. Tessa si alzò e Dean mi si spostò davanti.
<Non devi temere la morte> disse la mietitrice mettendogli una mano sulla guancia, <Devi rassegnarti. I tuoi giorni sono contati Dean>. 
Stavolta mi misi io davanti al ragazzo.
<Sei un mietitore. Fai un'eccezione. Dagli una possibilità> dissi. Lei sorrise.
<Terza fase. Si contratta>.
<La mia famiglia è in pericolo. Noi stiamo combattendo una specie di guerra. E c'è bisogno di me> disse Dean.
<La lotta è finita->.
<No, non è vero> la interruppi.
<Per lui lo è> disse, per poi rivolgersi di nuovo al ragazzo, <Dean, non sei il primo soldato che sta combattendo. Dicono tutti la stessa cosa. Non possono andare via. Credono ci sia in gioco la vittoria, ma si sbagliano. La battaglia prosegue comunque> continuò lei.
<Mio fratello...senza di me può morire>.
<Forse accadrà. Forse non accadrà. Ma tu non puoi farci niente> rispose.
Dean le diede le spalle.
<È una morte onorevole. La morte di un guerriero> cercò di convincerlo.
<Non esiste una morte onorevole. Il mio corpo marcirà nella terra e la mia famiglia morirà. No, non verrò con te. Non m'importa cosa farai> resistette lui facendomi sorridere fiera.

<Non ti posso costringere, ma come hai detto tu c'è sempre una possibilità. Non tornerai nel tuo corpo, e questo è sicuro, quindi si, puoi restare. Ma resterai qui tanto tempo, incorporeo, spaventato e con gli anni probabilmente diventerai pazzo, forse violento> propose.
<Come uno spirito arrabbiato?> chiesi e lei annuì.
<È ora di mettere il dolore alle spalle>.
<E andare dove?> chiese Dean.
<Mi dispiace, non posso dirti la cosa principale. È il momento della verità. Non potrai cambiare idea. Cosa decidi?> gli chiese la mietitrice.
Lui sembrava perso. Stavo già per oppormi alla sua decisione di andare con Tessa, quando le luci iniziarono a sfarfallare.
<Perché stai facendo questo?> chiesi confusa alla donna.
<Non sono io> rispose in tono grave.
Dal condotto dell'aria uscì un fumo nero, che si insediò nel corpo della mietitrice.
<Ma che succede?!> esclamai non capendo.
La ragazza si girò con gli occhi gialli.
<Questo è il vostro giorno fortunato ragazzi> disse con una voce disumana, per poi toccarci la fronte.

E buio.


-Heroes don't wear capes-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora