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-Claire! Ma dove diavolo sei?!- urlò al telefono mio fratello.
<Sono con Sam e Dean>.
-Ah, lo avete trovato allora-.
<Si si e anche tutto intero...più o meno. Stiamo risolvendo un caso>.
-Allora vi raggiungo-.
<Chris no, lascia stare. Ce la facciamo, sta tranquillo>.
-E per quando hai intenzione di tornare?-.
<Non lo so, ma penso un paio di giorni>.
-Sicura che non vuoi che venga?-.
<Si si, te l'ho detto, ce la caviamo>.
-Va bene. Stai attenta-.
<Che ti è preso Sam? Perché fumare, spaccare bottiglie in testa alla gente, sembra la mia descrizione non la tua->.
<Dean aspetta, ci siamo! Prendi quella strada!> esclamò Sam interrompendolo.
<Cosa?>.
<Non so perché, ma sento che è lì> rispose lui. 

Ci inoltrammo nella strada indicata dal ragazzo, che ci portò di fronte ad una casa.
Scendemmo dalla macchina e la luce di una telecamera di accese.
<Chiunque abiti qui non ama le sorprese> commentai.
<Che dite, bussiamo?> chiese Dean.
<A meno che tu non voglia scassinare la casa di uno sconosciuto, io dire di si> risposi sarcastica, facendogli alzare gli occhi al cielo, per poi bussare.
<Guardate!> esclamò Sam attirando la nostra attenzione. 
Sono una finestra c'erano dei vetri rotti.
<Dovrebbe esserci la polizia. Un posto così ha sicuramente un allarme> osservò il maggiore.
<Infatti, ce l'aveva> disse Sam facendoci vedere l'impianto elettrico manomesso.
Entrammo nella casa, trovando piatti rotti e un gran disordine.
<Sembra che qualcuno abbia combattuto> osservai.
Entrammo in una stanza e un uomo era steso a terra.
Dean lo scosse col piede, ma lui rimase immobile. 
Una macchia di sangue scuro era estesa sotto la testa del tizio. Dean lo girò, scoprendo il volto tumefatto e bianco.
<Sono stato io->.
<Non lo sappiamo> lo interruppi.
<Che altro vi serve?! Come vi spiegate quell'auto, il pugnale, tutto quel sangue->.
<Non lo so, perché non me lo dici tu?!> esclamò spazientito il maggiore.
<Anche se fossi stato tu, sono sicuro che avevi una ragione. Sarà stata legittima difesa, magari era un figlio di puttana> continuò Dean. 
Perquisii il cadavere.
<Non ha documenti addosso>.
<Dean, dammi il passe-partout> esclamò Sam andando verso una porta alle nostre spalle. 
<Santo Cielo> sussurrò il maggiore vedendo l'intero arsenale di armi sulla parete.
<O era Unabomber o un cacciatore di demoni. Credo di aver ucciso uno dei nostri> disse dispiaciuto Sam.
<Beh, possiamo scoprirlo. Se fuori c'erano delle telecamere vuol dire che erano collegate al computer> osservai andando verso la scrivania. 

Accedetti alle riprese delle videocamere.
Vedemmo Sam spingere a terra l'uomo, che provò a difendersi inutilmente. Sam gli diede un pugno che lo fece sbattere allo spigolo della scrivania.
Poi lo prese, lo immobilizzò, gli alzò la testa e...gli tagliò la gola.
Nessuno disse niente e iniziammo a fare l'unica cosa sensata per proteggere Sam, ovvero eliminare qualsiasi prova.
<Sam, avanti, dammi una mano!> esclamò Dean, ma il ragazzo non si mosse.
<L'ho ucciso...Sono entrato in casa e l'ho ammazzato> sussurrò il minore con lo sguardo fisso nel vuoto.
<Ascoltami bene, chiunque fosse era un cacciatore. Altri cacciatori verranno a cercare il suo assassino. Dobbiamo cancellare le nostre tracce!> esclamò Dean.
<Si chiamava Steve Wandell. Questa è una lettera di sua figlia> disse Sam abbandonandosi sulla sedia sconsolato.
Dean mi lanciò uno sguardo che non riuscii ad interpretare, per poi prendere il computer e sbatterlo a terra.
<E adesso pulisci le tue impronte> ordinò al fratello uscendo dalla stanza.
Gli andai dietro, per poi prenderlo per un bracco facendolo fermare.
<Che vuoi?!>.
<Voglio che la smetti di essere uno stronzo. Dean, è chiaro che è la prima volta che Sam ha ucciso una persona umana. È sconvolto e completamente perso. Non ha bisogno che gli rinfacci di aver sbagliato> risposi seria.
<Lo so benissimo, cosa credi?! Ho appena visto il mio fratellino uccidere a sangue freddo una persona probabilmente innocente. Sono sconvolto anch'io se permetti> ribatté lui.
<Beh e allora è inutile far finta di niente>.
<E cosa dovremmo fare?! Ucciderlo, per caso?!> esclamò il ragazzo aprendo le braccia innervosito.
<Dobbiamo scoprire perché ha ucciso quel cacciatore e fargli capire che non è interamente colpa sua. Però, per farlo, ti devi calmare> risposi pacatamente.
<Va bene> sospirò il ragazzo facendomi annuire soddisfatta.

-Heroes don't wear capes-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora