Sei mesi dopo...
Ritornai nella stanza del motel, gettando a terra lo zaino.
<Claire!> mi si avvicinò Chris, dandomi un abbraccio che non ricambiai.
Lui si staccò, un po' deluso da questo mio comportamento.
<Non mi hai detto niente del covo di vampiri. Mi hai fatto preoccupare->.
<Sto bene> lo interruppi tagliando corto, per poi andare nel bagno a lavarmi la faccia.
<Sicura? Non sembri stare->.
<Ho detto che sto bene> lo interruppi ancora duramente girandomi di scatto <Smettila di chiedermelo>.
<Ecco, è proprio questo atteggiamento che mi dice il contrario> disse lui incrociando le braccia al petto.
<Fai come vuoi. Io ho altro a cui pensare>.
Aprii il rubinetto e, senza neanche aspettare l'acqua calda, immersi il viso nel lavabo, strofinando via il sangue secco.
Alzai lo sguardo sullo specchio difronte, incontrando due occhi spenti circondati da scure occhiaie e lividi.
Aprii la porta del bagno, ritrovandomi mio fratello a braccia conserte davanti.
<Da quando prendi pillole per non dormire?> mi chiese assottigliando gli occhi, mostrandomi la scatola.
<Da un po'> risposi non curante strappandogliela di mano.
<E perché?> chiese ancora, facendomi sbuffare.
Lui mi prese per il braccio.
<Non sbuffare e rispondimi> esclamò adirato.
<Se sono pillole per non dormire, indovina a cosa mi servono> risposi acida dandogli le spalle, ma lui mi girò di nuovo.
<Non rispondermi con questo tono quando stiamo parlando di cose serie!> esclamò.
<Sono serie per te->.
<Certo! Si tratta della tua salute> mi interruppe.
<Ma non per me> finii la frase.
Lui mi guardò con un pizzico di delusione quando mi liberai dalla sua presa con uno strattone.
Poggiai sulla lingua una pillola, per poi mandarla giù con un goccio d'acqua.
<Io non ti riconosco più. Da quando, sei mesi fa, Dean è->.
<Non dire quel nome> lo fermai.
<Allora è questo il problema. Ancora non riesci a metterci una pietra sopra> intuì lui.
Lo ignorai e lui mosse un passo verso di me.
<Dopo sei mesi ancora pensi a lui>.
Feci finta di non sentirlo.
<Pensi a come avresti potuto fare di più per impedirlo>.
Il sangue iniziò a ribollirmi nelle vene.
<Pensi al fatto che hai smentito l'unica promessa che gli avevi fatto: "vegliare sul suo fratellino Sam". E tu non l'hai fatto>.
Strinsi le mani in due pugni, fino a far diventare le nocche bianche.
<E questo ti divorava la notte, fino a quando non hai iniziato a prendere quelle pillole>.
Ora lo uccido.
<E tutto questo sai perché?...Perché tu lo amavi->.
<Certo che lo amavo!> sbottai alzandomi di scatto <Non lo avrei seguito per tutto quel tempo se lo avessi considerato solo un amico! Prendo quelle pillole, perché se no lo vedo nei miei incubi e ogni volta mi ricorda solo quanto io l'abbia deluso! Dico di stare bene, ma vorrei solamente ritornare a quel dannato mercoledì e impedirgli di restare da solo!> urlai a pieni polmoni tra le lacrime.
Mi abbandonai sul pavimento e Chris mi sostenne in un abbraccio, a cui stavolta mi aggrappai con le poche forze che mi rimanevano.
Lui mi accarezzò i capelli, mentre, dopo tanto tempo, mi lasciavo andare in un lungo e disperato pianto che avevo sempre rimandato.
Dopo un po' i singhiozzi si calmarono e il respiro tornò regolare, mentre le lacrime cessavano di scendere, lasciandomi con gli occhi gonfi e rossi.
<Sai, ti ho mentito. Anzi, vi abbiamo mentito entrambi> dissi con la voce ridotta ad un sussurro.
<In che senso?>.
<Sia io che Dean vi abbiamo detto che non ci ricordavamo di quella notte che passammo insieme. Ma non era così. Ricordavamo tutto. Ogni bacio. Ogni tocco. Ma abbiamo sempre affermato il contrario, perché avevamo paura che fosse stato solo un sogno, troppo bello per essere reale> risposi sorridendo amaramente.
<Claire, so che stai male, ma devi andare avanti> disse Chris accarezzandomi dolcemente le spalle.
Abbassai lo sguardo.
<Lui non vorrebbe che ti crogiolassi nel dolore> continuò ed io annuii.
Sentii il mio telefono squillare, ma misi la segreteria.
-Claire, sono Bobby. Sam mi ha dato il tuo numero e...l'ho trovato-.
Sapevo perfettamente a cosa si stesse riferendo, così mi girai verso Chris alzandomi dal pavimento.
<Hai ragione. Forse un giorno andrò avanti. Ma prima voglio uccidere quel figlio di puttana del Trickster> dissi, per poi prendere lo zaino rimasto a terra.
<Sei sicura? Vuoi che venga con te?> chiese lui leggermente preoccupato.
<Si, sono sicura, ma devo farlo da sola>.
Entrai nel locale che pensavo fosse vuoto, con un paletto di legno intriso di sangue d'agnello. Vidi Bobby che, al rumore dei miei passi, si girò, venendomi in contro.
<Claire. È un piacere rivederti> esclamò tendendo la mano, che strinsi.
<Anche per me, Bobby>.
Dietro l'uomo c'era la preparazione per un rituale.
Dopo poco arrivò anche Sam, che né io né Bobby vedevamo da tempo.
<Sam! È bello rivederti, ragazzo>.
Il vecchio andò subito ad abbracciarlo, ma il ragazzo non ricambiò.
Aveva una faccia completamente indifferente, ma sapevo bene che racchiudeva più di quanto avrebbe voluto mostrare.
Mi avvicinai a lui, mettendogli una mano sulla spalla.
<Mi dispiace di essermene andata e di averti lasciato da solo. Non sai quanto> dissi, ma lui, dopo un breve sguardo, mi ignorò.
<Perché proprio qui, Bobby?> chiese lui.
<Questo è l'ultimo posto dove il Trickster ha fatto la sua magia> rispose quello.
<E allora?> chiesi confusa.
<Se volete catturarlo, ho trovato un rituale evocativo per portarlo qui> rispose lui.
<Che ci serve?> chiese Sam.
<Sangue>.
<Quanto?> chiesi.
<Il rituale dice quattro litri e mezzo. E deve essere anche fresco>.
<Per averlo dovremmo dissanguare un essere umano> rifletté il minore.
<E dovremmo farlo stanotte. Altrimenti passeranno altri cinquant'anni> aggiunse il vecchio.
<Andiamo a procurarcelo> esclamò Sam senza esitazione andando verso l'uscita, ma Bobby lo fermò.
<Non vorrai mica uccidere un uomo innocente?>.
<Allora perché mi hai fatto venire?> chiese di rimando il giovane.
<Perché? Perché era l'unico modo per riuscire a vederti! Perché sto cercando di farti ragionare! Perché credevo non saresti mai stato disposto a uccidere un uomo!> rispose il vecchio.
<Ti sei sbagliato invece> tagliò corto Sam <Voi aspettate qui. Lo farò da solo>.
<Mi dispiace, ma non ti farò uccidere nessuno->.
<Non ti immischiare in quello che io faccio o non faccio!> lo interruppe lui alzando la voce, facendo rimanere di sasso l'uomo, che prese una lama dalla sacca.
<Vuoi davvero tuo fratello indietro?> chiese <Bene. Meglio me di chiunque altro> concluse il vecchio.
<Bobby ma che stai dicendo?!> esclamai avvicinandomi.
<Io sono vecchio e vicino alla fine del mio percorso. Puoi continuare a combattere e a salvare vite, ma hai bisogno di tuo fratello. Quindi richiamalo a te> disse l'uomo guardando il ragazzo.
<Bobby->.
<Su avanti, io voglio farlo>.
Sam prese la lama, acconsentendo.
Bobby si mise in ginocchio, dandogli le spalle.
<Sam, fermati> gli intimai.
<Su, fallo figliolo> lo incoraggiò il vecchio.
<Sam, non farlo!> esclamai avvicinandomi, ma lui mi fece segno di stare indietro.
Sfilò dalla giacca un paletto, avvicinandosi all'uomo.
<Sai perché lo farò?> affondò il paletto nella sua schiena <Perché tu non sei Bobby>.
Il viso del vecchio si contrasse in un'espressione di dolore, per poi cadere a terra con un tonfo.
Il suo corpo non si mosse.
Il ragazzo mi lanciò uno sguardo.
<Bobby?> lo richiamai temendo che fosse davvero morto.
<Bobby!> esclamò Sam.
L'illusione svanì e il paletto volò nelle mani del Trickster bastardo, che ci sorrise beffardo.
<Hai ragione. Vi stavo prendendo in giro. Molto bene Sam. Ero convinto che fosse Dean quello fuori di testa, ma, tra la scenata al bar sei mesi fa e questo, mi sono ricreduto!> esclamò, ridendo con approvazione <Siete proprio disposti a tutto!>.
<Riportalo indietro> disse Sam.
<Chi? Dean?> chiese l'uomo confuso.
<Lo puoi fare?> gli chiesi sorpresa.
<Non avete ricevuto i miei fiori? Dean è morto e non tornerà indietro. Mentre noi stiamo parlando, la sua anima sta scendendo dritta all'inferno> rispose lui.
<Riportaci indietro a quel martedì o a mercoledì. A quando tutto è iniziato. Ti prego. Non ti daremo più la caccia. Te lo giuro!> lo pregò Sam con gli occhi lucidi.
<Me lo giuri?> chiese l'uomo con un sopracciglio alzato e il ragazzo annuì.
<Anche se potessi->.
<Tu puoi farlo>.
<È vero. Ma non significa che voglia farlo> rispose quello.
<Ti stiamo implorando. Chiameremo tutti i cacciatori che conosciamo e li avvertiremo di non infastidirti. Nessuno ti darà più la caccia. Ma devi riportarci indietro> lo pregai.
<Ancora non avete capito?! Questa è una lezione che ho cercato di inculcare dentro quegli ottusi cervelli da uomini di Neanderthal!> esclamò lui.
<Lezione? Che lezione?> chiese Sam.
<Questa ossessione di voler salvare Dean! Il modo in cui continuate a sacrificarvi l'uno per l'altro, non vi porterà a nulla di buono. Solo a sangue e dolore. Dean è il vostro punto debole e lui lo sapeva bene. Dovete accettare la sua morte. A volte è necessario dover lasciar andare le persone> rispose lui.
<È Dean. Non puoi chiederci di lasciarci tutto alle spalle> dissi corrugando la fronte.
<Lo so. Ma dovete riuscire a vivere la vostra vita senza di lui> rispose il Trickster.
<Ti prego, riportalo> Sam tirò su col naso <Ti prego...>.
L'uomo sbuffò scuotendo il capo.
<Accidenti! Con voi è proprio come parlare al muro!> esclamò <Va bene, ascoltate, tutta questa storia ormai ha smesso di divertirmi. Ho chiuso con voi!>.
<Che vuoi dire?> chiesi temendo la risposta.
<Significa che non voglio più sentirvi!> rispose, per poi schioccare le dita.-You better promise me! I'll be back in time!- la musica mi fece svegliare di scatto.
Mi girai verso il minore dei Winchester, anch'egli sveglio e con sguardo stralunato.
Dal bagno sbucò Dean, che aveva appena finito di lavarsi i denti.
<Volete dormire tutto il giorno?!> esclamò vedendoci ancora a letto.
<Lo so, non sono gli Asia. Questa stazione fa schifo> commentò il maggiore.
Sam guardò la radio.
<È mercoledì> disse ancora frastornato.
<Si, che di solito viene dopo martedì. Spegni quell'affare per favore> rispose Dean.
Sam scostò in fretta le coperte e andò a grandi falcate verso il fratello, per poi stringerlo in un abbraccio, lasciando il ragazzo parecchio confuso.
Appena il minore si scostò dal maggiore, fu il mio turno e non posso dire di non essergli saltata letteralmente addosso.
Lo feci sbattere al muro, rapendo le sue labbra per qualche minuto, mentre le sue mani vagavano sorprese sulla mia schiena e sulla vita, quando le mie iniziarono a tirargli leggermente i capelli.
Ci staccammo per mancanze d'aria e mi accorsi che lui aveva ancora gli occhi chiusi.
<Non so che cosa sia successo per meritarmi questo trattamento stamattina, ma suppongo fosse molto brutta> disse Dean.
<E non sai quanto>.
<Dai, andiamo via da qui> esclamò Sam contento che tutto sia tornato alla normalità.
<Niente colazione?> chiese il maggiore.
<No. Niente colazione> risposi sorridendo divertita.
<Va bene. Vado a caricare la macchina->.
<No. Tu non vai da nessuna parte da solo> lo fermò il minore.
<Ma è solo qui al parcheggio, Sam!> protestò l'altro.
<Fidati di noi, Dean>.
Finimmo di prepararci e finalmente, dopo tanto tanto tempo, lasciammo quella camera e quella cittadina, sperando di non doverci ritornare mai più.
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-Heroes don't wear capes-
FanfictionPrima parte Un rumore al piano di sotto mi fece svegliare di scatto. Guardai alle mie spalle se anche mio fratello si fosse svegliato, ma ovviamente non sentì nulla. Decisi di andare a controllare. Sentii dei vocii dalla cucina, così rimasi nascos...