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<Guardie private?> chiese la ragazza dando un'occhiata ad un uomo in divisa.
<No, non credo. Sono tanti e tutti professionisti> rispose Dean.
<Forse sono poliziotti che fanno il doppio lavoro> ipotizzai.
<Piazzati ad ogni porta?> chiese scettica Bela.
<Già. Non sarà così facile andare di sopra> concordò il ragazzo.
<Cosa suggerite?>.
<Sto pensando> rispose il ragazzo.
<Non ti sforzare troppo> commentò acida la ladra, ottenendo un'occhiataccia da parte mia.
<Allora se hai qualche idea brillante, prego> esclamai sorridendo falsamente.
La ragazza fece finta di svenire, facendosi prendere da Dean, che iniziò a scuoterla leggermente.
<Scusate, qual è il problema?> ci chiese una guardia avvicinandosi.
<Lo champagne. Mia sorella quando beve non si controlla, la deve perdonare> risposi.
<C'è un posto dove potremmo farla riposare con tranquillità?> chiese il ragazzo.
<Certo, seguitemi>.
Dean prese in braccio la ragazza, portandola in una stanza al piano di sopra.
La poggiò con non molta delicatezza su un divanetto.
<Lei penserà che sia uno strazio!> esclamò sorridente Dean alla guardia.
<Provi a viverci insieme!> continuai io, per poi chiudere la porta.

<Potevi essere più delicato> si lamentò la ragazza dietro le nostre spalle.
<E tu potevi almeno renderci partecipi dei tuoi piani> esclamai a denti stretti.
<Non volevo che pensaste. In quello non siete molto bravi> rispose lei. 
Mi avvicinai minacciosa a lei, ma il ragazzo si mise in mezzo, fermandomi.
<Claire ti prego, non è il momento. Concludiamo questa faccenda e poi ce ne andremo il più lontano da lei. Te lo prometto> sussurrò lui, mettendomi le mani sulle spalle, facendomi rabbrividire al contatto con le sue mani fredde.
<Stanza 235. La mano è chiusa in una teca di vetro con l'allarme> ci informò la ragazza. 
Dean andò verso la porta, ma lo fermai.
<Sei sicuro?> gli chiesi sussurrando.
Lui sorrise beffardo.
<Sono o non sono il migliore?!> esclamò facendomi scuotere la testa esasperata.
<Sta attento. E sii discreto>.
<Discreto è il mio secondo nome, raggio di sole> commentò lui.
<Si, ma anche combinaguai> aggiunsi e lui, dopo una smorfia degna di un bambino, se ne andò.

<Allora, da quant'è che continua questo gioco tra di voi?> chiese ad un certo punto Bela, rompendo il piacevole silenzio che si era creato.
Non risposi, continuando a fare avanti e indietro per la stanza.
<Non rispondi? Beh, allora deve essere seria la situazione, vero?> chiese ancora.
E ancora una volta non dissi nulla.
Lei sbuffò sonoramente.
<Devi fare per forza mutismo selettivo?!> esclamò ed io la ignorai.
Lei si alzò dal divanetto su cui era comodamente seduta.
<Ti vuoi fermare?!> esclamò ancora fermandomi per il braccio. Fulminea la spinsi al muro, puntandole un coltello alla gola.
<Non mi interessa niente se potresti essere effettivamente utile al nostro caso. Se avessi voluto, ti avrei uccisa mentre dormivi e non mi avresti nemmeno sentita arrivare> la minacciai gelida.
<Quindi cosa dovrei fare? Ringraziarti?> chiese ironica alzando il mento.
Applicai più pressione sulla lama.
<Si e anche tanto> risposi.
<E allora uccidimi pure. I Winchester non lo permetteranno. Non sono i tipi da sporcarsi di sangue innocente> disse ancora sfacciata.
<Hai ragione> concordai, per poi far comparire un sorriso inquietante sulla mia faccia, <Ma io lo sono> aggiunsi, per poi colpire senza esitazione.
La ragazza urlò chiudendo gli occhi.
Poi li riaprì, girandosi verso la lama conficcata nel muro...a pochi centimetri dalla sua testa.
Si rigirò verso di me con occhi sgranati.
<Ma tu sei completamente pazza?! Avresti potuto uccidermi!> esclamò alzando la voce.
<Esattamente. Quindi stai molto attenta Bela, perché io ti tengo d'occhio> la minacciai.

Qualcuno bussò alla porta, facendoci girare verso di essa.
<Signori, tutto bene? Ho sentito gridare e sono corso da voi> esclamò la voce della guardia fuori la porta.
Feci segno a Bela di stare in silenzio.
E, mentre l'uomo continuava a battere i pugni sulla porta, mi abbassai le spalline, per poi scompigliarmi i capelli.
Aprii sorridente la porta e l'uomo mi guardò assottigliando gli occhi.
<Tutto bene signora?> chiese ancora ed io sospirai divertita.
<Si si, tutto benissimo. Ci scusi tanto per lo spavento> dissi.
<Mi dispiace dirlo così, ma dovreste lasciare la stanza> rispose lui.
Lo guardai supplicante.
<Al momento non abbiamo ancora finito con la stanza. La prego, ci faccia rimanere un altro po'> lo pregai.
<Va bene signora> acconsentì lui ed io richiusi la porta.
Feci qualche risolino, per rendere più credibile la situazione e, appena lo sentii allontanarsi, mi ricomposi.
<Oh no> sussurrò alle mie spalle la ragazza, ferma davanti una vetrata che dava sul mare.
<Se stai per fare una critica alla mia sceneggiata improvvisata, giuro che il prossimo coltello non lo farò finire sul muro> la minacciai esasperata, ma lei non ribatté.
Restò in piedi rigida a guardare fuori con occhi sgranati.
Il suo comportamento mi sembrò eccessivamente strano, così la affiancai.
<Oh cazzo> esclamai capendo il motivo del suo irrigidimento.
Una nave scura, con le vele strappate navigava sul mare, accompagnata da grossi nuvoloni.
La prua prendeva la forma di una angelo.
La osservammo in silenzio, mentre svaniva sotto il nostro sguardo.
<Siamo fottute>.
La porta si aprì di scatto e Dean entrò nella stanza.
<Tutto bene?> chiese lui vedendoci ferme alla finestra.
<Si si, tutto bene. La mano?> mentii, riportando l'attenzione sul motivo per cui eravamo lì.
Il ragazzo la estrasse dalla giacca, facendo avvicinare la truffatrice.
<Nella mia borsa sarà meno visibile> disse lei.
Sfilai dalla giaccia del ragazzo la pochette bianca, coprendo la mano, per poi infilarla di nuovo nel blazer di Dean, sfiorando accidentalmente il suo petto.
Il suo sguardo ricadde su di me a quell'inaspettato contatto, ma io, dopo una veloce occhiata, mi schiarii la voce.
<Ritorniamo da Sam prima che si chiuda nel bagno con Gertrude> esclamai, per poi uscire dalla stanza.

<Ciao!> salutammo appena entrati in sala. La signora Case era appoggiata al petto del ragazzo, che la conduceva nel lento riluttante.
<Vi divertite?> chiese la ragazza alla coppia, facendo staccare Gertrude completamente ubriaca di champagne.
<Moltissimo. Lui mi vuole> sussurrò con la voce bassa la signora, facendo girarci verso il minore dei Winchester.
<Hai capito Sam!> esclamai, ottenendo un'occhiataccia.
<Metterò Gertrude sotto la doccia fredda> esclamò sussurrando Bela, portando via l'anziana.
<Ottima idea> concordò il povero Sam.
<Odori di sesso> esclamò il maggiore, facendomi annuire.
<Ha ragione. Puro sesso selvaggio> concordai.
<La volete smettere?!> esclamò infastidito il ragazzo, mentre noi ridacchiavano.
Uscimmo finalmente dal museo e ritornammo alla macchina.
<L'hai presa, vero? Ti prego, dimmi che non sono stato concupito dalla virago per niente!> chiese il minore al fratello.
<L'ho presa, tranqu- da chi?> rispose lui assumendo un'espressione confusa, per poi lanciarmi uno sguardo a cui risposi scrollando le spalle.
<Lasciate perdere. Fammela vedere> ordinò Sam e Dean la uscì dalla giacca avvolta nel fazzoletto.
Lo tolse, scoprendo con orrore solo una piccola nave in bottiglia.
<Io la uccido!> esclamò a denti stretti lui.
<Ci ha truffati! Di nuovo!> esclamò di rimando il fratello.
<State tranquilli> dissi calma.
<Perché diavolo non stai impazzendo?! Ci ha derubati della sola cosa che poteva fermare gli omicidi!> esclamò Dean girandosi verso di me.
<Non andrà lontana>.
<E tu come fai ad esserne sicura?> chiese Sam accigliandosi.
<Perché ha visto la nave> risposi.
<E come lo fai a sapere?> chiese Dean.
<Perché l'ho vista anch'io>.

-Heroes don't wear capes-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora