Un rumore al piano di sotto mi fece svegliare di scatto. Guardai alle mie spalle se anche mio fratello si fosse svegliato, ma ovviamente non sentì nulla.
Neanche una bomba lo sveglierebbe.
Decisi di andare a controllare. Probabilmente era soltanto Lilly che aveva fatto cadere qualcosa.
Come sempre.
Prima o poi mamma caccerà quel gatto a calci se continua a rompere le sue ceramiche.
Scesi le scale, ancora sonnecchiando.
Sentii dei vocii dalla cucina, così rimasi nascosta per ascoltare.
<Ti prego. Ti supplico non farmi del male. H-ho una famiglia. Dei bambini. Ti prego> disse la voce scongiurante di mio padre, che non ottenne risposta.
Mi sporsi dal nascondiglio per vedere l'uomo con cui mio padre stava parlando.
Era alto, non molto robusto. Le mani, però, erano strane, come se avesse degli artigli.
Il sonno. Il sonno gioca brutti scherzi alla mente.
Mio padre intercettò il mio sguardo, iniziando a scuotere impercettibilmente la testa.
L'uomo seguì il suo sguardo ed io mi abbassai fulminea.
Non dovrebbe avermi vista.
Non dovrebbe.
Mi sentii in un film horror.
Rimasi immobile.
Trattenni il più possibile il fiato.
Non dovevo fare rumore.
Una mano mi prese di scatto il braccio, tirandomi fuori dal mio nascondiglio.
<No no ti prego! Non farle del male! È solo una bambina!> esclamò mio padre appena mi vide nelle mani dell'uomo.
Guardai l'uomo che mi teneva ferma e il mio cuore si fermò per un attimo.
Gli occhi erano gialli e delle zanne sporgevano dalla bocca.
<Papà!> lo richiamai con il cuore in gola.
<Sta tranquilla, va bene? Andrà tutto bene> cercò di tranquillizzarmi mio padre, non riuscendoci.
Mi dimenai nelle mani dell'uomo.
Lui in risposta mi serrò la gola con una mano.
L'ossigeno arrivava sempre meno.
Il sangue era arrivato al cervello.
Mio padre colpì il mostro con una bottiglia, facendogli lasciare la presa sul mio collo.
Il mostro si gettò su di lui, mentre si dimenava.
Mio padre urlò.
Lacrime calde presero a scendere sul viso.
Il corpo dell'uomo si fermò e sotto di lui una pozza di sangue iniziava ad allargarsi.
Il mostro si alzò con il cuore di mio padre in mano.
Iniziò a...mangiarlo. Davanti i miei occhi.
L'orrore mi pervase mentre osservavo il cuore e gli occhi vitrei dell'uomo a cui volevo tanto bene.
Il mostro mi venne in contro, ma appena udì dei rumori al piano di sopra, se ne andò scappando.Mi svegliai di soprassalto, guardandomi freneticamente intorno.
Tirai un sospiro di sollievo quando capii di trovarmi nella stanza del motel.
Mi alzai, per poi uscire fuori a prendere una boccata d'aria.
Una folata gelida di fece rabbrividire.
La porta della stanza si aprì, rivelando la figura di un Will assonnato.
<Stai bene?> mi chiese.
<Si si, non ti preoccupare> mentii ritornando a fissare le stelle nel cielo.
Lui si sedette affianco a me, per poi passarmi una bella bottiglia di birra.
<Di nuovo quell'incubo?> chiese dopo un po'.
<Già>.
Un brivido mi corse lungo la schiena e Will se ne accorse.
Si tolse la coperta dalle spalle e l'appoggiò sulle mie.
<Grazie Willy>.
<Beh, non posso di certo lasciarti ammalare. Altrimenti chi ti sopporta più> rispose, ricevendo una piccola spinta in risposta.
<Ma per favore! Ti devo ricordare l'ultima volta che sei stato male?! "Sto morendo! Aiutatemi, per favore! Addio mondo!"> esclamai imitandolo con gesti drammatici.
Lui spalancò la bocca offeso.
<Non è assolutamente vero! Stavo veramente male!->.
<Will, avevi 37.5 di febbre!> lo interruppi.
<No no, almeno 38!> ribatté lui facendomi ridacchiare.
<Ti direi missione completa, ma so che appena ti lascerò ricomincerai a pensare. Quindi rimarrò qui fino a quando vorrai. Anche se si congela> disse dopo un po', facendomi abbassare lo sguardo.
<Non devi per forza->.
<No no no, devo eccome. Sei la mia...migliore amica. È il mio dovere> mi interruppe stringendomi di più a sé.
<Grazie Willy>.
<A proposito, non sarebbe l'ora di cambiare il mio nomignolo?>.
<Ma perché?! È così carino!>.
<Ma se mi hai chiamato così solo perché assomiglio a Willy Wonka?!> esclamò facendomi scoppiare a ridere.
<Ma siete uguali!> ribattei ridendo, coinvolgendo anche lui dopo poco.
<Ti odio, sappilo> disse lui.
<No no, tu mi ami. È diverso>.
<Forse, ma non lo verrai mai a sapere> rispose.<Claire! Terra chiama Claire> esclamò mio fratello al di là della porta del bagno.
Aprii la porta, ritrovandomi mio fratello con le mani sui fianchi.
<Ma che fai in quel bagno per starci mezz'ora?!> esclamò arrabbiato.
<Oh quante storie! Non puoi aspettare e basta?!>.
<Certo, ma la mia vescica avrebbe altri piani, vostra maestà> ribatté chiudendosi in bagno.
<Infantile!> gli urlai da dietro.
<Scontrosa!> ribatté facendomi alzare gli occhi al cielo.<Che fai?> mi chiese Chris vedendomi al telefono.
<Sto provando a chiamare Will> risposi, ma la segreteria rispose di nuovo.
<Ancora?! Vedrai che sta bene. Forse non prende da lui o ha il telefono scarico>.
<O forse è stato attaccato dai mostri ed è morto> ribattei facendogli alzare gli occhi al cielo <Chris, seriamente, è da troppo tempo che non risponde. Sarebbe dovuto essere qui da giorni e invece non c'è. Sono preoccupata> dissi e lui mi mise una mano sulla spalla.
<Sta tranquilla, ok? È Will. Lui ritorna sempre da noi. Anzi, da te> disse ammiccando alla fine.
<Quella botta in testa che hai preso da piccolo ha fatto davvero tanti danni al tuo cervello>.
<Claire, ma stai scherzando?! Non c'è niente che Will non farebbe per te. Tu lo chiami, lui arriva. È sempre stato così. Solo tu non te ne sei accorta> ribatté ancora.
Feci per rispondergli, ma una notifica apparì sullo schermo del telefono.
Lessi il messaggio.
<Beh, penso proprio che abbiamo un caso per noi>.
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-Heroes don't wear capes-
FanfictionPrima parte Un rumore al piano di sotto mi fece svegliare di scatto. Guardai alle mie spalle se anche mio fratello si fosse svegliato, ma ovviamente non sentì nulla. Decisi di andare a controllare. Sentii dei vocii dalla cucina, così rimasi nascos...