<Claire!> sentii una voce chiamarmi.
<Claire! Maledizione, svegliati!> esclamò ancora.
Aprii gli occhi a fatica, con un martellare incessante in testa.
Mi guardai intorno confusa.
<Stai bene?> chiese Sam vedendomi spaesata.
<Che è successo?> chiesi con la voce roca.
<Il Crocotta è, a quanto pare, l'uomo con la giacca e non Stewie> rispose lui rinfrescandomi la memoria.
<Scusami Clark! Qualsiasi cosa ti abbia fatto, ti chiedo scusa! Perdonami!> iniziò a piagnucolare il suddetto Stewie, legato anche lui ad una sedia.
Da dietro comparse il pelato.
<Ecco il figlio di puttana> lo salutai calorosamente.
Lui tirò fuori un coltello, avvicinandosi all'uomo nonostante Sam gli chiese più volte di fermarsi.
<Siete svegli> osservò sorpreso, puntando la lama sulla coscia di Stewie.
<Tu non sei un assassino, Clark! Tu sei un brav'uomo, io l'ho sempre saputo> esclamò quello terrorizzato.
Il mostro alzò lo sguardo su di noi, sorridendoci maligno.
<Voi che ne pensate? Sono un brav'uomo?> chiese sarcasticamente.
<Lascialo andare!> intimò Sam.
<Vorrei farlo, dico davvero, ma ho mangiato solo un'insalata oggi a pranzo. Capisci?> rispose quello.
<Anche Sam. Eppure non va in giro a rapire e uccidere la gente. Ti consiglio un indirizzo di un dietologo, si trova in Via Muori Male, proprio sulla strada per andare a Fanculo> commentai.
Lui alzò il coltello.
<Io sono affamato!> urlò.
<No!>.
La lama si piantò proprio nel petto dell'uomo, da cui prese a sgorgare sangue.
Il mostro aprì la bocca, mostrando i suoi denti affilati, per poi succhiare via l'anima di Stewie dal suo corpo.
<Avevi pianificato tutto, vero bastardo?> chiesi retoricamente capendo tutto <Eri tu alla telefonata con Dean. Ci hai portati qui, vero?>.
<A volte chiamo io e a volte uso gli altri. Però dovete ammettere che sono riuscito a ingannarvi tutti. Tutte quelle stronzate sul "telefono di Edison". Che storia!> esclamò ridendo, per poi andare verso un pannello di controllo, tirando la testa all'indietro.
<Che stai facendo?> chiese Sam.
<Sto per uccidere Dean. O magari un altro tizio. Non resta che aspettare e vedere> rispose quello.
Feci un cenno col capo al ragazzo, indicando i polsi legati e lui annuì.
<Sai, imitare Dean è una cosa, ma mio padre...quello è stato un bel trucco> commentò Sam ad un certo punto, distraendolo.
<Quando ho capito che eravate cacciatori, è stato facile> rispose.
<Ho trovato il numero di Dean> continuò avvicinandosi.
<Poi il vostro e poi quello di tuo padre e di Will>.
Si avvicinò ancora.
<Poi le mail, i messaggi vocali>.
Un altro passo.
<Tutto quanto>.
Ormai era chino sul minore.
<La gente crede che queste cose vengano cancellate, ma non è così. Sareste sorpresi di scoprire quante vostre tracce ci sono in giro in attesa di essere ripescate> concluse, puntandogli il coltello insanguinato contro.
<Sono sicuro che Dean non ci cascherà. Non ucciderà quell'uomo, vedrai> disse Sam.
<Allora morirà lui> rispose l'altro, per poi allontanarsi.
<La tecnologia ha facilitato molto la mia vita> ricominciò, stavolta avvicinandosi a me, per poi scostarmi i capelli dal viso col coltello.
<Anche tu sui siti d'incontri?! E come mai sei ancora solo come un cane?> commentai.
<Prima dovevo stare nascosto per giorni, settimane, per arrivare alla gente e poi riuscire a rubargli l'anima. Ma c'erano sempre i loro amici che si prendevano cura di loro. Ero fortunato se riuscivo a prendere una o due anime l'anno> continuò, puntandomi la lama contro la gola <Ma ora, quando sono affamato, mi basta fare una telefonata. Voi umani siete così collegati. Ma non siete mai stati così soli> concluse, per poi aprire la bocca mettendo in mostra i suoi denti.
Finii di liberarmi dai fili che mi tenevano legata e lo spinsi per terra.
Feci per prendergli la lama, ma lui mi scaraventò dall'altra parte della stanza.
Anche Sam si liberò, e bloccò l'uomo al muro, che tentò di ribellarsi.
Riuscì a dargli un pugno sul naso, facendo allontanare il ragazzo, il cui sangue iniziò a sanguinare.
Incominciammo a girare intorno, come predatori, in attesa che uno dei tre attaccasse per primo.
L'uomo decise di partire, accanendosi su di me, cercando in ogni modo di colpirmi.
Riuscii a schivare la maggior parte dei suoi colpi.
Ad un certo punto fece una finta e mi procurò un taglio sul braccio.
In risposta gli diedi un calcio sul petto, facendolo indietreggiare.
Sam gli prese le braccia, cercando di spingergli la faccia contro un gancio di ferro.
L'uomo oppose resistenza.
Gli corsi in contro e gli tirai un pugno sul naso.
La sua testa si scontrò con l'uncino, schizzando il muro di sangue.
Spalancò gli occhi.
Il sangue prese a uscirgli dalla bocca, mentre veniva colto da delle convulsioni.
Poi si fermò e i suoi occhi si chiusero definitivamente.
Tirammo un sospiro e, silenziosi, ritornammo al motel.
Entrammo in stanza e la luce del bagno era accesa.
Dean si stava tamponando la faccia livida con un panno bagnato.
<Vedo che sei più carino del solito> commentò vedendo il fratello.
<Se è per questo, anche tu> rispose quello.
Feci un cenno al maggiore a cui lui rispose a ciò con un altro.
<Stai sanguinando> disse poi indicando il mio braccio.
Feci per prendere il panno, ma lui lo tirò indietro.
<Faccio io>.
<Non ce n'è bisogno> lo fermai, ma lui mi lanciò un'occhiata.
Tolsi la giacca con una smorfia, per poi alzare la manica della maglia, scoprendo il taglio.
Lui iniziò a pulirmi la ferita, tamponandola delicatamente, per poi mettermi i punti.
Poi passò alla lesione sulla fronte, lavando via il sangue secco.
<Grazie> dissi solamente e lui uscì dal bagno.
<Quindi era un Crocotta> iniziò Dean, sedendosi sul letto <Questo spiegherebbe le mosche>.
Abbassò lo sguardo, guardando il pavimento.
<Ascolta, mi dispiace che non fosse papà> disse il minore.
<Devo farti le mie scuse anch'io. Avevi ragione tu> ammise l'altro, per poi alzare lo sguardo <È che, pensavo davvero che ci fosse un modo per sciogliere quel patto. Invece devo abituarmi all'idea che...finirò all'inferno. Per sempre>.
Mi sedetti al suo fianco.
<Ho paura. Ho davvero tanta paura> ammise dopo guardandoci.
Gli accarezzai la nuca.
<Lo sappiamo>.
<Ero disposto a credere a qualunque cosa. Sapete, l'ultimo atto di un uomo disperato> sospirò amaramente.
<Non c'è niente di sbagliato nella speranza->.
<Con la speranza non si risolve niente. Non posso sperare che papà mi salvi con un miracolo all'ultimo minuto. Non posso aspettarmi che lo faccia nessuno. Solo io posso tirarmi fuori da tutto questo> disse lui interrompendomi.
<E io> aggiunsi.
<E io?> chiese lui.
<E anch'io> esclamò Sam.
Lui ci guardò stranito.
<Cosa?> chiese il minore.
<Ho appena fatto una battuta drammatica e voi me la rovinate con "E io"?!>esclamò lui in risposta.
<Sei diventato un attore?> chiese Sam.
<Lasciamo stare> liquidò il maggiore con un gesto della mano, per poi accendere la tv e passarci delle birre.
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-Heroes don't wear capes-
FanfictionPrima parte Un rumore al piano di sotto mi fece svegliare di scatto. Guardai alle mie spalle se anche mio fratello si fosse svegliato, ma ovviamente non sentì nulla. Decisi di andare a controllare. Sentii dei vocii dalla cucina, così rimasi nascos...