Parte 64

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Scelsi la verità, strada tortuosa e ricca di precipizi, ma anche l'unica via verso

la fiducia. Pertanto, mi alzai in piedi e raccontai la mia storia.

- Il mio nome è Prometeo, o almeno penso. Della mia vita non conosco molto. Sono un ex prigioniero del Gabbio: per questo ricordo solo quello che mi è successo da quando ho aperto gli occhi nella sua pianura.

Mi fecero evadere per avere un aiuto in una ipotetica ribellione contro la capitale. Nessuno chiese che cosa volessi io. Mi piacerebbe una vita tranquilla, un lavoro onesto, senza scappare sempre. Questa è la mia storia. -

- Beh, adesso un lavoro lo hai. - mi fu risposto con sorriso, da parte del capitano che sembrava contento che fossi stato sincero.

Con il sole calante, ci stavamo avvicinando alla prima tappa del nostro viaggio.

- Ragazzi, adesso andate a dormire. Domani, ci aspetta un duro lavoro. - con queste parole il capitano ci congedò.

Io e Alexis eravamo nella stessa cabina. Questo portò ad una chiacchierata, prima di dormire.

- Pensi che sia stata una buona idea, raccontare la verità su di te? - mi domandò, con un tono che mi fece capire la sua contrarietà.

- Penso di sì, non ci è successo ancora niente da farmi pensare il contrario. - Dopo queste veloci battute, non aggiungemmo altro. Forse avevo convinto Alexis che la verità non ci avrebbe portato alcun male.

L' ingresso dei raggi del sole, illuminò i nostri volti, mai risveglio fu più dolce.

Appena sul ponte, si poteva vedere le coste di una colonia.

- Signori, benvenuti a Feltria! - esclamò il capitano.

Attraccammo al suo porto, da lì si potevano sentire le urla dei mercanti che incitavo i clienti a comprare la loro merce.

Ad accogliere la nostra barca, un uomo sulla cinquantina, ben vestito.

- Gaius, è sempre un piacere rivederti. Cosa mi hai portato, questa volta dalla capitale? -

- Come sempre, un po' di tutto. Ma di particolare, questa volta ho trovato dei bracciali. -

- E che cosa hanno in particolare? -

- Sono appartenuti al generale Massena e ai suoi più stretti collaboratori. –

- Fantastico, troverò facilmente qualche collezionista a cui rivenderli. - Nel mentre, vidi Alexis sorridere, pensai che fossero chiaramente dei falsi. In ogni caso, il nostro capitano diede l'ordine di scaricare tutte le casse a bordo e così facemmo.

Terminato il nostro lavoro, fummo pagati. Il resto della giornata eravamo liberi di visitare la città.

Io e Alexis visitammo il mercato cittadino, molto affollato e ricco di qualsiasi cosa si desideri. Dalla frutta ai vestiti, dai gioielli fino alle armi bianche. Come mi avevano detto, qui il tempo sembrava essere molto indietro rispetto alla capitale. Pensai che, se le armi reperibili qui fossero quelle viste al mercato, non era difficile per i soldati del generale, tenere a bada eventuali rivolte popolari.

Tutta l'economia di questa colonia girava tutto attorno al commercio; infatti, il suo porto era un continuo via vai di navi. Qui passavano merci dalle colonie lontane che avevano come destinazione ovviamente la capitale.

Fruttuoso anche il settore ristorativo. I mercanti di passaggio mangiavano e bevevano in un dei degli alberghi della città, più o meno economici.

Il numero di abitanti pareggiava, a mal a pena, quello dei passanti.

Non era difficile credere che avevano molto rispetto e gratitudine verso la capitale. Erano la colonia più vicina, inoltre poco fuori, ma sempre nei suoi confini, sorgeva la maggiore caserma di addestramento dei soldati del generale. Tutto questo, fa sì che la disoccupazione fosse quasi nulla. Il ritardo tecnologico non era un motivo di irritazione. Molti non avevano neanche mai visto la capitale. Come potevano essere arrabbiati o gelosi per un qualcosa con cui non avevano mai avuto il minimo contatto.

Di contro, la capitale concedeva qualche piccolo privilegio a Feltria, come ad esempio tasse più vantaggiose rispetto alle altre colonie.

Perché questo? Semplice, in caso di una possibile guerra, Feltria avrebbe potuto essere l'ultimo baluardo difensivo, prima delle mura della capitale. Questo non è forse l'animo del commercio? Dare e avere.

Come in tutte le cose, ovviamente c'è il rovescio della medaglia. Chi ne risentiva di questo rapporto privilegiato? Naturalmente le altre colonie che pagavano maggiori tasse e quasi ogni risorsa veniva prelevata dalla capitale con l'aiuto dei soldati.

Passeggiando per quelle vie, si incontravano volti di varie etnie anche persone provenienti da territori oltre le colonie.

Mi fermai un momento per strada.

- Perché ti sei fermato? - domandò giustamente Alexis.

- Ho la sensazione di essere osservato. -

Scrutammo per un po' le persone che tranquille compravano merci dai

mercanti.

- Sembra tutto normale. - continuò

- Sarà stata solo una sensazione. -

Stavo diventando paranoico? Vedevo fantasmi ovunque?

Probabilmente sì, ma quando c'è in ballo la propria sicurezza, meglio un controllo in più che uno in meno.


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