Parte 93

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L' arrivo al porto fu tutto sommato tranquillo, il mare era stato clemente, sembrava capisse che venivamo spinti dagli ideali di libertà e uguaglianza. Pareva che ci stesse dando, in qualche modo, il suo sostegno.

Ad accoglierci trovai Alexis, insieme ad un gruppo della resistenza.

- Ottimo lavoro, Prometeo! -

- Grazie, ma avresti potuto dirmi la verità prima. -

- Se avessi fatto così, probabilmente il mio piano sarebbe fallito. -

- È inutile guardare al passato. Qual' è la prossima mossa? -

- Dirigiamoci verso la prigione. -

Entrambi alla guida dei nostri rispettivi gruppi, marciammo verso il carcere della colonia.

Bastavano qualche migliaio di persone senza armi per riuscire a ottenere qualche diritto in più?

Ovviamente no, ma la cosa non mi preoccupava minimamente.

Alexis sicuramente aveva architettato qualcosa di grandioso.

Davanti all' imponete struttura, tutte le guardie erano schierate come a

protezione del castello.

Ci disponemmo davanti l'ingresso principale, senza muoverci.

Era le precise indicazioni di Alexis, aspettare senza fare movimenti.

Intanto, il nostro arrivo aveva creato l'attenzione dei passanti che si fermarono a guardare, incuriositi.

Avevamo i fucili puntati a dosso, ma non avrebbero mai osato sparare, perché questo avrebbe causato lo sdegno della popolazione che avrebbe reagito.

Entrambi gli schieramenti, dunque, erano in attesa che qualcuno facesse la prima mossa.

Dietro un vetro antiproiettile, notai Ottaviano che, probabilmente, aveva già avvertito il generale del mio tradimento.

Guardai Alexis, come a chiedere che cosa dovessimo fare. Ma i suoi occhi erano fissi sulla prigione.

Di colpo, si sentirono delle piccole esplosioni e gran numero di urla.

Che cosa stava succedendo?

Le guardie iniziarono a spostarsi all' interno, dunque, stava succedendo

veramente qualcosa, ma cosa?

- Alexis, che cosa sta succedendo? - domandai.

- Stiamo riscrivendo il futuro. - rispose in maniera filosofica.

All' improvviso, il grosso cancello d' ingresso si aprii.

Oltre la sua soglia, era chiaramente in atto una rivolta dei detenuti contro i secondini.

- Entriamo! - ordinò, il vecchio comandante.

- Non abbiamo armi, come possiamo vincere? -

Verso di noi, corsero dei giovani prigionieri portando dei grossi bauli.

- Ecco le tue armi! -

Una volta aperti, trovammo pistole, fucili e anche armi bianche.

Non bastavano per tutti, così ci organizzammo che le prima file sarebbero state armate, mentre chi era sprovvisto di armamenti sarebbe stato nelle retrovie.

- Avanzate! -

In maniera ordinata, ma dirompente, attaccammo la prigione.

- Arrendetevi subito e non vi sarà fatto del male! - intimò il nostro comandante.

Da soli i detenuti stavano avendo la meglio, il nostro soccorso accelerò solo la facile vittoria. Perché, la maggior parte dei soldati, vedendoci, si arrese. Qualcuno combatté fino alla morte.

Ci tengo a sottolineare che fu una loro libera scelta. Ogni vita persa è una sconfitta per tutti. Non passa giorno che non ripensi a quei momenti, immaginando un finale diverso.

Nel giro di qualche minuto, avevamo il pieno controllo della prigione,

mancava solo l'ufficio del direttore all' ultimo piano.

- Mettete i soldati nelle celle! -

Ci fu un rovesciamento dei ruoli, da carnefice a vittima e viceversa.

Ottaviano, ci aspettò con la porta spalanca. Aveva ben capito che non poteva più vincere. Inoltre, era consapevole che vivo serviva di più.

Sarebbe stato un utile pedina di scambio.

- Sapevo che di te non ci si poteva fidare. - pronunciò Ottaviano con una smorfia di auto-celebrazione.

Prima che potessimo aggiungere qualsiasi altra cosa, venimmo attratti da un forte rumore, proveniente da poco fuori il carcere.

Subito corremmo alla finestra per capire cosa stesse succedendo.

Un grosso aereo militare era atterrato a poca distanza.

Da esso, uscirono una schiera enorme di soldati. Dopo che il luogo

dell'atterraggio era stato messo in sicurezza, entrò in scena il generale in

persona.

La gente che prima assisteva incuriosita, ora si era tappata in casa per paura di possibili rappresaglie.


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