Parte 57

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Sempre continuando a seguire Alexis, mi sembrava di cominciare a riconoscere la vegetazione, sintomo che eravamo vicini.

Non sbagliavo, dopo solo un paio di chilometri, riconoscevo perfettamente l'ambiente circostante.

Eravamo molto vicini, questo mi sembrò ricaricarmi le energie che, dopo una camminata durata quasi due giorni, cominciavano a mancare.

Passo dopo passo, scrutavo ogni singola foglia per riuscire ad intravedere il prima possibile il villaggio.

Venni premiato, in lontananza scorsi le sue mura che avevo visto iniziare a sorgere.

- Siamo arrivati! - esclamò Alexis che sembrava, anche lui, molto contento.

Per me si trattava dell'ennesimo ritorno a casa, ma ogni volta è diverso. Perché, quando si lascia casa per le più svariate destinazioni, la vita ci regala emozioni e avventure che altrimenti non avremmo vissuto.

Nel mio caso, il mio allontanamento non era stato volontario, ma avevo visto oltre il Gabbio, scoperto cose, che altrimenti non avrei nemmeno immaginato.

Adesso sì, lo potevo dire senza alcun dubbio, eravamo arrivati.

Percorremmo gli ultimi metri, come fossimo alla finale olimpica dei 100 metri.

Arrivati davanti al portone d' ingresso, una guardia ci intimò dii fermarci.

Non mi sembrava di conoscere quell'uomo.

- Siamo amici di Alexander. - esordii io.

- Alexander? - mi rispose perplesso.

- Non conosco nessun Alexander. Adesso sparite, oppure chiamo i rinforzi e usiamo le cattive. -

Incerti e sconcertati, ci allontanammo per non avere problemi.

Ancora una volta, ci ritrovammo uno di fronte all' altro, seduti sull'erba. Ripensavamo a quanto fosse accaduto e, come dei moderni Sherlock Holmes, cercammo di risolvere l'arcano.

Com'era possibile che non conoscesse Alexander? Forse ci aveva mentito? Non penso perché, quando facemmo il suo nome, ci sembrò veramente perplesso, inoltre, il fatto che il suo viso non mi fosse famigliare era un ulteriore indizio che ci aveva detto la verità.

Ma allora che cosa era accaduto?

- Tu hai qualche spiegazione? - chiesi, dopo essermi arreso.

- No, onestamente no. -

Dopo questo breve colloquio, entrambi tornammo a ragionare ognuno per conto suo.

Dopo un ulteriore tempo di riflessione, una spiegazione la trovò Alexis.

- Ho capito! - urlò, attirando immediatamente la mia attenzione.

- Spiegati – ansioso di comprendere.

- Quando gli scienziati crearono il mondo digitale, svilupparono due scenari differenti. Al momento della scelta definitiva si optò per la versione che hai conosciuto. L'altra venne scartata perché era acerba e piena di bug.

Evidentemente il suo sviluppo non venne mai veramente interrotto e, oggi, ci troviamo in quella versione. -

Non dissi niente, mi serviva qualche secondo per assimilare e capire quello che mi era stato riferito.

- Caspita – non riuscendo ancora comprendere bene.

- Secondo te perché ci hanno mandato qui? - chiesi, sperando che sapesse anche questo.

- Per la principale differenza che c'è in questa versione. -

- E cioè? -

- Chi muore qui, muore anche nella vita reale. -

Il mio sguardo divenne serio e preoccupato.

Di questo se ne accorse anche il mio compagno di sventure.

Immaginava fossi diventato così serio per la "bella" differenza fra le due

versioni del Gabbio.

- Guarda che basta non morire. -disse per rincuorarmi.

- Non è questo. -

- E allora cosa hai? -

- Non ti ho mai raccontato la mia storia. - In quel momento attirai la sua attenzione.

- Raccontamela adesso, in questo momento non altro da fare. - richiamando la battuta che feci io per farmi raccontare la sua storia.

- Ti racconto il particolare che in questo momento è più rilevante.

Qualche tempo fa, mi fecero uscire dal mondo digitale. Fuori da qui, mi raccontarono che io ero un esperimento. -

- Spiegati meglio -

- Morto nel Gabbio, sarei morto anche nella realtà. –

- In poche parole, gli hai fatto da beta tester. -

Probabilmente era andata così, avevano risolto i vari bug della versione e gli serviva qualcuno che testasse i risultati.

- Ora che facciamo? - chiesi sconsolato.

- Non lo so, possiamo tornare al mio nascondiglio. -

Non avevo per nulla voglia di fare altri due giorni di strada per tornare esattamente al punto di partenza.

- No, torniamo al villaggio. Ci faremo ricevere dal loro capo e cerchiamo di capire come funziona questa versione. -

Così facemmo.


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