La prima volta che uscii dal Gabbio, parlando con la guida turistiche, ero venuto a conoscenza del Regno di Apollonia e la forma di governo che lo reggeva.
Poi, con tutte le vicende successe, il fatto che un Regno per essere tale,
doveva avere un sovrano, era l'ultimo dei miei pensieri.
Indagando con la gente, soprattutto in alcuni bar della periferia, venni a conoscenza che non usciva mai dal suo castello.
Su un colle, poco lontano dalla città, sorgeva questa splendida fortezza.
Le uniche visite del re erano il momento delle elezioni. Era, infatti, compito suo, in base al risultato elettorale, nominare il primo ministro.
Da quando era entrato in scena Cornelio Augusto, il titolo era cambiato, in
"primo ministro e generale supremo dell'esercito".
Puro gioco di semantica, ma stava a sottolineare la sua formazione militare.
Vi era un tacito accordo fra i due, il re non interferiva con l'operato del
generale e, in cambio, gli era permesso di vivere tranquillo nella sua gabbia d'
orata.
Volevo conoscerlo e capire che persona fosse.
Chiesi al generale di fissarmi un appuntamento con la scusa che volevo farmi conoscere.
Venni accontentato, il giorno dopo avevo già la mia visita.
Vestito in alta uniforme, scortato da un gruppo di soldati, più per scena che per altro, mi presentai al castello.
La mia macchina si fermò davanti al portone d' ingresso.
A ricevermi, un folto gruppo del personale del castello.
Le visite ufficiali sono tutte uguali, quello che cambia è l'argomento del tavolo
di confronto.
Il re Filippo III si fece trovare sul trono con tanto di corona.
Mi parve che volesse farmi una buona impressione. Era consapevole che, di fatto, non contasse nulla.
Doveva limitarsi a far sembrare il generale democraticamente eletto e non doveva, in alcun modo, creare problemi.
In piedi, vicino al trono, trovava posto sua moglie: la regina.
Per tutto il tempo che rimanemmo nella sala grande, non ebbe il coraggio di
guardarmi negli occhi.
Perché avesse paura di me? Non credo, ipotizzo, invece, che era contraria a quello che rappresentavo.
- È un onore conoscervi di persona, mio Signore. - rispettando in pieno il cerimoniale.
Mi sembrò sorpreso di tanto buon costume, evidentemente, gli altri ufficiali, non lo trattavano alla stessa maniera.
- Ho saputo che volevi conoscermi. - esclamò con voce poco sicura.
- È così, sire. -
- Hai un motivo particolare per chiedermi di incontrarti? - nel frattempo che lo diceva, mi sembrò preoccupato. Forse, temeva che il generale volesse rimuoverlo dal suo ruolo.
- Sono stato eletto da poco braccio destro del generale e volevo avere
l'onore di conoscere il Capo di Stato. -
Non sembrò convinto, ma tanto non poteva fare nulla.
- Sarai accontentato, mi sono permesso di far preparare una colazione per conoscerci meglio. -
Finita la frase, si alzò e mi chiese di seguirlo.
In una sala vicino si trovava una tavola lunga con solo due posti a sedere. Ci sedemmo alle due estremità. Nel mezzo, ogni sorta di cibo immaginabile.
- Allora, qual' è il vero motivo della tua visita? -
- Come le ho già detto, volevo solo conoscerla. -
- Facciamo finta che ci creda. Adesso, però, andiamo avanti. Dimmi di cosa ha bisogno il generale. -
- Non so di cosa ha bisogno il generale, ma per quanto mi riguarda, non ho secondi fini. -
- Molto bene. Hai una faccia pulita, credo alle tue parole. Godiamoci la colazione. -
Dopo questa conversazione, capii che ogni qualvolta il re incontrava un ufficiale era per un ordine del generale.
Il ruolo del sovrano era veramente di pura immagine.
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Il silenzio della libertà
Adventure"Il silenzio della libertà" è un romanzo avvincente che esplora i temi della libertà, del destino e della moralità attraverso la storia di Alexis, un giovane uomo che si trova a sfidare le avversità in un mondo ostile. Ambientato in un villaggio rem...