Parte 87

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Quella mattina mi ero recato nei laboratori.

Furtivo e silenzioso non avevo attirato occhi indiscreti.

La ragazza dai lunghi capelli biondi non aveva specificato in quale stanza mi

sarei dovuto recare, pertanto mi feci guidare dall' istinto.

Senza un perché, mi trascinai nella sala dove venivano custoditi i corpi degli abitanti del Gabbio.

Percorsi gran parte di quella grande stanza, ispezionando teca per teca per cercare visi famigliari.

- Sapevo che saresti venuto qui. - sussurrò una voce alle mie spalle. Riconobbi immediatamente quella voce. Apparteneva allo scienziato che mi fece uscire dal mondo digitale.

- Non pensavo di dirlo, ma sono contento di sentire la tua voce. - risposi, voltandomi.

- Anche io sono contento di rivederti. -

Rimanemmo lì a fissarci per qualche istante, poi ci abbracciamo come due amici di vecchia data che non si vedono da tempo.

A distanza di qualche minuto, venimmo raggiunti da Beatrice. In parte, nascosi la mia gioia nel rivederla.

Finiti i convenevoli, era ora di mettersi al lavoro.

- Dobbiamo convincere gli abitanti del Gabbio a uccidersi a vicenda, in quanto facendo così, torneranno nel mondo reale. - esclamò Albert, l'unico vero esperto del macchinario che gestiva tutto.

- Come facciamo a comunicare con loro? - domandai.

- Diventerò un guardiano! - esclamò all' istante Beatrice.

- Penserà a tutto Albert. - continuò a spiegare.

Dopo qualche minuto per preparare tutto il necessario, Beatrice venne addormentata e posta in una delle vasche della stanza.

Purtroppo, non potevamo avere immagini della sua avventura, potevamo solo aspettare e sperare che avesse successo.

Furono momenti di grande tensione e nervosismo.

Io e Albert eravamo concentrati e non profanammo neanche una mezza parola.

Con occhi spalancati e senza alcun battito di ciglia eravamo in attesa.

Il corpo della ragazza era immobile davanti a noi.

Sembrava non provare emozioni, nessun movimento, neanche di riflesso o gesto incondizionato. Era semplicemente fermo, come sospeso nel limbo. Passarono i minuti, alcune ore, ma ancora non succedeva niente.

C'era da considerare che il tempo passava diversamente nel Gabbio rispetto alla vita reale.

- Sarà riuscita a convincerli a uccidersi per far sì che tornino nel mondo reale? - chiesi.

- Non lo so, ma il fatto che non si svegli non è un buon segno. -

In quel' istante, Beatrice si mosse.

Era l'inizio della procedura di ritorno.

Venne svuotata la teca e, fatti i dovuti controlli, risvegliato il corpo.

- Com' è andata? - domandammo subito, entrambi.

- Non bene, non mi hanno creduto. - rispose, con poca voce.

- Ti rendi conto che abbiamo perso la nostra migliore speranza di costruire un esercito in grado di dare filo da torcere al generale! - urlò Albert. Quella fu l'unica volta che lo vidi perdere le staffe.

- Lo so bene! Se scelsero la morte come unico modo di ritornare nel mondo

reale, ci sarà un motivo... - ribatte subito.

- Certo, nessuno vuole morire, in questo modo si è bloccati lì. - continuai io. Dopo la mia frase, ci fu un momento di sconforto. Non era previsto il fallimento.

- Tornerai laggiù e li convincerai. - propose Albert una volta calmatosi.

- Non credo sia una buona idea... - rispose un po' sottovoce Beatrice.

- Perché mai? -

- Non ho deciso io di ritornare qui. -

- Vuoi dire che sei stata uccisa? -

- Sì, è andata proprio così. -

- E da chi? -

- Mi dispiace, ma non conosco i loro nomi. - Questa notizia mi stupii, non poco.

Era rimasta nel mondo digitale, relativamente poco tempo, come era stato possibile che già la volessero morta?

D' improvviso, Beatrice, mi guardò dritto negli occhi come se stesse pensando a qualcosa su di me.

Non ci misi molto a capire dove volesse andare a parare. Poco dopo, ne ebbi la certezza.

- Dovresti andare tu! Conosci persone influenti che ti rispettano. Non ti sarà

difficile, convincerle. -

Tornare al Gabbio per qualche periodo non mi sarebbe dispiaciuto, ma tornare ora?

Non mi sembrava il momento giusto e provavo anche una certa paura.

- No, non posso farlo. -

- Sei la nostra unica speranza. Non possiamo gettare il lavoro di anni proprio sul più bello. -

Dopo queste parole, mi si avvicinò. Mi prese le mani e mi baciò in fronte.

- Ti prego, non ti costringerei se non fosse importante. - Dopo questo non avevo il coraggio di tirarmi indietro.

Sarei, dunque, tornato nel mondo digitale.


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