Come Publio Virgilio Marone per Dante, Momo fu un'ottima guida per Alexis.
Nei cunicoli del nuovo acquedotto si muoveva con maestria e conoscenza del territorio.
- Giochiamo a nascondino! – disse Mimmo.
- Non mi piace, vinci sempre tu. – rispose sbuffando Momo.
- Dai giochiamo, vedrai che oggi vinciamo noi.
Ti fidi di me? –
- Certo, fratellone. –
In quella occasione apprese dell'esistenza di quegli stretti passaggi, che divennero il suo rifugio.
Per scappare da tutti e da tutto, niente era meglio dello scroscio dell'acqua che passava per quei tubi.
Se in un primo momento lo scappare era metaforico, in un attimo divenne letterale con alle calcagna la polizia, in lotta per un torsolo di pane.
- Perché ti sei fermato? –
- Niente, mi è venuto in mente mio fratello. È stato lui a mostrarmi questo posto. –
- Allora oggi anche lui è con noi. –
- Lo penso anch'io, è anche una sua rivalsa. –
I due avanzarono molto velocemente e senza troppa fatica arrivarono alla vasca principale dell'acquedotto.
- Eccoci, ci siamo. – suggerì il figlio prediletto del ghetto.
Alexis tirò fuori dalla tasca la provetta contente la temibile arma batteriologica.
Protraendo il braccio verso l'acqua, entrambi provarono un brivido di paura.
Le gocce colorarono leggermente l'acqua, ma la corrente fece disperdere tutto in pochi secondi.
- Ormai è fatta. – disse Momo.
- Possiamo tornare indietro. –
A missione compiuta, nessuno dei due aveva voglia di parlare.
Entrambi pensavano a quante vite avrebbero tolto da lì a poco.
Una cattiva azione perde il suo lato negativo se è per una giusta causa?
La risposta trovò sfogo nell'inquietante immagine che trovarono al loro ritorno nel ghetto.
La cancelliera, una volta incarcerato Oceano, non perse altro tempo per attaccare il povero quartiere.
La foga dei soldati fu irresistibile e la loro onda distruttiva fu selvaggia.
A differenza del rastrellamento, qui gli ordini erano diversi. Non si ammettevano prigionieri, ogni persona o cosa doveva essere eliminata.
Negli anni avvenire quell'evento sarebbe diventato un tabù, nessuno avrebbe avuto il coraggio di parlarne per molto tempo.
L'orrore di quel gesto sarebbe stato tale da non poter essere pronunciato.
In strade arse dalle fiamme, Alexis e Momo correvano alla disperata ricerca di qualche superstite.
Nullo fu il loro sforzo, perché di vita non c'era traccia.
Cadaveri con varie ustioni giacevano sparsi nella posizione in cui si trovavano prima del loro tragico destino.
La fragilità di quei corpi era pari solo a quella delle costruzioni, ormai poco più che girasoli piegati al volere del vento.
- Non possiamo fare più niente! – disse Alexis, mentre Momo imperterrito continuava a cercare.
- No, qualcuno deve essere ancora vivo. –
In quell'istante un muro gli cadde addosso, venne salvato dall'istinto del suo compagno.
Sconfitti nell'animo, tornarono alla casa del dottor Moore.
Lo scienziato, appena li vide, si lasciò andare in un lungo abbraccio.
- Pensavo che anche voi foste morti. –
Sentendo quelle parole Alexis corse dentro, cercando Elisa in ogni angolo dell'abitazione.
- Dov'è!? – chiese brutalmente.
- Ha seguito gli altri al ghetto. –
- No, non è possibile. –
- Mi dispiace tanto. Ho provato a fermarla, ma non c'è stato verso di farle cambiare idea. –
Senza un vero perché corse nella camera che avevano condiviso al piano di sopra.
Forse per coccolarsi ancora una volta nel ricordo della sua amata o, forse, solo per chiudere gli occhi e non pensare più a nulla, ma in ogni caso rimandare il più possibile l'accettazione del lutto.
Con sua grande sorpresa trovò una lettera e una rosa rossa sul letto.
Cogliendo il fiore venne punto da una delle sue spine, una goccia di sangue cadde sul pavimento e sporcò il tappeto persiano sopra di esso.
Passarono alcuni minuti prima che ebbe il coraggio di aprire la lettera.
"Mio dolce unico amore della mia vita,
fin da bambina non avevo che occhi solo per te, ma tu facevi finta di nulla.
Mi vedevi come l'indifesa sorella minore del tuo migliore amico e, forse, è quello che ero.
Una bambolina da difendere, troppo fragile per le cattiverie della vita.
Anche grazie a te sono cresciuta, diventando una donna decisa e determinata.
Questa sicurezza nei miei mezzi sorprende anche me stessa, ma rende utile un evento doloroso come la morte di mio fratello.
La sua mancanza non l'ho mai veramente superata, ma ho trovato in te la forza per andare avanti.
Se ho deciso di schierami a favore del ghetto contro l'imbattibile esercito della cancelliera, è per rendere omaggio al ricordo di Carlo e al suo sacrificio.
È un ipotetico cerchio che si chiude, come se il destino avesse già deciso la strada da percorrere.
Mi è sembrato tutto così chiaro che non ci ho riflettuto molto.
Non credere, però, che lasciarti sia facile perché è come se mi avessero strappato il cuore dal petto.
Il bel tempo passato insieme sarà la mia eredità che, spero, custodirai.
Evita i sensi di colpa per una decisione mia; supera tutto e trova la tua felicità.
Promettimi che vincerai quest'ultima guerra e offrirai la pace a chi verrà dopo di noi.
I conflitti non sono mai giusti, ma evita che siano vani.
Se la cancelliera dovesse vincere, ogni vita presa in nome della democrazia sarebbe stata una perdita inutile.
Non puoi permettere che questo accada.
Vinci e salva il futuro dall'odio, mostra l'amore come stella polare.
Quello puro che ci ha mostrato che, anche in un mondo oscuro, si può vedere la luce.
Addio mio amato comandante."
Chiuse gli occhi, scosse la testa e fece cadere le ultime lacrime.
Ora in testa aveva solo vendetta perché la morte di Elisa non poteva cadere nel silenzio.
Aspettare qualche giorno per vedere gli effetti dell'arma batteriologica gli sembrò troppo, meglio agire subito.
- Momo riesci a farmi entrare nel palazzo del potere? –
- Sì. Credo di sì, ma è un suicidio! –
- Ho perso tutto, la mia vita sarà solo l'ennesimo dolore. –
La sua convinzione mise d'accordo tutti, anche se non condividevano la sua decisione.
Arrivò anche Gioacchino che, all'ultimo, scappò dalla battaglia.
Più che per paura lasciò lo scontro perché sentiva di non appartenere al ghetto. Morire per qualcosa che non senti tuo non avrebbe senso.
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Il silenzio della libertà
Adventure"Il silenzio della libertà" è un romanzo avvincente che esplora i temi della libertà, del destino e della moralità attraverso la storia di Alexis, un giovane uomo che si trova a sfidare le avversità in un mondo ostile. Ambientato in un villaggio rem...