Il rumore della nostra vittoria arrivò fino alla colonia più lontana.
Scoppiarono rivolte contro i soldati in ogni zona della regione.
Il governo era palesemente in difficoltà, non poteva reprimere ogni protesta. Da quel glorioso giorno, passò circa una settimana.
noi trovammo ospitalità dai cittadini che ci consideravamo degli eroi.
A mezzogiorno in punto, il generale fece un discorso a reti unificate.
Venne ascoltato ovunque, persino dove non c' erano mai stati oggetti elettronici.
- Abitanti della capitale e di tutte le colonie, in seguito ai recenti avvenimenti di protesta, ho preso una decisione.
Ai coloni, tramite un referendum, verrà chiesto se vorranno ancora fare parte del nostro splendido regno.
É inutile sottolineare i vantaggi nel rimanere uniti.
Pertanto, faccio affidamento sul sentimento di unità che tante volte abbiamo mostrato.
Certo che far parte del Regno, porta dei doveri, ma non dimenticate anche i vantaggi.
Il mondo là fuori è pericoloso, i nostri confini sono sicuri perché ci sono i migliori soldati che vegliano su tutti noi.
La prossima domenica, sarà il giorno più importante della nostra storia. Fate la scelta giusta, scegliete di rimanere con noi.
Con questo, vi auguro una buona settimana. -
Quell' annunciò venne preso molto positivamente dalla popolazione, la
libertà era più vicina.
I giorni che portarono alla scelta furono privi di proteste e scontri.
Nella colonia, dove ero io, l'umore era piuttosto univoco, si sarebbe votato
per essere liberi.
Se la mia colonia che era quella che stava meglio, avrebbe votato per lasciare il regno, figuriamoci quelle più lontane che vivevano in situazione di stenti.
Il risultato sembrava scontato.
Arrivò il grande giorno, votai prestissimo e attesi i risultati con grande ansia. Completato anche questo piccolo passo burocratico, il cammino sarebbe arrivato a compimento.
Con il calare della sera, si chiusero i seggi.
Il tempo delle parole era finito.
Il dado era tratto.
A notte fonda uscirono i risultati del referendum.
Clamorosamente il 52% aveva deciso di rimanere nel Regno.
Ci doveva essere una spiegazione, non poteva essere un risultato veritiero.
Ci doveva essere, per forza, lo zampino del governo.
Questo mio presentimento trovò il consenso di tutti i coloni.
Quel giorno doveva essere un nuovo inizio, non potevamo tornare indietro.
Il popolo era stanco ed era stato preso in giro ancora una volta, ma fu l'ultima.
La sua reazione fu perentoria.
Per troppo tempo, avevano vissuto nella paura e nella rassegnazione, ma ora basta.
Se la vittoria nello scontro della prigione, fu un primo segnale di cambiamento, adesso era arrivata la resa dei conti.
L' inganno del finto referendum, aveva alimentato il sentito di libertà.
In ogni colonia, in ogni zona della regione, ogni individuo si armò con quello che aveva in casa e scese in strada.
Tutti attaccarono le caserme dei soldati del generale sparse nelle colonie.
Quella nottata fu la più cruenta e violenta dell'intera guerra.
Ci furono numerose perdite da entrambi gli schieramenti.
Le caserme vennero bruciate e ogni traccia del governo fu fatta sparire.
I pochi soldati superstiti riuscirono a scappare con degli aerei che avevano a loro disposizione.
Trovarono riparo nella capitale, dove gli aspettava il generale.
Dicono che così arrabbiato e preoccupato, non lo si era mai visto.
Ordinò che tutti i soldati rimasti nelle colonie, facessero immediato ritorno nella capitale.
Inoltre, gli fece schierare al confine della città per paura di un possibile attaccato.
Ma noi avevamo idee diverse. In più, non potevamo competere sul loro terreno.
Da lì a poco, sarebbe nata la confederazione delle colonie libere.
Ognuna avrebbe mantenuto la propria indipendenza, ma con la promessa di collaborare in caso di necessità.
Si creò, inoltre, un mercato di libero scambio. Ogni merce poteva essere venduta o scambiata liberamente.
Per favorire il turismo era possibile viaggiare in ogni zona della regione.
Tutto questo, senza un governo centrale.
Avevamo lottato tanto e sofferto altrettanto per avere la libertà, come
potevamo creare un'unica amministrazione?
Le colonie, per quanto simili, rimanevano diverse.
Ognuna aveva la propria economia, le proprie tradizioni e, perfino, la propria moneta.
Insomma, erano troppo diverse per essere gestite da un solo esecutivo.
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Il silenzio della libertà
Adventure"Il silenzio della libertà" è un romanzo avvincente che esplora i temi della libertà, del destino e della moralità attraverso la storia di Alexis, un giovane uomo che si trova a sfidare le avversità in un mondo ostile. Ambientato in un villaggio rem...