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Theo Miller era il ragazzo più intelligente che io abbia mai conosciuto.
Non lo dico perché era mio fratello, oppure un genio che eccelleva negli studi o roba così, anzi, era una schiappa in matematica e nelle materie scientifiche, un testone che non capiva un concetto neanche se glielo ripetevi mille volte.
Dico che era intelligente perché sapeva stare al mondo, sapeva leggere nelle persone, sapeva quando scherzare su qualcosa e quando restare in silenzio, quando rischiare e quando lasciar perdere.
Riusciva a farti sorridere e dimenticare le cose brutte anche in mezzo alle tempeste, ecco, lui era la mia barca, non era perfetta o appariscente, ma sapevo che non sarebbe mai affondata. Sapeva far valere le sue idee con l'eleganza e la fermezza di chi crede in ciò che è, senza scendere a compromessi.. mai!
Era incredibile, un angelo..il mio.
A volte mi sembra ancora di sentire la sua risata tra le mura di casa...dio quanto la amavo, mi metteva sempre di buon umore. Mi ha sempre protetta, dal mondo, dalle persone e a volte anche da me stessa.
Era il mio scudo, qualunque cosa orribile il destino ci preservasse, lui era lì, con i suoi occhi dolci e gli abbracci immensi, a farmi vedere il mondo attraverso gli occhi di chi non si arrende, di chi lotta, e alla vita non soccombe, ma sorride guardandola dritta in faccia.

Quando ero piccola e lo ammetto, anche quando ormai ero un po' più grandicella, odiavo i temporali, soprattutto la sera, quando me ne stavo sa sola in camera a cercare di dormire. Theo lo sapeva, così si veniva a sdraiare accanto a me, abbracciandomi forte e restando al mio fianco ad intonare canzoncine buffe, per distrarmi e farmi tranquillizzare.
Adesso, quando c'è un temporale non c'è più nessuno a sussurrarmi che andrà tutto bene... Quindi, di nascosto, vado nella sua stanza, mi sdraio sul suo letto e chiudo gli occhi, immaginando che lui ci sia ancora, che sia ancora accanto a me a stringermi la mano e a farmi forza , come faceva ogni volta che mi sembrava stesse venendo giù cielo.

Sapeva essere gentile, ma sapeva anche essere duro, centinaia, sono state le volte in cui abbiamo litigato, ed io ricordo di averlo detestato con tutta me stessa per la sua cocciutaggine, ora darei qualsiasi cosa per litigare ancora con lui.
Andavamo d'accordo e litigavamo come tutti i fratelli, esternamente, agli altri, sembrava avessimo un rapporto normalissimo, solo noi sapevamo in segreto quanto profondamente fossimo legati, quanto avessimo bisogno l'uno dell'altra per stare bene.
Aveva un'intera vita davanti...
Un'auto me lo ha portato via all'età di ventitré anni, senza preavviso, senza darmi il tempo di dirgli addio.
Stava tornando da una giornata passata fuori con gli amici di sempre, avrebbe dovuto esserci anche Cris con loro, erano migliori amici, ma il destino, quella sera portò Cris a San Francisco per festeggiare il compleanno di sua madre e mio fratello, fuori strada, colpito in pieno, da una macchina guidata da un trentenne ubriaco, a tutta velocità. Rimase ben poco dell'auto, andò completamente distrutta a causa dell'urto... Rimase ben poco anche di mio fratello.
Ricordo in modo confuso quello che successe poi nei giorni seguenti, ma c'è una cosa che ricordo bene... Il dolore. Straziante, lacerante,profondo.
Non ricordo i volti, non ricordo niente, rammento solo gli abiti neri dei presenti al suo funerale, i miei genitori, dilaniati e svuotati da una sofferenza che ancora oggi vedo nei loro occhi e Cris,seduto in prima fila con il volto distrutto da dolore causato dalla perdita di un amico con il quale aveva condiviso parte della sua vita.
Non mi sono mai ripresa, anche se al mondo esterno non lo dò a vedere, la notte sogno quel funerale, ed è tutto così reale, tutto così vivido, che quando mi sveglio piango, piango per ciò che mi è stato strappato, piango per la persona straordinaria che nessuno potrà mai restituirmi.
Theo era il mio presente, la mia quotidianità, ed ora è solo un ricordo.
Mio fratello era il mio eroe, ed ora è il mio angelo.
Chiudo gli occhi e lo cerco tra i miei sogni :
-" Ehi Trilli cos'è quel muso lungo?!"- mio fratello mi sorride mentre mi viene incontro.
Mi chiamava Trilli perché per lui ero come l'amica fedele e dispettosa di Peter Pan, diceva che il suo caratterino era identico al mio, ed io d'altro canto, lo chiamavo Peter, perché come lui, non aveva bisogno dell'aiuto della polvere magica per volare, gli bastavano i suoi pensieri felici.
Gli corro incontro abbracciandolo forte.
Mi stringe a se con dolcezza, dandomi un bacio sulla fronte:
-" Mi sei mancato Peter.. "- gli confesso fra le lacrime.
-" Sono sempre stato qui."- mi sussurra dolcemente all'orecchio.
-" Sono sempre con te."-

Perché sei tu                                  |#Wattys2016|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora