Sono restata nella mia stanza, per una settimana intera, chiusa nella mia bolla di dolore, rifiuitandomi di uscire, mangiare e vedere gente.
Non sono andata al lavoro, non me la sentivo e per fortuna Gerry ha capito.
Non volevo provare niente, mai più. Ma mia madre, continuava a dirmi che provare dolore era normale... Non importava quanto facesse male.
Che sono proprio i nostri sentimenti a renderci umani buoni o cattivi e di non perdere mai la speranza.
Mi diceva che anche se mi sentivo morire dentro, dovevo reagire in qualche modo, anche uscire per una passeggiata andava bene, l'importante, era uscire dalla mia stanza.
Ci ho messo tre giorni a convincermi a dargli ascolto e in questo momento, qui, al centro di questo parco, mi rendo conto che aveva ragione.
Certo, non sono in grande forma, avvolta in una felpa plus size e pantaloni da ginnastica, per non parlare del fatto che sono completamente struccata, ma in questo momento, diciamo che rispecchio alla perfezione il mio stato d'animo.
Inspiro lentamente l'aria fresca e pungente del mattino, seduta su una panchina isolata.
Lo so, probabilmente la gente mi prenderà per una serial killer, ma francamente, non è che mi importi un granché.
Ho il cuore a pezzi e l'umore sotto i piedi, ho tutto il diritto di sembrare quello che mi pare e piace, inclusa una potenziale criminale.-" Ehi straniera! "- una voce calda e avvolgente richiama la mia attenzione.
-" Lucas... ciao, che ci fai qui? "-balbetto, presa alla sprovvista.
Indossa una tuta e scarpe da ginnastica, vorrei dire che conciato così è meno attraente, ma mentirei.
Mi mostra il contachilometri attorno al suo braccio:
-" Corro.
Mi aiuta a scaricare la tensione accumulata sul lavoro, ed inoltre, mi aiuta a non pensare."-
Si siede accanto a me, a riprendere fiato.
-" Non pensare a cosa?"-
Mi guarda di sottecchi, bevendo un sorso d'acqua, per poi dirmi:
-" Oh beh, sai com'è... Al mondo, all'universo, al fatto che probabilmente esistono delle entità aliene che un giorno governeranno la terra... "-
-" Ma smettila... "- sorridendo fra me e me, dandogli una leggera spinta, che lo fa sorridere.
-" Dico davvero Grace, gli alieni sono fra noi.... "- mi ripete con lo sguardo allucinato.
-" La vuoi smettere?! Io non capisco ma ti pagano per dire queste assurdità? "- lo vedo ridere di gusto ed io, non posso che lasciarmi contagiare da questa atmosfera rilassata che si è creata.
-" Alieni a parte, come stai?"- non mi sorprende la sua domanda, me l'aspettavo infondo, vedendomi in questo stato, è chiaro che non sono ancora riuscita a superare la cosa.
-" Beh...diciamo che credevo sarebbe stato più facile ricominciare la mia vita senza di lui, ma mi sono sbagliata di grosso.
Credevo che sarei riuscita ad andare avanti, come al mio solito, con un sorriso e un cenno del capo, fingendo che fosse tutto apposto.
Non avevo un piano preciso, però l'idea era quella: fare finta di stare bene, finché la fitta al cuore non si sarebbe placata, finché il dolore non sarebbe scomparso.
Ma non è così facile, le cose negative restano con te e questa è una cosa che imparo a mie spese, ogni mattino, appena sveglia.
Spero sempre che domani starò meglio, ma questo domani non arriva mai Lucas, vorrei lasciarmi tutto alle spalle, il tempo trascorso insieme, i sorrisi, le volte in cui mi faceva sentire speciale...
Vorrei non amarlo così tanto, dopo tutto quello che mi ha fatto.
Ma alla fine è sempre così no?!
Nonostante tu ci metta tutto te stesso, le cose negative ti seguono, ovunque tu vada."-
-" Non dovresti essere così negativa riguardo il futuro Grace.. "- mi dice, accarezzandomi una guancia.
-"Invece di pensare alle cose negative, io credo che tu dovresti pensare a tutte le cose belle che ti possono accadere.
Tu meriti di essere felice, ed è per questo che non ti devi arrendere. Esci, va a prendere un gelato, vai al cinema, fai una torta, tieni la tua mente occupata.
Se non fai un passo verso la felicità, non potrai mai raggiungerla Grace."-
Lo guardo negli occhi e subito mi sembra di stare meglio.
Lucas ha ragione, restare in casa, a pensare a " lui ", non mi aiuterà ad uscire dal buco nero, in cui sono finita.
-" Hai ragione, anzi sai cosa ti dico?"- mi tiro su, guardandolo con sguardo determinato.
-" Cosa?"-
-" Ti va un gelato? "- mi sorride mostrandomi le sue adorabili fossette.
-" Assolutamente sì! "-Camminiamo l'uno accanto all'altra, in un silenzio rilassato.
-" Mamma mia, non mangiavo un gelato da...non so quanto tempo."- sento Lucas sorridere davanti alla mia espressione estasiata.
Non so se era perché non mangiavo nulla da una settimana mezza o altro, fatto sta, che il gelato di poco fa, mi è sembrato il più buono del mondo.
-" Beh, effettivamente adesso che ci penso...anch'io non ne mangiavo uno da un po....
Sono contento di essere qui con te Grace."-
Se devo essere sincera, non mi sorprendono le sue parole, anch'io sto bene con lui, ma d'altronde, è sempre stato così.
-" Anch'io... Tu mi fai sentire come se fossi a casa Lucas..."-
Mi guarda con i suoi occhi, color smeraldo, ed io, non posso che sorridere.
-" Come va con il lavoro?"- gli chiedo per stemperare l'imbarazzo.
-" Beh, direi benissimo... Ho avuto una promozione.. "-
-" Oh mio dio, davvero?!"-
-" Sì "- mi dice, sorridendo come un bambino.
-" Diciamo che aumenteranno le mie responsabilità, però sono felice.
Ho faticato tanto per dimostrare il mio talento, vedere i primi risultati... Oh Grace, non immagini la gioia! "- Sorrido, contagiata dal suo buonumore, era da tempo che non lo vedevo così felice.
Sapere che la sua vita è andata avanti, nonostante io lo abbia ferito, mi rende più serena.
-" In ufficio saranno tutti orgogliosi di te, no?"-
-" Sì certo, anche se è sempre dura lasciare un buon team."-
Lo guardo perplessa:
-" Lasciare?"-
-" Sì non te l'ho detto?
Mi trasferisco, non potrò più lavorare a Los Angeles. "-
Sento il mio cuore, stringersi in una morsa d'acciaio.
-" E perché no? "- mi fermo davanti a lui, con le mani poggiate sui fianchi.
-" Perché fa parte del gioco Grace, quando ho iniziato questo lavoro, non ero praticamente nessuno: un semplice apprendista alle prime armi, ed adesso che professionalmente sono cresciuto, devo dare spazio ad altri apprendisti che cominceranno il loro cammino nell'azienda."-
-" Io non capisco... ma non è giusto, è assurdo!
E dove andrai? "-
-" A Richmond, in Virginia. "-
-" Che cosa?! Cavolo ma è dall'altra parte dello stato
Lucas! "-
-" Lo so Grace, ma lì c'è un'importante azienda che fatturerà milioni di dollari alla mia compagnia e poi, non dovrei restare lì per sempre."-
" Menomale, quindi tornerà a Los Angeles... " ,penso sollevata.
-" Dopo aver terminato il mio lavoro in Virginia, mi toccherà New York, la sede centrale dell'azienda per cui lavoro.
Oh mio dio, ma ci pensi?! "-
Abbasso lo sguardo, nascondendo le mie lacrime dietro ad in sorriso, lo so, è da egoisti desiderare che lui rimanga qui a Los Angeles.
Ma dannazione.... Ho aspettato tutto questo tempo per riaverlo nella mia vita...
Lo so, so bene come sono andate le cose fra noi ma a prescindere da tutto... Io a Lucas ci tengo, è una delle persone più care che conosco eadesso mi dice che se ne andrà per sempre, che non ci incontreremo più.
Quando credevo che le cose stessero andando un po' meglio, eccola lì, la nuvola grigia a testimoniare che non ne sono ancora uscita, che sono ancora nel bel mezzo della tempesta.
Ma infondo è sempre così no?
Com'è che si dice?
" Piove sempre sul bagnato", e a me non mi resta altro, che trovare un riparo.
" Ti prego Lucas, non te ne andare, resta con me...."
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Perché sei tu |#Wattys2016|
ChickLitQuesta è la storia di Grace, una ragazza semplice ed imperfetta, che vive nella caotica città di Los Angeles. Dopo la morte di suo fratello maggiore, comincia a chiudersi in se stessa, sviluppando paure ed insicurezze. Solo un ragazzo, riesce a trov...