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Tornata a casa, resto dieci minuti buoni, in macchina, a fissare il vuoto davanti a me.
Nei miei occhi, compaiono frammenti dei momenti stupendi, passati con Lucas.
La prima volta che lo vidi, con le sue rose bianche e le sue fossette...
Il weekend, in quella casa, sulla spiaggia di santa Monica, la nostra gara di cucina, i baci, le passeggiate sulla spiaggia...
Ricordo anche la volta in cui abbiamo litigato, dio mio, avevo così tanta paura di perderlo...
Buffo il destino, oggi a lasciarlo, sono stata io... La stessa ragazza che ad ogni suo bacio, sentiva le farfalle nello stomaco.

Mi mordo il labbro per non piangere di nuovo, mi sento svuotata.
Quando mi confessò di amarmi, quando mi chiese di diventare la sua ragazza, non avrei mai immaginato, che sarebbe finita così.
Tutto questo tempo, a fantasticare sul nostro futuro insieme, quando poi a tradirmi, è stato il mio stesso cuore...
Chiudo gli occhi, posando la fronte sulle mie braccia, incrociate sul volante.
Cosa ho fatto...

Ad un tratto, sento qualcuno, bussare sul finestrino alla mia sinistra.
Alzo gli occhi rossi e gonfi e trovo la causa dei miei problemi, in un elegante completo blu notte Calvin Klein, a fissarmi.
Fantastico....
-" Scendi dall'auto Grace... "- la sua voce è dolce, quasi esitante, non credo si aspettasse di vedermi in questo stato.

Una volta scesa, evito in tutti i modi, di guardarlo negli occhi, sono stravolta, una vera bomba emotiva .
Lo sento sospirare, conducendomi con estrema gentilezza su delle scale poco distanti.
-" Allora Grace... "- mi dice appena ci sediamo:
-"... perché te ne stavi, tutta sola, a piangere in macchina?"-
Fisso le foglie di un albero poco distante che, con la leggera brezza di questa sera, oscillano le une verso le altre, in un lento e dolce ritmo continuo.
-" Ho...ho avuto una giornata difficile, tutto qui..."- a fatica, riesco a riconoscere la mia voce.
-" ...non ne vuoi parlare, ricevuto... "- abbassa la testa, prendendosi la nuca con una mano.
-" Preferirei di no..."- mi guarda, cercando di cogliere, il motivo delle mie lacrime, ma nei suoi occhi, colgo anche la paura, di dirmi qualcosa di sbagliato, che mi possa ferire.
-" È difficile per me, vederti piangere senza poter fare nulla, lo sai?!"-
Le sue parole, mi colpiscono, Cris in passato, mi ha visto molte volte piangere: quando mi sbucciavo un ginocchio, quando un bambino faceva il prepotente con me a scuola, anche alla morte di mio fratello.
Non mi ha mai detto nulla, semplicemente, mi aiutava a rialzarmi passandomi un fazzoletto, tutto qui, niente parole di conforto, niente abbracci, solo questo.
-" Non mi hai mai consolata quando mi vedevi piangere, ti sei sempre limitato a passarmi un fazzoletto per asciugare le lacrime e basta, perché tutto questo interesse ora?! "- anche se le mie parole lo colpiscono, non posso evitare di pronunciarle.
Mi ha ignorata per tutta la vita, perché smettere proprio ora?!
Abbassa lo sguardo sull'asfalto, facendo un sorriso amaro:
-" È vero, hai ragione.
Non sono mai stato bravo, a comunicare con te Grace.
Ogni volta che ti vedevo piangere, preferivo fare qualcosa che ti facesse sentire meglio, piuttosto che dirti " Non piangere, vedrai che passerà ".
Quella volta che sei caduta sulle scale, alla casa al mare dei miei, a causa di quella trave di legno marcio, al posto di dirti che saresti guarita, ho preferito riparare quella trave.
Quando a scuola ti prendevano in giro, preferivo dare una lezione a quei bulli, piuttosto che correre ad abbracciarti...
Te l'ho detto sabato sera, ricordi?! Tu sei sempre stata la mia debolezza.
All'inizio, credevo che l'affetto che provavo per te, fosse dovuto al mio rapporto con Theo, eravamo come fratelli, lo sai.
Ti facevo i dispetti, perché quello, per me, era il mio personale modo di dimostrarti il mio affetto.
Ero un ragazzino Grace, un idiota..."-
-" Sulla parte dell'idiota, mi trovi completamente d'accordo... "-
Sorride, scuotendo il capo e ammetto, che riesce a strappare un sorriso anche a me.
-" Non avevo dubbi Miller... "-
Anche se so che è sbagliato, in qualche modo, mi sento meglio.
È come se il mio cuore, avesse ripreso a respirare....
Come fa a farmi sentire così?!
Un attimo fa, mi sembrava di portare il peso del mondo, completamente sulle mie spalle, adesso invece....
Il dolore si è affievolito, quasi non lo sento più..

-" Questa mattina, stavo per strozzare un bambino... "- mi dice così, tutto ad un tratto.
-" Stai scherzando?! "- gli chiedo sconvolta.
-" No.."-
-" Ma sei matto?!"- gli chiedo, trattenendo a stento le risate.
-" No, ma stressato... Quello sì.
Stamattina ero in ritardo e quando sono passato dalla caffetteria all'angolo, per prendere un caffè al volo, mi sono ritrovato davanti un marmocchio di dodici anni, che ha ordinato tutto il menù.
Dovevi vederlo, se ne stava tutto tranquillo, mentre ci impiegava mezz'ora buona per ogni ordinazione...
Mi sono beccato una lavata di capo da mio padre, appena sono arrivato in ufficio, per colpa sua.."- il modo in cui mi racconta l'accaduto, è così divertente, che mi ritrovo a ridere a crepapelle, come una bambina.
-" Oh Cris, solo tu puoi ficcarti in certi guai..."- gli dico, con le lacrime agli occhi.
-" Puoi dirlo forte! Sembra che i guai mi perseguitano ultimamente, pensa che quando sono arrivato in ufficio, l'ascensore era talmente pieno, che mi si è incastrata la ventiquattrore fra le porte.
Mi ci sono voluti due minuti buoni, per convincermi ad abbandonare l'ascensore e salire le scale."-
-" Sei un disastro... "-
-" Lo so..."- lo guardo sorridendo.
Pur di farmi sorridere, ha preferito rinunciare alla sua mascolinità e farmi partecipe delle disgrazie che gli sono capitate oggi.
-" Grazie Cris.. "- sembra stupito, dalle mie parole improvvise.
-" Perché mi ringrazi? "-
-" Perché mi hai fatto sentire meglio...
A volte, vedi che fare l'idiota, ti torna utile?! "-
Fa una smorfia cominciando a piegarsi su se stesso:
-" Cosa stai facendo, esattamente?"- gli dico in tono sarcastico.
-" Sto accusando il colpo, ho appena detto definitivamente addio, al mio orgoglio maschile...
È un duro colpo..."-
-" Ma smettila scemo!"- gli do un buffetto sulla spalla, tirandomi su.
-" Io vado..."- avverto nei suoi occhi, un cambiamento d'umore, come se stesse pensando a qualcosa.
-" Grace...posso chiederti una cosa?!"- mi dice, tirandosi su anche lui.
Nella sua voce, noto un po di nervosismo.
-" Sì certo..."-
-" Se...se per caso...
Se un giorno io...volessi diciamo, mangiare qualcosa con te...
Sarebbe un problema?!
Insomma, potrei farlo, oppure..."-
In questo momento, davanti a me, mi sembra di avere il Cris di dieci anni, imbranato e impacciato...
Mi sta chiedendo di uscire o sbaglio?!
-" Beh, dipende... Potrei avere un impegno quel giorno... "- mi incammino verso il mio appartamento, vedendolo abbassare le spalle.
Ci sperava...
-" ...o forse no."- lo vedo rianimarsi, sorridendomi, con sguardo fiducioso.
È inutile, quando vuole, Cris Smith, sa essere il ragazzo più adorabile del mondo...o quasi.

Perché sei tu                                  |#Wattys2016|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora