Ci mettiamo in viaggio verso casa, in un silenzio quasi assordante.
" Io non capisco, perché non mi dice nulla? Solitamente, non fa che parlare per tutto il viaggio, anche delle cose più assurde.
Perché questo silenzio oggi? "Dato che, a quanto pare, il signorino non ha intenzione di aprire bocca, decido di essere io la prima ad avviare una conversazione.
-" Allora...com'era New York?"-
Lo vedo stringere il volante, riducendo gli occhi a due fessure.
" Mh strano..."
Passano almeno un paio di minuti prima che si decida a parlare:
-" Caotica, mondana e cosmopolita "-
Lo fisso esterrefatta:
-" Ma che risposta è?
"Caotica, mondana e cosmopolita"... Cosa sei, una guida turistica? "-
Sospira pesantemente, continuando a fissare la strada:
-" Mi hai chiesto com'era, ed io ti ho risposto, se non ti va bene, dimmi tu allora cosa dovrei
dirti. "- mi risponde con voce aggressiva.
-"Beh...non lo so, potresti raccontarmi quello che hai fatto, le specialità che ti è capitato di assaggiare, la gente che hai conosciuto..."-
Nonostante mi sia mancato, ammetto di avere non poca difficoltà nel comunicare con lui, questa mattina .
-" Ero a New York per lavoro Grace, non ero in vacanza, quante volte devo ripetertelo?
Sono quasi sempre stato in albergo.. "-
" Beh non c'è bisogno di alterarsi però! "
-" Capisco..."- sussurro fra me e me.
-"È un gran peccato però sai? io una volta ho letto su una rivista, che se sali in cima alla statua della libertà... "- non faccio in tempo a terminare la frase che la sua risposta secca e decisa mi ammutolisce di colpo.
-" Non mi interessa. "-Resto ferma, a guardarlo per qualche secondo, prima di distogliere lo sguardo.
" Ma perché mi tratta così?..."
Cerco si cacciare indietro le lacrime, mentre con il volto rivolto verso il finestrino, vedo negozi e auto, susseguirsi all'infinito.
-" Verresti.... Verresti a fare colazione con me? "- gli chiedo tutto d'un tratto, per stemperare la tensione e che si è creata poco fa.
-" Non devi andare a lavoro? "- mi chiede con voce austera.
-" No, Gerry è in Canada, da suo figlio e per questo motivo, la libreria resterà chiusa fino alla settimana prossima.
Doveva trattarsi di un viaggio di un paio di giorni ma...lui e sua moglie, hanno preferito prolungare la visita."-
-" Capisco. "-Guida in un silenzio assoluto, non degnandomi neanche di uno sguardo, mentre io, non faccio che chiedermi in cosa sto sbagliando.
-" Questo bar va bene? "- me ne indica uno dall'aspetto poco invitante.
-" Ma dai, questo no!
Andiamo nel bar in cui mi portasti qualche tempo fa, ricordi?!
Quello in cui ci andavi sempre con Theo.
Lì fanno dei pancake.."- nuovamente, non mi permette neanche finire che...
-" No"- la sua risposta secca e decisa, mi fa sobbalzare.
-" Perché no?"- gli chiedo confusa.
-" Perché non ho tempo da perdere, devo essere in ufficio fra poco più un'ora, quindi o ti accontenti di questo, oppure ti accompagno a casa, cosa
scegli? "-
Il modo in cui i suoi occhi mi guardano, il modo in cui il suo corpo trasmette tensione... Sicuramente sotto, deve esserci qualcosa di molto più serio, di qualche notte insonne.Appena accosta l'auto, mi affretto a seguirlo all'interno del cafè, ma appena apre la porta, perdo improvvisamente tutto l'appetito che avevo poco fa.
" Oh santo cielo! "
Posto più rivoltante, non poteva scegliere, pareti sporche di olio, tavolini che cadono a pezzi e un
orribile odore di muffa, la fanno da padroni.Avvicinandomi a lui, gli prendo la mano,tirandolo verso l'uscita:
-" Sai Cris io credo che dovremmo andare..."- purtroppo però per l'ennesima volta, mi ignora completamente.
-" Due caffè e un muffin al cioccolato per la piccoletta accanto a me. "-
" Piccoletta?! Cosa sono un folletto? "
-" Arrivano subito dolcezza."- una cameriera di dubbia identità, comincia a trafficare dietro il bancone, lanciando sguardi maliziosi a Cris.
La vedo ancheggiare in un modo esagerato per poi abbassarsi e deliziarci, della visione del suo tanga maculato sicuramente vintage...molto vintage.Abbastanza sotto shock, la vedo versare il nostro caffè, senza degnarmi neanche di uno sguardo.
-" Ecco qui tesoro, il caffè migliore di tutta Los Angeles... Solo per te. "- biascica, sporgendosi esageratamente, verso di lui.
" Si certo, il migliore se intendi morire di intossicazione alimentare... " ,penso fra me e me.
-" Davvero?! Posso fidarmi allora? "- gli risponde Cris, tutto divertito.
-" Assolutamente... "- il modo in cui pronuncia ogni singola vocale, giuro che mi mette i brividi.
-" Ah, per quanto riguarda te, stellina...purtroppo, niente muffin "-
" Per fortuna!
Non che ci tenessi particolarmente ad assaggiarli... "
-" Nessun problema... Emh, andiamo? "- chiedo a Cris, con il viso implorante.
-" Ma come, il tuo caffè? "- afferro la tazza che si sta portando alle labbra, tirandolo verso di me.
-" Sarà per la prossima volta... "-Prima ancora che possa rendersene conto, si ritrova sul marciapiede e soprattutto, fuori da quella topaia!
-" Cos'era quello? "- gli chiedo indicando il bar dal quale siamo appena usciti.
-" In che senso? "- sembra confuso.
-" Quello a cui ho assistito un attimo fa...stavi flirtando con la cameriera, o sbaglio?! "-
-" Cosa? Ma andiamo Grace, ti pare?! Hai visto quanti anni aveva? "-
-" Io sì, ma a quanto pare tu no!"-
Lo vedo sorridere scuotendo la testa:
-" Questa conversazione è assolutamente senza senso... Io non farei mai una cosa simile, era solo educazione Grace, tutto qui"-
Stringo i pugni sui fianchi, cercando di calmare la rabbia, infondo ha ragione, forse sono io ad essere troppo paranoica oggi.
-" Sì beh...forse hai ragione tu.. Pace? "- lo guardo sbattendo le ciglia e in tutta risposta, vengo sorpresa da un bacio sulle labbra improvviso.Incoraggiata dal suo gesto, decido di porgli la fatidica domanda:
-" Senti Cris... "-
-" Si?"-
-" Emh.... Volevo chiederti una cosa. "-
Mentre cerco di tenere a freno l'emozione, lo vedo avvicinarsi di qualche passo.
-" Cosa?"-
" Accipicchia, quanto è difficile! "
-" Questa sera...ti-ti andrebbe di venire a cena con me? "- dico tutto d'un fiato.
" Wow, c'è l'ho fatta!"
Sembra essere sorpreso dal mio invito, si guarda intorno, mordendosi il labbro.
-" Non mi hai mai chiesto di venire a cena con te, di solito sono sempre io a prendere l'iniziativa, come mai questo cambiamento? "-
" Ma come, me lo chiede anche?
Non è ovvio? "
Cercando di controllare il respiro, mi faccio coraggio, alzando lo sguardo verso di lui.
Anche se porta gli occhiali, che non ha tolto per tutto il tempo, sento i suoi occhi grigi, scrutarmi in profondità, mettendomi di conseguenza in imbarazzo.
-" Ma-ma che domande fai?
Voglio solo stare un po' con te e festeggiare il tuo ritorno... "-
Resta un paio di secondi ad osservarmi, per poi accenare ad un sorriso:
" Ecco, il Cris che conosco! "
-" Tu non finisci mai di sorprendermi Miller...
E sia, verrò a cena con te, ma sia chiaro, sei tu che mi hai costretto! "- mi dice tutto divertito.
-" Ma non è vero! "- lo vedo sghignazzare, mentre raggiunge l'auto a pochi metri da noi.
Sento il mio cuore fare le capriole dalla contentezza: avevo così tanta paura che mi dicesse di no...
Per fortuna, però non è successo.
A questo punto però c'è solo una domanda che mi tormenta:
" Cosa è successo a New York? "
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Perché sei tu |#Wattys2016|
ChickLitQuesta è la storia di Grace, una ragazza semplice ed imperfetta, che vive nella caotica città di Los Angeles. Dopo la morte di suo fratello maggiore, comincia a chiudersi in se stessa, sviluppando paure ed insicurezze. Solo un ragazzo, riesce a trov...