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Ed eccomi qua, seduta, al centro di questo enorme signor letto, in pantaloncini e canotta, ad osservare l'Oceano dall'enorme portafinestra della mia stanza.
Lucas, è a qualche metro da me, a dividerci c'è solo un muro.
Com'è possibile che, eppure, lo sento così vicino?!
Mi sento nervosa, la passeggiata di prima, mi ha permesso di riprendermi completamente dagli effetti del vino bevuto stasera a cena, il che mi riporta alla mia condizione attuale.
Sono agitata, irrequieta, nella casa c'è fin troppo silenzio.
Basta! Andrò a dare giusto un occhiata.
Assumo la modalità ninjia, poso lentamente i piedi sul raffinato parquet in legno di rovere e mi faccio strada verso la sua stanza.
La porta è socchiusa, quindi ho l'opportunità di sbirciare all'interno.
Lo trovo steso a pancia in giù, sul suo letto.
Il suo respiro, è profondo e regolare, suppongo si sia addormentato.
Mi faccio strada , nella sua stanza, immersa nella penombra.
L'unica luce, ad illuminare l'ambiente è quella che proviene dall'esterno, già, stasera la luna è più bella che mai.
Mi soffermo accanto a lui, osservando il suo profilo rilassato, e penso " così forte, ma allo stesso tempo così fragile ".
Con un dito, seguo dolcemente, il profilo del suo viso, sembra un bambino.
Mai, nella vita, avrei immaginato che delle rose bianche mi avrebbero portato a tutto questo.
È tutto fin troppo perfetto, ho paura di farmi male, di farmi coinvolgere così tanto, da arrivare ad un punto di non ritorno, in cui l'unica alternativa per salvarsi, è premere il pulsante di autodistruzione.

Ritorno nella mia stanza, e mi lascio cadere sulle morbide lenzuola pulite.
Poso la testa sui freschi guanciali, così morbidi, profumati... dio, questi cuscini sono spaziali!

Ho appena terminato la mia giornata di lavoro in libreria, sono stanca, ma soddisfatta, amo il mio lavoro.
Il traffico oggi sembra darmi scampo. Sulla corsia, come al solito ci sono i prepotenti che corrono come pazzi, non rispettando, cartelli stradali e semafori. Incoscienti!
Ad un tratto si sente il rumore di uno schianto, sobbalzo sul sedile della mia auto, il rumore è stato talmente forte da richiamare l'attenzione anche delle macchine più lontane. Tutti i veicoli si fermano, vedo gente uscire dall'auto e correre nella direzione dello schianto, ma dove diavolo vanno?!
In lontananza sento delle urla, caspita, sembra qualcosa si serio.
Anche se titubante, decido di andare a dare un'occhiata.
Chiudo l'auto è mi dirigo verso il fumo che si sprigiona nell'aria . Spero che nessuno si sia fatto male!
Anche se la folla che si è radunata attorno al luogo dello scontro, copre la mia visuale, riesco a farmi un'idea di come si sono svolti i fatti, grazie a coloro che hanno assistito alla scena.
A quanto pare, un pazzo, lanciato a tutta velocità, ha travolto la corsia opposta, travolgendo un auto in corsa.
Ad avere la peggio è stato il conducente dell'auto travolta, l'altro ne è uscito illeso.
Con fatica, riesco ad intravedere una delle due auto.. Un Audi TTS nera...No!
Mi faccio spazio, con difficoltà, tra la folla... non può essere...
Un giovane ragazzo con un completo elegante, è riverso sull'asfalto, c'è sangue dappertutto, è ridotto malissimo. Dio, ti prego, fa che non sia...
Mi avvicino con cautela, un agente della polizia, appena arrivato sul posto mi allontana:
-" Lei non può stare qui "-
mi dice con tono deciso.
-" Come si chiama il ragazzo sull'asfalto? "- dico, con la voce ridotta ad un sussurro.
Devo saperlo!
-" Sono informazioni che non possiamo.. "- non lo lascio finire .
-" No, lei non capisce! Io devo sapere il nome di quel ragazzo!"-
Il mio cuore batte all'impazzata, non riesco più a ragionare in modo lucido, a scorrere nelle mie vene, in questo momento è pura paura.
-" Smith, il cognome del ragazzo è Smith "- No! Sento il mio corpo implodere, travolto da un dolore crudo e lancinante.
Spintono, l'agente di polizia, andando in contro al corpo immobile sull'asfalto di Cris.
No...
Le mie gambe cedono appena vedono il suo volto, completamente ricoperto di sangue.
No...
In ginocchio, al suo fianco, con tutta la forza che ho in corpo, lo stringo forte a me, accostando il suo viso al mio.
Mi rendo conto che sto singhiozzando...
Non può essere...
Il suo corpo, non ha reazioni :
-" Ti prego, ti prego Cris, non lasciarmi anche tu...apri gli occhi, resta con me, ti prego.
Tu non puoi lasciarmi da sola, avevi promesso, avevi promesso che, almeno tu, saresti rimasto al mio fianco. Cris, ti prego, non te ne andare, guardami, ti prego, Cris... "- non ho più voce, solo lacrime.
Gli accarezzò il volto, con mano tremante. Mi guardo attorno, nella disperata ricerca di un dottore, lo trovo a guardarmi, poco lontano da me, da quanto è qui?
-" Cosa fa, lì a fissarmi?! Lo salvi, lo riporti da me, mi ridia il mio Cris.. "- la mia voce ormai è un sussurro, mente le mie lacrime, continuano a rigarmi le guance.
Mi guarda, come se stesse, per spiegare, qualcosa di terribilmente complesso ad una bambina.
-" Non c'è nulla che io possa fare.."- cosa?! NO!
-" ..Non c'è l'ha fatta a superare l'impatto, il suo cuore ha smesso di battere.."- No, ti prego, non è vero!
Lo stringo forte, anche se misto ad un forte odore di sangue, riesco ancora a sentire il suo profumo, quel profumo che solo Cris aveva, quel profumo che mi ha accompagnata per quasi tutta la mia vita fino ad ora...già perché da domani, non lo sentirò più.
Non ci sarà più nessuno, a prendermi in giro, davanti il portone di casa mia, non ci sarà più nessuno, a ... Non ci sarà più niente e basta.
-" Cris..."- tutto attorno a me scompare.
-" Cris, non fare l'idiota, basta con questo scherzo, alzati, andiamo a casa..."- il suo cuore, resta in silenzio, immobile.
-" Cris... Non lasciarmi"-

Mi sveglio di soprassalto, ho le guance bagnate...stavo piangendo.
Mi guardo attorno, la stanza che Lucas, ha scelto per me, per questo weekend insieme, è completamente immersa nell'oscurità della notte.
Era un sogno...
Sento il mio cuore, battere all'impazzata, quel sogno era così... Reale.
Senza pensarci, prendo il mio telefono è compongo il numero di Cris, ho bisogno di sapere che sta bene.
Risponde al terzo tentativo di chiamata:
-" Grace.."- mi basta sentire il suono della sua voce, mentre pronuncia il mio nome, per crollare.
Piango, piango come una bambina.
Piango, perché per un minuto, ho temuto di averlo perso per sempre.
Piango, in questo letto enorme, rannicchiata in un angolo, con il cuore che batte forte, come se in quel sogno, a fermarsi, di vita, fosse stata la mia.

Perché sei tu                                  |#Wattys2016|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora