"Il peggio, nel peggio, è l'attesa del peggio." Daniel Pennac
MICAH
Ecco cosa restava di Jack, due grosse valigie grigie, abbandonate sul portico. Lo vidi tornare indietro per prenderle con lui, poi le posizionò nel bagagliaio della sua auto e salì al posto del passeggero. Mia madre mise in moto, l'ultima immagine che vidi fu il viso di Carl schiacciato contro il vetro posteriore, stava fissando casa nostra.
Sì, casa mia ... adesso quella era davvero casa mia. Mi spostai lentamente dalla finestra e salii in stanza a prendere un po' di roba dalla mia scorta personale, lasciai per me soltanto alcune pasticche, poi uscii di casa e mi diressi verso il vialetto dei Meyer.
Suonai il campanello e in men che non si dica la porta venne aperta, ma c'era Pierre lì davanti. I suoi occhi neri erano socchiusi mentre mi squadrava da cima a fondo, come se stesse analizzando un campione di qualcosa davvero spiacevole. Socchiuse le labbra carnose in un sorriso viscido, il sorriso alla Pierre, potevamo definirlo.
- Oh, sei venuto anche tu ad unirti alla festa, vicino? Padron Ezra ti ha chiamato? Accorriamo subito, potrebbe aver bisogno di noi. -
- Ti assicuro che se ci fosse stata una festa tu non saresti stato qui, comunque ... poche stronzate, non sono affatto in vena. Lasciami passare. - risposi, seccamente.
Quello rise. - Ah, davvero? Credevi che io lo fossi questa mattina? Quando avete cercato di raggirarmi? Come se non avessi anch'io un fottuto cervello! Volevate fare i furbi con me, ma, indovina un po', avete fallito.-
Un brivido mi percorse la schiena quando sentii quelle parole. Ezra aveva davvero un problema a questo punto.
- ... siete stati così sciocchi, e adesso vi ho in pugno. Lo tengo per le palle, Micah. Lo capisci? Fossi in te cercherei di far ragionare il tuo amichetto, dovresti proprio suggerirgli la strada giusta da seguire. Non vale la pena rovinarsi la reputazione e la vita per una donna, neppure per la propria sorella e innamorata ... sono certo che io e te parliamo la stessa lingua. -
- Ti hanno messo a fare da portinaio, Pierre? - gli chiesi, sghignazzando, e vidi la furia apparire nei suoi occhi. - Non conteresti un cazzo qui se non fossi ricco sfondato, te ne rendi almeno conto? Meyer il vecchio vuole mettere le mani sulla tua eredità e, anche se riuscissi a sposare Ariette, cosa di cui dubito fortemente, come credi che sarebbe la vostra vita, Pierre? - gli chiesi, mentre un sorriso angelico si formava sulle mie labbra. Lo guardai, candidamente.
- Io ... la costringerei ad amarmi! - ribatté a denti stretti.
Scossi la testa, rassegnato. - Qualcuno ti costringerebbe a morire prima. Senti, te lo dico da mezzo francese a francese, stanne fuori. E fammi passare adesso. -
Oltrepassai Pierre che, colto di sorpresa da quelle parole, rimase immobile. - T-tu ? Era una minaccia quella? - il suo viso era paonazzo, la sua voce stridula.
Che spettacolo penoso, pensai, mentre sentivo dei passi farsi sempre più vicini.
Ezra scese dalle scale, bastò che Pierre lo vedesse per tornare ad urlare. - Ho un video! E se tutto non va come cazzo dico io lo farò vedere ai tuoi, bastardo. Hai capito? Tu, mi hai capito? - mi chiese, puntandomi il dito contro.
Il mio amico fece spallucce. - Andiamo in stanza. -
Salimmo le scale, accompagnati dalle urla di Pierre, in quel momento mi resi conto che probabilmente qualche problema mentale ce l'aveva sul serio. Quando entrai nella cameretta superordinata di Ezra lanciai la roba sul letto, prima di stravaccarmi comodamente sulla sua sedia a dondolo.
- Credo di essere fottuto, Micah. - mi confessò, con un tono che non avevo mai sentito prima.
Ero sbigottito. - Nah, vedrai che le cose si sistemeranno. Cosa intendi fare con questa roba, a proposito? - gli chiesi, puntando gli occhi sulla montagnola di droghe che avevo raccimolato nelle ultime settimane.
- Non lo so ancora, amico. Insomma, potrei farlo arrestare, suppongo, ma non servirebbe a nulla. Ha quel dannato video tra le mani ormai. -
Non avevo mai visto Ezra tanto preoccupato prima di allora, potevo percepire alla perfezione il suo stress, l'ansia, la terribile confusione, e lui non era affatto abituato a provare tutte quelle sensazioni insieme. Ne sarebbe stato divorato presto.
Poi mi venne un'idea. - Credo di avere un piano, amico. -
Ezra sollevò i suoi occhi su di me, erano azzurri come un cielo senza nuvole. - Spara. -
- C'è soltanto una cosa che potrebbe incastrarti seriamente, no? -
Quello annuì. - Il video. -
- Bene, dobbiamo portarglielo via allora. - decisi, con convinzione.
Il mio amico rise di una risata amara. - Ah, sì? Che idea geniale! Non ci avevo pensato ... - poi mi lanciò un'occhiataccia. - Non mi farà avvicinare alla sua stanza, Micah. Sarà pazzo, ma non è stupido. Di certo terrà il video sempre con lui, o sul pc o sul cellulare, o magari su una pennina. Ma di certo non se ne andrà in giro senza. E camera sua è off limits, è sempre ben attento alla sua privacy. Quel bastardo di un francese figlio di cagna ... -
Mi lasciai andare ad una risatina malefica. - Ecco perché non sarai tu a sottrarglielo, ma Ariette! La sua dolcissima, desideratissima Ariette! -
Ezra mi fissò e aveva una strana luce negli occhi adesso. - Cosa? No, non posso chiederle questo. Non voglio che si avvicini a quel verme ... -
- Vedi altra soluzione tu? A me sembra un buon piano, invece. Per lei sarà un gioco da ragazzi, deve soltanto guadagnare un minimo della sua fiducia. -
- I-o ... non so ... Devo pensarci. Basta, ti prego, è da tutto il giorno che ci rimurgino su, parliamo di cose più liete. Ho osservato la triste dipartita di Jack dalla finestra prima ... Pare che il nostro astuto Iago sia riuscito a liberarsi dei suoi più grandi nemici di recente. -
- Ah, sì ... È vero. Non ho più nessuno con cui giocare adesso. - commentai, piombando di nuovo nella depressione. Ezra era confuso, e non potevo biasimarlo, lo ero anch'io! Insomma, tutto stava volgendo per il meglio, allora perché continuavo a sentirmi così giù di morale?
- Dovresti esserne felice, ma non lo sei. - notò lui.
- Sì, io non so, è come se mi avessero portato via tutto quello per cui valeva la pena svegliarsi la mattina. Il mio più grande accusatore adesso vive dall'altra parte della città e Otello è stato sconfitto ... E la mia vita non mi è mai sembrata così vuota, Ezra. -
- Credo che si tratti di un disturbo, sai? Ho letto da qualche parte che certi individui, soprattutto durante la giovane età, sviluppano degli stimoli sensoriali che li spingono a cercare attivamente di soddisfare i loro bisogni. Di solito dal punto di vista comportamentale presentano iperattività, impulsività e ricerca costante di contatto con persone o cose che possano recare pericolo. -
Calò un lungo silenzio, distrutto dalle mie parole. - Mi stai per caso psicanalizzando, Ezra Meyer? - gli chiesi, e non potei fare a meno di ridere per quella situazione. Ero sdraiato sul suo letto adesso e lui mi fissava dall'alto della sua poltrona. Mio Dio. Era tutto fin troppo assurdo.
- Forse. E comunque non credo proprio che le tue peripezie d'amore siano finite, caro Iago! - poi mi fece segno di guardare verso la sua scrivania.
Tutto quello che vidi furono dei libri.
- Eh? - chiesi, confuso.
Ezra scosse la testa e sospirò. - Letteratura inglese! Pierce, Micah, Pierce! -
Mi si accese la lampadina finalmente. - Ah, quel vecchio bastardo di Pierce, mi era quasi caduto di mente. -
- Non dovrebbe, visto che lui a te ci pensa notte e giorno già adesso, figurati un po' quando verrà a sapere della tua relazione amorosa con la cara Desdemona! -
- Sì, è vero, c'è ancora lui, ma cosa accadrà quando l'avrò sistemato, eh? Cosa accadrà? -
- Oddio. Micah, adesso basta. - non ebbi il tempo di protestare perché un attimo dopo venni colpito da qualcosa di grosso e morbido dritto in faccia.
Mi tolsi il cuscino dal volto e lo lanciai contro il suo possessore. Ezra lo afferrò.
- Tolgo il disturbo, Romeo. - biascicai, tra uno sbadiglio e l'altro. Era così comodo quel letto.
- Domani è l'ultimo giorno di scuola ... dicembre è proprio volato, eh? -
Rimasi un attimo immobile, stavo pensando alla proposta di TheWalkinDead dell'altra sera, aveva detto di volerci conoscere. E ci aveva dato appuntamento proprio l'indomani, sul terrazzo della scuola.
Forse anche ad Ezra tornarono in mente le parole del nostro compagno di chat, perché un attimo dopo lo trovai lì, a fissarmi con quei suoi occhi furbi mezzi socchiusi.
Lui doveva essere TwoFaced, ci avrei giurato e scommesso allo stesso tempo. Eppure esisteva un modo per risolvere la cosa prima dell'indomani, ammesso che quello stronzetto avesse davvero deciso di farsi vedere sul terrazzo della scuola.
Senza preavviso afferrai il cellulare dalla tasca, sbloccai il salvaschermo ed entrai velocemente nella nostra chat, con la coda dell'occhio vidi la mano di Ezra che afferrava allo stesso tempo il suo cellulare, abbandonato sulla scrivania.
Ma non era stato veloce abbastanza. Scrissi la prima lettera che trovai, poi premetti invio e, in quel momento, il cellulare di Ezra vibrò.
- Oh, qualcuno ha fatto scaccomatto, qui ... - sussurrai, soddisfatto.
Quello alzò gli occhi dal cellulare e li puntò nei miei, anch'io dovevo aver impresso sulle labbra lo stesso sorriso che vedevo sulle sue. - Piacere di conoscerti, Mietitore. - La mano sottile di Ezra si avvicinò alla mia, poi ci scambiammo una stretta di mano.
- Il piacere è tutto mio, Doppiafaccia. -
- E dimmi, ci sarai all'incontro di domani? - mi chiese, come se stessimo parlando del più o del meno.
Sorrisi. - Non me lo perderei per niente al mondo. E tu? -
Ezra annuì - Perché no? -
Mi diressi verso la porta con un sorriso di soddisfazione che ero certo non mi avrebbe lasciato per un bel po' di tempo. - Sono curioso di conoscere gli altri due ... -
- Ci vediamo domani, allora. E, com'è che devo chiamarti adesso? -
Sghignazzai. - Giulietta? Iago? Mietitore? Vicino pazzo? Lascio a te la scelta. -
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THOSE BAD ANGELS
General FictionLontano dalle luci e dal chiasso della città più bella e trasgressiva della California, Los Angeles, sorge Woodland Hills. In questa cittadina, tra la monotonia della routine quotidiana e qualche avvenimento non degno di nota, quattro ragazzi sono i...