Capitolo 49

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"È domenica: io non benedico il Signore. Sorgete tutte in me, o male passioni dell'anima mia, tormentatemi, abbattetemi, schiacciatemi. Ch'io muoia maledetto, perdonando a nessuno. " Ambrogio Bazzero

ZIEG

Restammo lì per non so quanto tempo, abbracciati l'uno all'altro come se i nostri corpi fossero l'unico elemento in quella stanza capace di impedirci di crollare al tappeto. Syd continuava ad accarezzarmi piano i capelli e tra le sue braccia mi sentivo terribilmente al sicuro, nonostante tutto quello che fosse successo tra noi due.

- Questi ... - disse, prendendo delicatamente una ciocca tra le dita - ... ti stanno da Dio. -
Le lacrime cessarono, provai a sorridere, tra un singhiozzo e l'altro. Non riuscii a parlare.
- Zieg? -
Il dolore dentro al mio petto per quell'ennesimo fallimento era forte e ancora chiaramente presente, faceva male, graffiava come un animale in gabbia pronto a balzare fuori e a divorare qualunque cosa gli si parasse davanti.
- Voglio andare a casa. - la mia voce giunse roca. Mi chiesi se la festa di sotto fosse terminata, data l'assenza di musica o chiacchiericci. Non avevo voglia di incontrare nessuno.
Syd si mise in piedi, poi mi diede una mano ad alzarmi.
- Ti porto io. -
- Ho la mia auto. - biascicai, mentre mi distaccavo dal suo tocco. Allontanarmi mi fece male, sapevo che, a quel punto, il distacco sarebbe stato spaventoso anche più di prima, perché adesso ricordavo alla perfezione cosa significava trovarmi accanto a lui, stretto tra le sue braccia forti e protettive.
- Ok ... posso almeno seguirti in moto? -
- N-non ho bevuto, sto bene. - assicurai, mentendo a me stesso. Ok, potevo non aver toccato quasi nulla da bere quella sera, ma ero lungi una vita dallo stare davvero bene. Mi ero mantenuto sobrio in vista di quella conversazione e adesso rimpiangevo il momento in cui avevo preso quella decisione.
- Senti, forse non avrei dovuto dirti niente, dopotutto questo non cambia le cose tra di noi, è vero? -
Scossi la testa, ero confuso e dolorante come se il mio corpo fosse stato sbattuto ripetutamente contro un muro. - Non lo so, Syd, però avevo il diritto di saperlo. Beh, mi chiedo perfino perché mi stupisca ancora ... il fatto che io dia la mia fiducia a chi non dovrei ... -
Syd abbassò lo sguardo, vidi la sua mascella contrarsi. - Non puoi semplicemente lasciar perdere questa storia? Non ti conoscevo neppure quand'è successo quello schifo, ok? -
- Non è questo il punto, Syd, avresti dovuto dirmelo! Invece hai continuato a mentire, mi fai sentire così stupido e ... ingenuo ... - no, ero soltanto un povero idiota innamorato del diavolo in persona.
Syd mi precedette lungo il corridoio, era snervato e stanco, lo sapevo perché anch'io mi sentivo in quel modo.
Al piano di sotto regnava il caos più completo. Era come se il salone principale della villa fosse stato trasformato in una vera e propria discarica, mi chiesi chi avrebbe ripulito tutto quel casino, forse le stesse persone che adesso dormivano beate sui divanetti o a terra.
- Andiamo? - Syd oltrepassò l'uscita, non sapevo cosa fare con lui, non avevo la minima idea neppure di ciò che avrei fatto una volta tornato a casa.
- Come l'hai scoperto? Di Vince, intendo. -
L'aria fuori era fresca, un toccasana per il mio viso accaldato, così rimasi un attimo lì, a godermi quella sensazione di improvviso benessere dopo una serata di merda come quella.
- Il fratello di Mr Gillian lavora come investigatore privato ... - sgranai gli occhi. - Cosa? Gli hai messo dietro un investigatore? -
Syd aprii le braccia. - Andiamo, quell'idiota non convinceva nessuno! E' sbucato praticamente dal nulla, ci provava con te in modo spudorato, ignorando completamente la presenza del sottoscritto. Conosco bene David, fin troppo, sapevo che poteva benissimo esserne capace ... -
Rimasi immobile, a soppesare quelle parole. - Perché lo sta facendo? E' chiaro che ciò che prova per te va oltre ogni azione razionale ... -
Quello rise, era una risata amara, spaventosa. - Lui è ossessionato da me, Zieg. Non si tratta di amore qui, soltanto di pura ossessione. Sono stato fortunato per un periodo, lo sai com'ero fatto, mi divertivo in giro, ma non ero mai uscito seriamente con nessuno ... -
- A lui stava bene ... -
- Sì, magari non ne era felice, forse lo faceva stare male, ma la situazione è peggiorata di gran lunga quando ha capito che tu stavi diventando una costante nella mia vita. - Syd sembrava terribilmente amareggiato. - Avrei dovuto dirtelo, non sai quanto ho temuto per te ... quando ci siamo lasciati, a volte credevo fosse stato meglio così, ovviamente non per me, quanto per te. E' un tipo pericoloso, ma se tu ti fossi tenuto lontano da me non avrebbe osato farti del male, nonostante ti odiasse ancora. -
- Non lo temo. - dissi a denti stretti.
Lo odiavo con ogni fibra del mio corpo. Si era preso gioco di me, mi aveva manovrato come una marionetta per ben due volte, prima con Syd, poi nel mio rapporto di amicizia con Vince. Aveva manovrato tutti noi, chi era davvero il carnefice e chi la vittima in quel gioco spaventoso in cui ero stato trascinato da David?
Non lo sapevo. Syd avrebbe dovuto dirmi come stavano le cose, anche Vince, ma io? Io mi ero rivelato un perfetto idiota, la preda ideale, il veicolo perfetto attraverso cui perpetrare la propria vendetta.
- Beh, sei al sicuro adesso, ecco ciò che conta. - Syd stava montando in moto, poi mi passò il casco. Notai con una buona dose di contentezza, impossibile da controllare, che nonostante tutto usava ancora il casco che gli avevo regalato per natale - Ti porto alla tua auto. -
Lo seguii, le mie labbra non osavano parlare, avrei voluto chiedergli scusa per quello che i ragazzi ed io gli avevamo fatto, fracassando la sua bambina, ma un milioni di scuse non sarebbero bastate, così decisi di lasciar perdere.
Mi aggrappai alla sua vita, cingendola con le braccia. Poi chiusi gli occhi e per un attimo il mio cuore si fece leggero. Fu come tornare ad un mese prima, lui, io e la sua moto, le strade silenziose e buie di Woodland, il suono ritmico del motore, il cuoio del suo giubbotto contro la mia guancia ad un centimetro dal mio naso ... e quel profumo ... il profumo di lavanda, il profumo di Syd.
Il tragitto fu breve e prima ancora che potessi davvero sciogliermi contro le sue spalle fummo già arrivati alla mia auto. Syd accostò appena, facendo sì che potessi scendere.
Mi ritrovai a terra, con gli occhi fissi sul viso appena illuminato di Syd, i suoi occhi chiari brillavano di mille intenzioni inespresse e parole ... parole che non avrebbe mai pronunciato.
- Chi è lei? -
Il viso della ragazza mi tornò in mente, provocandomi un forte dolore proprio al centro esatto dello stomaco. Sapeva a chi mi stessi riferendo, era l'unica persona con la quale l'avessi visto uscire.
- La ragazza mora? - il suo viso era tranquillo.
- Sì, quella con cui esci ... com'è che non l'hai portata alla festa stasera? -
Stavo diventando scorbutico e non potevo permettermelo. Noi due non stavamo insieme, non più ... gli avevo perfino mentito riguardo Vince, facendogli credere che fosse il mio nuovo ragazzo.
- Lei è Charlene Quinn, non lo sapevi? -
- La figlia di quella Quinn? La stilista? - ero confuso.
- Sì, ho posato per lei qualche settimana fa, ho fatto delle foto in coppia con Charlene. -
Strinsi forte i denti, effettivamente avrei dovuto capirlo prima, si era scelto una fotomodella. - Bene, formate proprio una bella coppia. Niente da ridire. -
Syd sollevò un sopracciglio. – Chi? Con Charlene? E' gay, Zieg. Lo sanno praticamente tutti, siamo usciti perfino con la sua ragazza qualche volta ... -
Rimasi a bocca aperta ed improvvisamente il mio cuore fece una sorta di balzo, sentivo quel nodo al petto sciogliersi piano.
- Ah ... -
- Zieg, io non posso sostituirti ... forse non ti è ancora chiaro quanto sia dannatamente preso da te, ma non so più come spiegartelo, ce l'ho messa tutta, capisco che tu possa aver paura, le tue relazioni sono uno schifo, hai perso quel minimo di fiducia che avevi in me, ma non ti ho mai tradito, neppure in queste settimane in cui pensavo tu stessi con Vince ... -
Furono i miei piedi a muoversi in automatico verso di lui. Dovevo farlo, non potevo tornare a casa senza averlo fatto, così accostai le mie labbra alle sue in un bacio casto.
Lo guardai negli occhi, adesso enormi, sgranati dallo stupore.
Ricordai le sue parole in palestra, mi avevano distrutto completamente, avevano fatto cedere ogni mia barriera e la voglia di proteggermi si era rivelata talmente forte da avermi spinto ad allontanarlo da me con ogni mezzo possibile, inclusa la menzogna.
- Ti amo anch'io, Syd ... ti amerò fino alla fine dei tempi ... - le mie parole furono soltanto un sussurro a fior di labbra.
Poi mi catapultai in auto, con le lacrime agli occhi e tutte quelle emozioni che non sarei mai riuscito a riordinare dentro di me, misi le chiavi nel quadro e con un rombo il motore si accese.
Sentii un movimento alla mia sinistra, poi un'ombra veloce che attraversava la mia visuale, Syd aprì lo sportello del passeggero e piombò in auto.
Fu soltanto un attimo, le sue labbra furono sulle mie, mentre le sue mani stringevano il mio viso con una passione tale da lasciarmi senza fiato, completamente in balia dei suoi baci.
- Shh ... va tutto bene. - Syd mi attirò a lui, posai le mani sul suo petto e un brivido percorse ogni terminazione nervosa presente nel mio corpo.
Il cuore di Syd batteva all'impazzata sotto il tocco leggero della mia mano, era spaventoso notare tutta quella voglia trattenuta esplodere improvvisamente, venir fuori con tanta violenza da non riuscire a trattenerla neppure un istante di più.
- Andrà tutto bene adesso, te lo assicuro. - i baci di Syd erano caldi, bollenti contro le mie labbra vogliose di accoglierlo. Mi ritrovai sulle sue gambe, con le braccia incrociate dietro la sua nuca, così vicini da fonderci in un unico corpo. - Niente più bugie, niente più cazzate ... soltanto io e te ... -
La sua voce era bassa, sensuale e calda, avrei voluto vivere lì, tra le sue braccia per il resto della mia esistenza.
Non c'era niente oltre Syd, né prima di Syd. C'era soltanto lui ... l'unico ragazzo al mondo che avrebbe potuto spingermi agli estremi, l'unico per il quale sarei potuto uscire fuori di testa senza preoccuparmene nemmeno.
Lo amavo, l'avevo fatto dal primo momento e le cose non sarebbero cambiate, non potevano, semplicemente.
I suoi occhi erano infiammati di passione, in un attimo mi ritrovai a guidare a tutta velocità, mentre Syd lasciava lunghe scie di saliva bollente sul mio collo, mordendo, succhiando forte, facendomi completamente uscire di testa e per poco anche di strada.
Casa sua era lì, entrammo velocissimi, l'uno avvinghiato all'altro come se non ci fosse nient'altro al mondo oltre noi due e le nostre voglie indescrivibili.

THOSE BAD ANGELSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora