"Assisto terrorizzato al diminuire del mio odio per gli uomini, all'allentamento dell'ultimo legame che mi univa a loro." Emil Cioran
MICAH
Ezra non sopportava nemmeno la mia vista, me ne accorsi quando all'uscita da scuola rimase in disparte, dicendomi che doveva pianificare le lezioni per le matricole che seguivano i suoi corsi di recupero. Lo fece senza guardarmi, con quel tono che era solito usare quando voleva ferire qualcuno, freddo e tagliente.
Feci spallucce e me ne andai, probabilmente accrescendo ancora di più la rabbia che doveva provare nei miei confronti, beh, avevo promesso a Dim che sarei passato in ospedale a trovarlo, quindi era quello che intendevo fare, con o senza Ezra dietro.Zieg era già lì, seduto al capezzale del suo amico, accanto a lui c'era Syd Zilke tutto intento a raccontare qualcosa che richiedeva un gran movimento di mani e braccia, gesticolava un sacco e in un attimo si ritrovarono tutti a ridere.
- Ehi! Come sta il nostro malato preferito? - iniziai, dopo aver posato una confezione con dei muffin al cioccolato dentro. Erano i suoi preferiti, ci faceva colazione, merenda, spuntino e post cena.
Dimitrij sorrise. - Sono ancora in giro a quanto pare. -
- Mi sembri in forma. A parte il taglio alla naziskin che ti hanno fatto. Se vuoi posso provare a inciderti una svastica con il rasoio! -
La mia proposta lo fece ridere. - Come no, sarebbe un modo carino per celare questa orrida cicatrice. - abbassò appena la testa per mostrarcela meglio.
- E' parecchio grossa? -
- E' soltanto il solito esagerato, sono poco meno di cinque centimetri. - commentò Syd. - A me hanno dovuto ricucire tutta la schiena. -
Zieg annuì. - Cos'è? Una sfida a chi ce l'ha più grossa? -
- Non puoi capire tu, ragazzino imberbe. - ribatté di rimando Syd, dopo avergli scompigliato i capelli.
- Già, noi non siamo veri uomini, Zieg. Non abbiamo né cicatrici, né aneurismi o ferite di guerra che possano provare la nostra virilità!- dissi, provocando delle risate generali.
Poi l'attenzione di tutti fu attirata dai dolci che ci dividemmo. - Dov'è Ezra? - chiese Dimitrij, attento.
- E' rimasto a scuola, in realtà sta soltanto cercando un pretesto per evitarmi. - spiegai tra un boccone enorme di muffin e l'altro. - Sapete, mi odia di recente. -
- Perché? Che cosa mi sono perso durante la mia visita al Valhalla? -
- Nulla ... niente di che, davvero. Ti aggiorneremo. - dissi, lanciando un'occhiata sfuggente a Syd. Quello afferrò in un attimo che doveva esser di troppo, tant'è che un secondo dopo se ne uscì con - ehm ... vado a farmi un giro, forse becco ancora mio fratello se mi sbrigo. -
- Ci vediamo stasera? - Zieg lo stava accompagnando alla porta.
- Certo, ci sentiamo più tardi. - gli assicurò quello dopo averci salutati tutti.
- Grazie di tutto, Syd, aggiornami appena puoi. -
- Certo, Dim. -
- Su cosa? - chiesi, adesso decisamente curioso.
- Il traffico, ovviamente. - commentò acido Zieg. Aveva un'espressione furente sul volto. Continuava a non accettare il loro ruolo in quella storia.
Dimitrij sbuffò. - Andiamo, mi sta soltanto dando una mano fino a quando non esco da questo fottuto posto del cazzo e avverrà tra due giorni, quindi potresti farmi il favore di non mettere il broncio? -
- Ti sta aiutando a piazzarle? -
- No, si occupa della consegna e basta visto che io non posso al momento, fortunatamente mi ero portato avanti con il lavoro. - disse lui, sorridente. - Sapete, avevo previsto questo problema e se dovessi andarmene prima del tempo c'è della roba che potete piazzare, certo vi chiedo di utilizzare i soldi del ricavato per aiutare mia madre. -
- Smettila, non te ne andrai prima del tempo, ok? Cazzo, basta, Dim. - Zieg lo mise a tacere, poi gli passò con violenza un muffin al cioccolato. - Mangia e non rompere. -
- Ezra non è venuto per colpa mia? - chiese quest'ultimo un attimo dopo.
- Ah, no. E' me che odia, te lo assicuro ... è convinto che io abbia messo fuori dai giochi Ariette ... - i loro occhi erano puntati su di me, a quanto pareva Ezra non era l'unico ad averlo intuito. - ... Zieg gli ha messo una pulce nell'orecchio, l'hai fatto, vero? -
L'espressione sul suo viso era parecchio colpevole, quindi capii che dovevo averci visto giusto anche quella volta.
- Ezra ti sta idealizzando, volevo soltanto che vedesse le cose per come stanno realmente. -
- Giusto. - commentai, freddamente. Non ce l'avevo con Zieg, neppure con Ezra a dire il vero. Né provavo rimorso per ciò che avevo fatto, sapevo che, molto probabilmente, se non avessi colto l'opportunità io l'avrebbe fatto Ariette, ponendo Ezra di fronte allo stesso dilemma a cui l'avevo posto io. Era soltanto questione di tempo e avrebbe vinto soltanto chi si fosse dimostrato pronto ad afferrare la palla al balzo.
- Il fatto che Ariette sia finita nei casini per colpa tua, non ti fa provare neanche un minimo di senso di colpa, Micah? Davvero? - Zieg mi fissava con i suoi occhi chiari, era attento, sperava ardentemente che potessi dire qualcosa che avrebbe potuto farlo ricredere un minimo.
- Mors tua, vita mea. - poi feci dietrofront. - Vado a prendere qualcosa da bere, gli ospedali mi fanno venire sete...e anche gli interrogatori. -
- Ok. - commentò Dimitrij, l'atmosfera si era raggelata nel giro di qualche attimo ed io non volevo esserne la causa, quindi mi sarei tolto dalle palle per un po'.

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THOSE BAD ANGELS
General FictionLontano dalle luci e dal chiasso della città più bella e trasgressiva della California, Los Angeles, sorge Woodland Hills. In questa cittadina, tra la monotonia della routine quotidiana e qualche avvenimento non degno di nota, quattro ragazzi sono i...