Capitolo 24

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"A volte è quello che non fai a fare di te quello che sei."  PHIL BROOKS


ZIEG

Avevo preso la macchina senza riflettere e adesso stavo guidando alla volta di casa Zilke, dovevo raggiungerlo, parlare prima che fosse troppo tardi, prima che la sua gelosia mista a stupidità potesse rovinare davvero il poco di buono che c'era tra di noi.
Parcheggiai e in un attimo mi ritrovai di fronte al portone, soltanto in quel momento mi venne in mente che avrei potuto almeno provare ad avvisarlo al telefono prima di presentarmi in quel modo, ma non sapevo se l'avrebbe preso.
Suonai il campanello e sperai bene.
Subito dopo sentii un rumore di passi, prima che la voce inconfondibile di Syd urlasse un - Chi è? -
Bene, mi portai una mano al cuore, sembrava incazzato perfino senza sapere che fossi stato io a suonare.
- Sono Zieg. - dissi, cercando tutto il coraggio che sembrava essere svanito non appena avevo sentito la sua voce.
Seguì un attimo di silenzio, poi la porta si aprì appena, e capii che sarei dovuto entrare da solo, perché Syd non aveva alcuna intenzione di fare il carino con gli ospiti.
- Permesso? - chiesi stupidamente, mentre chiudevo la porta alle mie spalle e mi ritrovavo a fissare la stanza con occhi preoccupati. C'era qualcuno? Perché diavolo ero andato a trovarlo così di punto in bianco? Improvvisamente mi sembrò l'idea più stupida che avessi mai avuto in diciassette anni di vita.
Syd era letteralmente stravaccato sul divano in una posa stranissima. Le sue gambe erano incrociate e in aria, come se si stesse preparando a fare una verticale, mentre la sua testa era appoggiata sul tavolo. Tra le mani reggeva un libro e, o mio, dio, come notai un attimo dopo, indossava perfino gli occhialetti da vista.
Rimasi immobile, estasiato e allo stesso tempo preoccupato da ciò che stavo vedendo.
- Ti avevo scambiato per il tipo delle pizze. - mi lanciò un'occhiataccia delle sue, il tono con cui aveva parlato era tutto un programma.
- Perché? Ci somigliamo? -
Syd sollevò un sopracciglio e chiuse il libro. - Non so se anche lui ha la simpatica abitudine di farsi rimorchiare sul luogo di lavoro, a dire il vero. -
Frecciatina.
- Perché non ci dai un taglio, invece? - camminai lentamente verso di lui che rimase immobile in quella posizione assurda. Mi ritrovai il suo viso all'altezza delle mie ginocchia, per di più al contrario. Avrei voluto abbassarmi, stringerlo e baciarlo, ma come l'avrebbe presa?
- Perché tu sei mio, Zieg. - i suoi occhi erano puntati nei miei, e nessun'altra occhiata avrebbe mai potuto esprimere tutto quello che riuscivo a vedere quando il suo sguardo incontrava il mio: desiderio, possessione, gelosia ed un filo di preoccupazione dietro.
Mi abbassai, facendo ben attenzione a non sbattere contro il tavolinetto e annullai ogni distanza rimasta quando finalmente strinsi le mie braccia intorno al suo petto.
- So di essere tuo, Syd. Non è forse la rassicurazione che cerchi questa? -
I suoi occhi sfuggirono al mio sguardo, sembrava quasi imbarazzato, ma lui era Syd Zilke in fin dei conti, e quel ragazzo non conosceva vergogna o timore.
- Rassicurazioni? Ti sembro il tipo? - un attimo dopo strinse le sue mani contro il mio cappotto e mi sentii sollevare fino a trovarmi nella posizione completamente opposta a quella di partenza.
Syd era su di me, le sue mani intorno alla mia testa ed un sorrisino malizioso sul volto. - Credi che uno come me possa aver avuto anche solo per mezza volta nella sua vita bisogno di una rassicurazione del genere? -
Ok, mi ritrovai a boccheggiare mentre passavo in rassegna il suo viso perfetto sempre più vicino al mio. - Scusa, ho detto una cazzata. - sussurrai, ad un passo dal crollo definitivo di ogni pensiero sensato.
Poi mi posò l'indice sulle labbra e la sua voce si fece ancora più bassa. - Tu sei come la mia moto, Zieg. Mettiamola così, credi che mi farebbe piacere se trovassi qualcuno seduto sulla mia moto mentre io sono da qualche altra parte? -
- I-io ... che paragone azzeccato ... - mi lasciai scappare, Syd premette il dito sulle mie labbra ancora un po', il suo viso era tanto vicino al mio da poter vedere perfettamente le pagliuzze azzurre e verdi delle iridi. Era quasi ipnotico.
- Rispondi, tesoro. - mi spronò con il solito sorriso malizioso che si formava sulle labbra perfette.
- Suppongo di no, cioè non credo. -
- Supponi bene, infatti. Quindi la prossima volta che qualcuno si avvicina a qualcosa di mio possesso, voglio che la suddetta moto si metta a suonare. Ha un allarme funzionante, sai? Serve per scacciare gli sconosciuti invadenti e la gente cattiva. E a volte questi due tratti coincidono. E' chiaro? -
Avevo capito il concetto, anche se dovevo ammettere che il suo modo di spiegarmi le cose mi turbava parecchio.
- E' chiaro. - confermai.
- Bene. - mugugnò quello, un attimo dopo me lo ritrovai letteralmente addosso.
Feci per attirare il suo viso al mio, ma Syd oppose una certa resistenza. Mi fissò con un sorriso pieno di cattive intenzioni e gli occhi che brillavano di malizia, poi con un gesto velocissimo mi bloccò le braccia contro il divano, tenendo i polsi con una sola mano.
- S-syd! - ero allarmato, ma non solo. Provai a sfuggire alla sua presa, provai perfino a scalciare, però ottenni l'effetto contrario, quello di avere perfino le gambe fuori uso, bloccate sotto il peso del suo corpo.
Avrei voluto tanto poter affermare che quella situazione mi dispiacesse, ma in realtà non era affatto così, anzi ... il fatto che raggiungere il suo viso fosse così arduo mi spingeva a desiderarlo ancora di più.
- Uhh, una mosca succulenta si è posata sulla tela del grande e grosso ragno. Come farà adesso a liberarsi? - mi sussurrò all'orecchio, provocandomi una lunga serie di brividi che salirono su per la schiena, lasciandomi tremante.
- N-noi dovremmo andare da Ezra ... - biascicai, con la faccia che sentivo andare in fiamme, di rimando ottenni uno sguardo confuso.
- Chi? -
- Ezra Meyer, ha organizzato una festa e ci sarà perfino Dimitrij. Mi chiedevo se volessi venire anche tu. - buttai li, tutto d'un fiato. Prima che quel maniaco avesse potuto dire o fare qualcosa di pericoloso.
- Mmm, soltanto se la prossima settimana ti lascerai monopolizzare del sottoscritto per tutto il week-end. - la sua mano libera iniziò a vagare lungo il mio collo, però poi scendere quasi casualmente ed inoltrarsi sotto il maglione. Ogni suo tocco era come fuoco sulla pelle, ogni minimo gesto da parte di Syd poteva decretare la fine di tutte le mie buone intenzioni.
- Sì. - sussurrai, appena. - Credo non ci sia alcun problema. -
Quello sorrise, soddisfatto, poi mi lasciò andare, sciogliendomi dalla morsa delle sue mani e gambe, feci per attirarlo a me, giusto per suggellare quell'accordo con un tanto agognato bacio, ma Syd si ritrasse, sghignazzando.
- Cosa credi di fare? - la sua mano mi teneva a distanza.
Lo guardai, incazzato. - Cosa credi di fare tu, invece? -
Quello rise ancora, sembrava soddisfatto. Poi si alzò di scatto e mi liberò.
- Io ti punisco, Zieg. Da ora in poi questi baci te li devi guadagnare, tesoro. -
Lo guardai svanire oltre le scale.
Quel dannato di un Zilke!

THOSE BAD ANGELSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora