Capitolo 82

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"La civiltà è una terribile pianta che non vegeta e non fiorisce se non è innaffiata di lacrime e di sangue." Arturo Graf


SCERIFFO WESTON

Erano ormai trascorsi più di trent'anni da quando avevo iniziato a lavorare nella polizia, mi ero recato in ufficio giorno dopo giorno, lavorando duramente e con costanza per ottenere il posto che avevo adesso. Ne avevo viste di tutti i colori, lavorare come agente ti permette di venire a conoscenza di ogni sfumatura o inclinazione del carattere di un uomo, ed io ormai sapevo capire come andava a finire una giornata dalla prima telefonata che ricevevo alla scrivania.

Il quindici di Aprile non fece eccezione, mi alzai presto e mi recai alla centrale per cominciare il mio lavoro burocratico, tutte quelle scartoffie non si sarebbero riordinate di certo da sole. Quel giorno però non avrei concluso molto da quel punto di vista. Non appena mi sedetti alla scrivania con la tazza di caffè ancora fumante in mano il mio telefono squillò.

- Pronto? – risposi.

- Sceriffo Weston ... hanno chiamato dal centralino, hanno ricevuto una segnalazione da casa Meyer ... abbiamo inviato una volante ma visto che lei ci ha chiesto di avvisarla su qualunque movimento insolito provenisse da quella casa l'ho avvertita – mi informò il mio vice – ci raggiunge? –

Sospirai – Arrivo immediatamente. – chiusi la chiamata e lasciai la scrivania.

Ezra Meyer, avevo avuto a che fare con quella famiglia per anni, gente per bene, cortese, Charles era un pezzo grosso in città ed aveva impartito ai figli un'educazione impeccabile. Ma questo prima, quel ragazzo aveva preso una deriva pericolosa e mi aspettavo già da tempo qualche azione più incisiva, qualcosa che mi avrebbe autorizzato ad arrestarlo. Erano pericolosi, i miei sensi me lo dicevano chiaramente, Meyer e Larssen non erano semplici adolescenti, c'era davvero una forza sinistra dietro ogni loro azione. L'arrivo di Larssen aveva dato coraggio a molti, quelle bravate da delinquentelli si erano ben presto trasformate in veri e propri crimini, ma mancava ormai poco ad una risoluzione definitiva. Li avrei incastrati, soltanto qualche giorno ancora e le prove del loro coinvolgimento sarebbero saltate fuori.

Quando arrivai a casa Meyer la situazione era più grave del previsto, l'ambulanza era ferma insieme a tre volanti, la polizia scientifica era già sul posto. Inspirai profondamente e chiusi gli occhi, quella sarebbe stata una giornata che non avrei dimenticato.

- Sceriffo Weston! – mi chiamò Jones – mio Dio, signore è ... è un dannato mattatoio. –

- La situazione? - chiesi mentre entravamo in casa.

- La chiamata è stata effettuata da Charles Meyers, sembrava in stato di shock ... non ha detto molto, siamo intervenuti subito ... al nostro arrivo abbiamo chiamato l'ambulanza – entrammo nella cucina, dove c'era un via vai di poliziotti e periti – naturalmente anche il coroner ... la signora Meyer era già morta ... -

Il corpo di Colette Meyer giaceva senza vita appoggiato al frigorifero, gli agenti stavano scattando le ultime foto del sopralluogo, accanto era già pronto il sacco per cadaveri, sospirai. Spostando lo sguardo di poco trovai i paramedici che cercavano di stabilizzare Charles, la sua ferita era grave ma non letale, era cosciente e balbettava, piangeva, chiamava qualcuno che non riuscii a capire, poi lo issarono su e lo portarono fuori, lontano da quello scenario. Un altro agente si avvicinò a me.

- Signore, abbiamo trovato alcune prove ... si tratta di un diario che abbiamo requisito, ad una prima occhiata ... sembra che sia Ezra Meyer il responsabile della morte di Montagne ... e di molto altro ... - mi riferì.

THOSE BAD ANGELSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora