"Un uomo che ha vissuto nell'intrigo per un certo tempo non può più farne a meno: ogni altro genere di vita è svigorito per lui." Jean de La Bruyère
ZIEG
L'avevo fatto, avevo davvero baciato una donna.
Amber mi strinse forte, poi mi lasciò andare, intorno a noi le risatine dei ragazzi erano ovunque, ma io non riuscivo davvero a pensare a niente, dovevo avere un'espressione piuttosto ebete sul viso, ma non me ne importò. Avevo bevuto e fumato e mi sentivo terribilmente leggero in quel momento, non mi capitava spesso di stare così bene, così risi ancora e ancora, adesso accerchiato dai miei amici.
- Bel colpo, Deveroe! -
- Qualcuno ha fatto breccia nel cuore di Amber qui! -
- Ehi ... - si lamentò lei, con un sorriso enorme sul volto.
Avevo davvero baciato una ragazza?
- Vogliamo il bis! Forza. Sarete la coppia nata in gita, ce n'è sempre una in ogni liceo che si rispetti! - scherzò Erik, dopo avermi passato un terzo bicchiere di gin-lemon che io accettai.
- Forza! Facciamola girare di nuovo questa bottiglia. -
Risi forte, era assurdo, i miei compagni sembravano aver perso ogni inibizione, ci fu perfino un bacio tra ragazze che lasciò gli altri ad occhi sgranati, qualcuno di loro era visibilmente desideroso di vederne altri.
- Wow, posso fare un video? Potrei vederlo durante le notti solitarie! -
Le risate riempivano la stanza, Dimitrij se la stava spassando in compagnia della sua vodka casereccia, perfino Micah ed Ezra erano a loro agio dopo aver dato prova della loro effettiva relazione, scambiandosi un bacio davvero focoso, ma in realtà bastò un solo istante per rovinare ogni cosa, alzai lo sguardo, attratto da una figura rimasta totalmente in disparte, Syd mi fissava con un'espressione sul viso a dir poco spaventosa, lo vidi voltarsi dall'altra parte per poi scomparire oltre la porta.
- Povero piccolo Zilke, non ha la faccia di uno avvezzo agli abbandoni. - la voce di Micah era un sussurro basso, mi stava bisbigliando all'orecchio.
- Già, solitamente è lui quello che tratta di merda la gente. - rispose Ezra, appoggiandosi appena a me.
- Beh, l'avrebbe trattato di merda se non avesse prima tentato di nasconderlo e tenerlo lontano dalla sua carriera a cinque stelle. A quanto pare non meritavi molta considerazione da parte sua ... -
Avrei voluto trovare un appiglio, qualcosa che potesse fornire una buona giustificazione al comportamento di Syd, una piccola attenuante che mi avrebbe fatto sentire meglio, ma purtroppo non esisteva nulla del genere e ne eravamo tutti consci. Tornai a bere, Amber continuava ad osservarmi con i suoi grandi occhi scuri, sapevo cosa si aspettava da me, era spaventosa la messinscena che avevo dovuto allestire per nascondere il mio vero io, avrei voluto alzarmi in piedi ed urlare fino a quando non fosse uscita tutta la verità, nient'altro che la verità dalla mia gola.
Cominciavo a pensare che non aveva più importanza cosa gli altri pensassero di me, niente avrebbe potuto distruggermi, perché il mio cuore era un campo di macerie dove non sarebbe più cresciuto nulla di bello.
Mi alzai da lì, incurante dei richiami degli altri ragazzi, presi soltanto una sigaretta e la giacca. La testa continuava a girarmi appena, avevo bevuto parecchio, ma niente in confronto al passato, ero perfettamente in me quando attraversai il corridoio, diretto al balcone sul pianerottolo, a caccia di aria fresca.
Non ero l'unico ad averne abbastanza di quella festa, Syd se ne stava lì, con i gomiti sulla ringhiera, intento a guardare sotto; quando mi vide il suo viso cambiò appena, i suoi occhi guizzarono, mentre mi chiudevo la porta dietro.
Era lo stesso angelo cattivo che mi aveva rubato il cuore, il suo viso pallido ed etereo era contrariato, i suoi bellissimi occhi grigi saettavano d'ira, doveva odiarmi, il suo egoismo era sconfinato.
- Vorrei starmene da solo se non ti dispiace. - disse con un tono affilato come un pugnale.
- Non sono venuto qui per te, Syd, scendi dal piedistallo una volta nella vita. - le mie stesse parole mi stupirono, avevo parlato prima ancora di ragionare, un effetto dell'alcohol probabilmente, ma non mi importava davvero. Ero stanco di essere l'unico a soffrire, mentre lui continuava a disputare i suoi match, ad incontrare gente ricca e famosa, a visitare nuove città. Accesi la sigaretta, incurante del suo viso rivolto verso il mio.
- Mi fai gelare il cuore. -
Mi voltai, incrociando il suo sguardo atterrito. - Ah, sì? Perché? Ne hai uno? -
- E tu? -
Mi venne da ridere, genuinamente. - Ho capito qual è il tuo problema, non ti va che io stia bene. Avresti voluto vedermi a pezzi, a piangermi addosso come lo smidollato che sono sempre stato e poi ... perché no, sarei perfino potuto venire a pregarti di tornare con me! - le mie parole erano un fiotto di veleno, venivano fuori con l'intento di far del male, avrei voluto dargli almeno un assaggio del dolore che aveva provocato a me. - e invece mi dispiace distruggere i tuoi piani ma credo di essermi evoluto, Syd, credo di aver capito cosa voglio e non voglio dalla vita. -
- Ah, sì? E cos'è che vorresti oltre questa stupida ed infantile vendetta che non porterà ad un cazzo? -
- Vendetta? - rimasi interdetto. - Dio, Syd, sei davvero più ottuso di quanto avessi mai immaginato ... non mi importa un cazzo di te, non sei tu il punto, sono io. Io che non merito di essere trattato come un malato di lebbra, non sono un fottuto scheletro nell'armadio da nascondere, né un errore di percorso, sono un essere umano che merita, esattamente come ogni altro, di poter avere una vita normale. Alla luce del sole senza vergognarsi di sé stesso. - non stavo piangendo, non stavo urlando, era soltanto rabbia, un'enorme rabbia che non sapevo come gestire.
Syd era immobile, le sue labbra socchiuse in un'espressione di pura mortificazione.
- Hai deciso di seguire il tuo sogno, non farò mai parte di quella vita che hai progettato per te e non me ne importa un cazzo, te lo dirò sinceramente. Ero al limite, sarei esploso a forza di sottostare alle tue cazzate ... -
- Zieg ... -
Non gli permisi di interrompermi, mi avrebbe ascoltato dall'inizio alla fine. - Devo dirtelo da troppo tempo, non mi saresti mai andato bene, Syd. Tu e io ... eravamo pura utopia, sei un ragazzo terribilmente insicuro, questo tuo atteggiarti non è altro che una maschera ed io ti ho capito. Non ti permetterò più di avvelenarmi le giornate, vuoi nasconderti per sempre? Fa' pure, ma non provare a trascinarmi con te. -
Mi voltai dall'altra parte, amareggiato.
- I-io ... stento davvero a riconoscerti ... tutto quello che hai detto ... -
- E' quello che provo. - conclusi, freddamente. - quindi vedi un po' di fartene una ragione, hai rinunciato a me preferendomi New York e tutto ciò che ne consegue, adesso abbi la decenza di toglierti dalle scatole se non puoi trattarmi semplicemente da conoscente. - stentavo a credere di aver detto davvero quelle parole, vidi Syd muoversi appena dietro di me, sperai che avesse inteso, che quella notte, almeno quella notte, avesse stentato a prendere sonno, ripensando alle mie parole ancora e ancora.
- Bene, getta pure fango sulla nostra storia se questo è il miglior modo che conosci per liberarti di me, ma io non starò qui ad ascoltarti un momento in più. Non ti sei mai fidato neppure un attimo di me, non hai mai creduto ad una sola parola che uscisse dalla mia bocca. Ero già solo prima ancora di mandare a monte ogni cosa, quindi se mai c'è stato qualcosa tra noi due ... - gli occhi di Syd brillavano sotto la luce della luna. - ... adesso è svanita del tutto. -
- Ecco quanto è valsa la nostra storia. - ero amareggiato, avrei voluto colpire quel suo corpo perfetto, scaricare tutta la mia rabbia sul viso arrogante che mi stava davanti, ma mostrargli la minima emozione equivaleva a perdere, così mi limitai a finire la mia sigaretta. Lo lasciai andare via senza muovere un muscolo, avevo fatto l'abitudine ormai a vederlo oltrepassare soglie che avrei voluto restassero ben nascoste per sempre; Syd era stato il mio paradiso e il mio inferno allo stesso tempo, tutto quello che ne sarebbe venuto dopo non avrebbe avuto senso.
- Zieg ... sei qui ... -
Mi voltai con il cuore in gola, per un attimo avevo creduto che Syd avesse deciso di tornare indietro, ma ovviamente mi sbagliavo. Amber se ne stava ritta sul pianerottolo, i capelli scuri le scivolano giù, lungo la vita magra, i suoi occhi bruciavano di desiderio. Ricordavo quello stesso sguardo sul viso di Syd mentre mi fissava, dall'altro capo della sala, a mensa, quando aspettavamo l'inizio delle lezioni pomeridiane per sgattaiolare in bagno tra una lezione e l'altra, a baciarci, stringerci forte l'uno all'altro.
Senza che me ne fossi reso conto avevo preso la sua testa tra le mie mani, ma non era lei che vedevo lì di fronte a me, era il volto perfetto di Syd che mi fissava con i suoi grandi occhi grigi come il cielo in procinto di annuvolarsi. La strinsi forte, come Syd faceva con me, spingendola al muro, bloccandole i polsi dietro la testa, poi risi piano, lo stesso sorriso sghembo che appariva sul suo volto, carico di cattive intenzioni, come un lupo in procinto di aggredire la propria preda. Provai a respirare, i ricordi mi attanagliavano il petto in una morsa; quelle sue mani forti lungo il mio corpo, la morbidezza dei suoi capelli che scivolavano piano sul mio viso quando le nostre bocche si incontravano.
- Andiamo in stanza? - sentii le mani di Amber percorrermi la schiena, le sue labbra erano sulle mie, avrei voluto che stesse zitta, che non profumasse in quel modo, era totalmente sbagliato, non era il profumo forte e caldo di Syd, non si avvicinava neppure ... e le sue mani erano sottili, inesperte. Aprii gli occhi ed il sogno si infranse, lei non era lui, nessuno sarebbe stato lui.
- No ... scusami ... - mi portai le mani alla testa che adesso aveva ripreso a farmi male con insistenza. - non ho voglia. -
I suoi occhi erano intrisi di vergogna, non mi importava, era stata lei ad avvicinarsi a me, mi limitai ad oltrepassarla, diretto in stanza, ma un attimo dopo venni raggiunto dai ragazzi.
- Ehi, dov'eri finito? Ci è stato detto che qualcuno degli ospiti ha appena chiamato la vigilanza, sarà meglio darcela a gambe. - iniziò Micah, sembrava piuttosto eccitato, l'idea di finire dritto dritto da Pierce non sembrava preoccuparlo più di tanto.
Non ebbi il tempo di dire nulla, mi ritrovai a seguire i ragazzi su per il secondo piano, corremmo a perdifiato lungo la scala antincendio all'esterno, con loro finivo sempre per respirare, erano la mia boccata d'aria dopo una giornata di merda, il premio dopo una gara faticosa.
Erano il mio punto fisso, stringermi a loro sarebbe bastato per sopravvivere al vuoto che Syd aveva lasciato dentro di me. Doveva bastare.

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THOSE BAD ANGELS
General FictionLontano dalle luci e dal chiasso della città più bella e trasgressiva della California, Los Angeles, sorge Woodland Hills. In questa cittadina, tra la monotonia della routine quotidiana e qualche avvenimento non degno di nota, quattro ragazzi sono i...