"Se i più adatti sopravvivono e i malvagi prosperano, la natura è il dio dei mascalzoni." George Bernard Shaw
ZIEG
Il grande giorno era finalmente arrivato. Respirai l'aria fresca di quella mattinata, erano soltanto le sei, ma i ragazzi ed io eravamo partiti in largo anticipo, praticamente in piena notte, per raggiungere l'aeroporto di Los Angeles dove ci saremmo dovuti vedere con il resto della scuola.
Ero eccitato, non avevo mai lasciato gli Stati Uniti prima di allora e l'idea di trascorrere quei sei giorni con i miei amici mi rendeva stranamente tranquillo, quella gita era la cosa migliore che potesse capitarmi, peccato che avrei dovuto condividerla con la persona che stavo cercando così duramente di dimenticare.
- Tutto bene, Zieg? Cosa c'è che non va? Non ti piacciono le Spice Girls? - chiese Micah che per un attimo smise di cantare a squarciagola un loro vecchio successo che stavano passando alla radio proprio in quel momento.
Risi piano. - Idiota, piuttosto hai già pensato a come eludere la stretta sorveglianza di Pierce? So che verrà con noi ... ha chiesto perfino la nostra classe ... -
Quello sarebbe stato un grosso problema per noi, Pierce non ci avrebbe mollato neanche per un secondo, soprattutto il nostro amico biondo alla guida, pensai.
- Oh, ti prego. Troveremo il modo di mettere in sacco il mastino, l'ultima volta gli ho provocato un infarto, credo di essere piuttosto bravo nel mettere K.O. la gente. -
- Entra qui. Ci siamo. - aggiunse Dimitrij, poi ci dirigemmo verso l'immenso parcheggio dell'aeroporto di Los Angeles. Il cuore iniziò a battermi un po' più forte, non avevo mai intrapreso un viaggio di tredici ore in aereo e iniziavo a preoccuparmi giusto un po'.
- Dove dovrebbero essere gli altri? - chiese Ezra, adesso tutto intento a tirare fuori le nostre valigie dal portabagagli, andai a dargli una mano, seguito da Dimitrij che tirò fuori il resto.
- Al check-in, credo. Quelli in autobus saranno già arrivati. - commentò Micah, adesso intento a fumare la sua sigaretta mattutina. Alla fine ci mettemmo in cammino, era davvero enorme l'aeroporto tanto che perdemmo almeno dieci minuti prima di raggiungere finalmente il luogo prestabilito per l'incontro.
Sentivo lo sguardo dei miei amici su di me, sapevo che ognuno di loro doveva preoccuparsi per me, ancora di più per la reazione che avrei potuto avere alla vista di Syd, ma mi feci forza, qualcosa era cambiato dentro di me nello stesso momento in cui avevo distrutto il volantino con quel dannato volto bellissimo e sorridente impresso sopra. Avevo lacerato la carta, l'avevo fatta a pezzi, poi stretta a pugno nelle mani e gettata lontano, dove non avrei più potuto raggiungerla. Era così che avrei dovuto fare con lui, dovevo accantonare il pensiero di Syd, soltanto in questo modo sarei potuto andare avanti senza sentirmi morire dentro ogni istante.Ehi! Eccoci qui! - vidi una mano pallida svolazzare in aria, poi incontrai lo sguardo di Blake Williams, intorno a lei c'era il resto della classe, professori compresi.
Ci avvicinammo al gruppo, eravamo circa in trenta, esclusi i tre professori che ci avrebbero accompagnati durante la gita. Pierce stava parlando a voce bassa con il professor Montgomery di educazione artistica, era un tipo piuttosto tranquillo, sempre sorridente e molto permissivo, proprio l'esatto opposto del nostro Pierce, a completare il quadretto c'era la professoressa Rivers, insegnava geografia, ma nessuno di noi l'aveva mai avuta quindi non potevamo dire nulla.
Cercai di non guardarmi troppo intorno, ma sapevo che lui doveva essere lì da qualche parte, forse con il suo gruppo di amici, magari stravaccato a terra come al suo solito.
- Bene, dovremmo esserci tutti ormai. - la professoressa Rivers tirò fuori la lista con i cognomi dei partecipanti, poi iniziò a leggerla a voce alta. Era davvero caotico quell'aeroporto, se ci fossimo allontanati l'uno dall'altro era certo che ci saremmo persi.
Come pensavo Syd era già arrivato, rispose all'appello alzandosi da terra, ma non lo guardai, né mi voltai dall'altra parte, cercai di riservargli la stessa reazione che avevo avuto con tutti gli altri miei compagni.
- Bene, siamo tutti qui. Prima di metterci in fila per effettuare i vari controlli vi ricordo che ognuno di voi dovrà rispondere ad un professore. I ragazzi del terzo anno saranno con me, quelli del quarto sono affidati al professor Pierce ... - ovviamente, mi ritrovai a pensare, incontrando lo sguardo dei miei amici. Micah aveva un ghigno inquietante stampato sul volto, non prometteva niente di buono. - quelli del quinto con il professor Montgomery, ma ci sposteremo sempre insieme ad ogni modo. Ci mettiamo tutti in fila? -
Soltanto in quel momento incontrai il volto di Liv, se ne stava in disparte, probabilmente tra lei e Blake non andava ancora, pensai, notando la rossa circondata dalle sue amiche cheerleaders, completamente incuranti di Liv.
- Le ragazze sanno essere delle perfette stronze. - sussurrai, rivolto più a Micah che agli altri.
Il mio amico seguì il mio sguardo, poi si voltò dall'altra parte. - Già. Troverà qualcuno di meglio una volta lontana da qui. -
Non si riferiva soltanto a Blake, probabilmente parlava di sé stesso, mi chiedevo che cosa sarebbe successo se Liv l'avesse davvero sostituito, ci sarebbe stato male? Sarebbe tornato all'attacco o avrebbe lasciato perdere ogni cosa?
Era incredibile quanto Micah potesse risultare imprevedibile in situazioni come queste, poi venni riscosso dai miei pensieri, per un attimo temetti che Syd stesse venendo dalla mia parte. Lo vidi muoversi, stava superando la fila adesso, improvvisamente i miei piedi si mossero di lato, mi ero appena avvicinato a Liv.
- Zieg, che fai? Come va? - chiese lei, accennando appena ad un sorriso.
- Beh, tutto nella norma. E tu? Non hai ancora risolto con ... - feci un cenno del capo in direzione della rossa che nel frattempo rideva forte con le sue amiche.
- No, sto cominciando a farci l'abitudine però, vivere in isolamento forzato non è poi così male, quanto meno non devo sorbirmi lunghi sproloqui sull'ultima fiamma di George Clooney e così via. - qui si bloccò un attimo, poi i suoi occhi caddero lungo la fila alle mie spalle. - mentre tu ... vedo che sei tornato con i tuoi amici. -
Feci un sospiro, ero abbastanza in imbarazzato, tra i miei amici c'era anche la causa di parte delle sue tribolazioni.
- Va tutto bene, Zieg! Non fare quella faccia. - poi rise piano e mi assestò una pacca sulla spalla. - sono felice che tu abbia ritrovato il tuo gruppo, mi sembravi piuttosto triste di recente, quindi che problema c'è? -
- E' solo che ... vorrei esserti amico, sai, però la mia compagnia potrebbe ... - non sapevo assolutamente cosa stavo cercando di dirle, era stata una pessima idea avvicinarmi a lei, eppure ormai mi trovavo lì, tra l'incudine e il martello.
- Micah è morto per me. - il tono di Liv era serio, così come il suo viso. - non ho più alcun problema, quindi sei libero di venirmi a parlare quando ti pare, Zieg. Non porti con te nessun brutto ricordo, se è questo il problema. -
Rimasi a bocca aperta, non avrei mai creduto di poter trovare tanta risoluzione sul suo viso ed ecco che mi ritrovavo ad ammirarla, lei stava andando oltre, aveva cambiato pagina, anzi libro. Potevo farcela anch'io, perché non avrei dovuto?
- Zieg? Muoviti, tocca a te. -
La voce di Dimitrij mi riscosse dai miei pensieri, così salutai Liv, poi tornai dai ragazzi, destando occhiate curiose da parte di Micah ed Ezra specialmente, alla fine arrivò il mio turno. Qualche minuto dopo eravamo tutti pronti, così ci dirigemmo ai controlli di sicurezza, mi liberai di tutto quello che avrebbe potuto darmi problemi, riponendo la mia cintura di metallo nel cestello insieme ai miei stivali.
Anche gli altri fecero lo stesso, così dopo una buona mezzora riuscimmo a raggiungere i gate d'imbarco, non senza una certa ansia da parte dei professori.
Micah aveva fatto perdere del tempo durante i controlli, continuava a suonare ai metal-detector e Pierce lo aveva preso da parte adesso.
- Che colpa ne ho se continuavo a suonare!?!? - si difese quello, con la sua solita espressione da schiaffi sul volto.
- Larssen, ti chiuderò in stanza e getterò via le chiavi, te lo assicuro. -
- Cominciamo bene ... - sussurrò Ezra, prima di prendere posto accanto a me, in sala d'attesa.
- Se ci starà addosso sarà la fine. - Dimitrij sembrava preoccupato almeno quanto l'altro, personalmente non capivo il perché di tutta quella ansia, dopotutto Pierce non avrebbe davvero potuto impedirci di seguire il resto della classe durante la visita della città.
Poi finalmente annunciarono l'apertura del gate e una volta mostrato il biglietto ci portarono alla pista, pronti ormai ad imbarcarci in aereo. L'ansia cominciava a farsi sentire adesso, ancora di più quando la fila si bloccò proprio nel bel mezzo del velivolo, così senza volerlo, rimasi in piedi, fermo proprio di fronte a Syd, già seduto al suo posto.
Era impossibile evitarlo a quel punto ed io non dovevo farlo, quindi mi limitai a sopportare il suo sguardo senza battere ciglio, non mi concentrai sulla bellezza di quel volto né sui sentimenti che quella visione provocava dentro di me, pensai soltanto a respirare e mostrarmi tranquillo.
- Ehi ... - Syd non aggiunse altro, pensai che probabilmente non si sarebbe aspettato di dovermi parlare così in fretta.
- Come va? - chiesi, quasi distrattamente. Era tutta una messa in scena quella, qualcosa di cui non mi sarei mai reputato capace, ma che sembrò riuscire.
Syd era spiazzato, il mio tono dovette sembrargli insolito, forse perfino sbagliato.
- Tutto bene ... Ti ho chiamato qualche volta, ma deve esserci qualcosa che non va con il tuo cellulare. -
- Ah, già. Sì, ho avuto dei problemi, l'ho cambiato. - dissi senza un tono ben preciso, poi una mano mi raggiunse piano alla spalla, capii che dovevo andare avanti. - beh, ci si vede. -
- Sì ... ci si vede. - Syd si era incupito, lo capì quando lo vidi guardare oltre il finestrino, aveva un'espressione amareggiata sul volto, forse perfino confusa.
- Sei stato bravissimo. - la voce di Micah era bassa, a qualche centimetro dal mio orecchio.
Mi sedetti al mio posto, lasciando andare finalmente il respiro, non sarebbe stato affatto facile.

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THOSE BAD ANGELS
General FictionLontano dalle luci e dal chiasso della città più bella e trasgressiva della California, Los Angeles, sorge Woodland Hills. In questa cittadina, tra la monotonia della routine quotidiana e qualche avvenimento non degno di nota, quattro ragazzi sono i...