"Di quante complesse incomprensioni è fatta la comprensione che gli altri hanno di noi." FERNANDO PESSOA
ZIEG
Quella notte nessuno di noi riuscì a dormire, non che ci avessimo anche solo provato, l'adrenalina era alle stelle e soltanto con il primo albeggiare iniziammo a cadere in uno strano torpore, ancora stravaccati in salotto con i piatti sporchi sul tappeto e una strana sensazione di leggerezza dentro.
- Il riposo dei guerrieri ... - sussurrò Micah, se ne stava ad occhi chiusi con un sorriso perenne sulle labbra.
Un vena di preoccupazione iniziò a farsi largo nel mio petto, per tutta la notte c'era stato un via vai di auto della polizia e autobotti, la luce blu delle sirene aveva illuminato le finestre di casa, come un terribile presagio. Mi chiedevo se fossimo stati davvero così attenti come ci era sembrato.
- Entro pomeriggio saremo su tutti i giornali locali. Sul sito della scuola non fanno altro che parlare di noi ... - Dimitrij fissava attento il cellulare, mi sembrò sereno.
- Hai notizie di quell'uomo? - era la domanda che più mi atterriva, l'avevamo lasciato lì, stordito a terra, con l'acqua che avrebbe anche potuto raggiungere un livello preoccupante.
- No, i nostri compagni sono soltanto eccitati. Nessuno ha ancora scritto nulla di ufficiale, c'è qualcuno sul posto. A quanto pare abbiamo provocato proprio un bel casino. -
- Grazie al nostro piccolo chimico e alle sue scoppiettanti idee. - Ezra ridacchiò, anche lui mi sembrava terribilmente beato, nonostante la brutta ammaccatura. Teneva ancora la busta con il ghiaccio sulla contusione.
- Sentite, ma se quell'uomo non si è svegliato ... - iniziai, per venire interrotto un attimo dopo da Micah che sbuffò sonoramente.
- Zieg, se ci fosse stato un morto o un ferito grave l'avremmo già saputo. Il bastardo sta bene, ha soltanto imparato una lezione che potrebbe tornargli utile in futuro. Mai fare lo stronzo quando dei ragazzini vogliono soltanto divertirsi. - poi fece spallucce e tornò al suo riposo.
- S-sì, ma quella pistola ... -
- Se non l'avesse portata adesso saremmo in centrale con qualche capo di imputazione a testa. Zieg, cazzo, ormai è andata così. Adesso goditi le vacanze, a quanto pare la struttura è stata decretata non agibile a tempo indeterminato. - Dimitrij continuava a leggere febbrilmente. - E il tuo amato vigilante è in ospedale con un lieve trauma cranico, ma si riprenderà. -
Sospirai, con il cuore che faceva una capriola dalla gioia. Non avevamo fatto secco nessuno, quella era una notizia più che ottima, ma non riuscivo a mettermi il cuore in pace. - Dite che ci ha visti? Che potrebbe dire qualcosa alla polizia che li ricondurrebbe a noi? -
Ezra si portò le mani sul volto. - Zieg, dimmi un po' che cazzo potrebbe dire di utile! Portavamo i passamontagna, eravamo quattro ragazzi, probabilmente della scuola, ma a parte questo, quanta gente vorrebbe organizzare uno scherzetto del genere per farla pagare a qualche professore rompipalle o semplicemente per assicurarsi una vacanza? -
Ezra aveva ragione, lo sapevo bene. Provai a tranquillizzarmi, in effetti ci eravamo liberati di ogni prova, quindi era finita. Doveva esserlo.La mattina trascorse lentamente, mi addormentai un po', poi la risata eccitata di Micah mi svegliò, facendomi balzare su a sedere.
C'era la tv accesa, dai titoli lessi che stavano proprio parlando di noi.
- Cazzo ... -
Il reporter si trovava fuori dall'edificio scolastico. C'erano giornalisti ovunque, i curiosi erano ancora più numerosi, ma ciò che mi colpii più di ogni altra cosa, fu ciò che rimaneva della palestra. I muri erano neri di fumo, crepati e in qualche punto avevano addirittura ceduto, il cortile era stato delimitato con i nastri gialli della scientifica.
- Si cerca ancora la fonte dell'esplosione. - terminò la reporter, cedendo il posto alla presentatrice che attaccò con un nuovo argomento.
- Che hanno detto? Sanno che sono stati dei ragazzi? -
- Atti vandalici, amico. E' tutto ciò che sanno. - Micah si stiracchiò contro il muro, sembrava un gatto annoiato.
- Non hanno un cazzo di prova contro di noi. Ad ogni modo scommetto che troveranno un'altra struttura per farci tornare a scuola il prima possibile ... - Dimitrij si rabbuiò, era davvero assurdo credere che noi quattro avessimo provocato un disastro di tale portata.
- Beh, fino alla prossima settimana dovremmo essere a posto. E' già giovedì domani. Allora, chi ha voglia di un gelato? Posso uscire a prenderne un paio. - propose Micah.
Stavamo per prepararci ad uscire quando ad un tratto qualcuno citofonò alla porta. Sentii un brivido percorrermi la spina dorsale, uno di quei malesseri inspiegabili ma che in qualche modo era da ricollegare all'ansia di quei giorni.
- Chi cazzo è? - Ezra era sull'attenti, mentre il biondo si dirigeva a passi strascicati verso la porta, rivelando, un attimo dopo, quello che mi parve essere lo Sceriffo di Woodland.
Rimasi immobile, sentivo lo sguardo dell'uomo vagare fin dove l'apertura della porta glielo permetteva. Soltanto Dimitrij sfuggiva alla zona interessata. Eravamo fottuti.
- Sceriffo Weston, a cosa devo la sua visita? - chiese Micah in un tono che sarebbe sembrato anche gioviale se non ci fosse stata sotto una chiara volontà di rendere quelle parole sarcastiche.
- Sono io quello che fa le domande qui, Larssen. Vedi questo distintivo al petto? - chiese quello, poi la sua attenzione fu attirata da Ezra che mi stava accanto. - Bene, bene, c'è una riunione di classe qui? Perfetto, dal momento che mi servite tutti vi porterò in centrale insieme. -
Il mio cuore mancò un battito, strinsi forte i pugni, sudaticci. Stavo per sentirmi davvero male.
- Zieg, sta calmo ... controlli di routine ... - sussurrò Ezra a qualche centimetro da me, nel frattempo uscimmo in cortile.
- Scommetto che il primo nome sulla sua lista era proprio il mio, Sceriffo. - Micah rise piano, guadagnandosi un'occhiataccia da parte dell'uomo.
- Certe cose non accadevano prima che il tuo arrivo sconvolgesse la tranquillità di questa cittadina. -
- Sono accuse belle pesanti le sue, spero proprio che abbia un buon motivo per portarci tutti in centrale. Non credo che ai nostri compagni sia stato riservato lo stesso trattamento ... questo potrebbe non convincere il mio avvocato. Le dispiace se lo chiamo? - Micah si portò una mano alla tasca in cerca del cellulare.
Lo Sceriffo scosse la testa, aveva il viso livido di rabbia. - Non sarà necessario. - poi puntò il suo sguardo su noi tre. Sapeva che c'era qualcosa che non andava, potevo percepirlo, ma non poteva davvero trascinarci in centrale soltanto per farci delle semplice domande.
- Dov'eravate ieri notte? Niente stronzate, ragazzi. Quanto è successo a scuola è davvero un atto di spaventosa violenza. Probabilmente nessuno di voi ha nulla a che fare con l'incidente, ma se sapeste qualcosa, avete l'obbligo di parlare. -
Le sue parole furono più che chiare per me, ci stava consigliando con decisione di consegnargli Micah, l'unico che era certo c'entrasse qualcosa con l'esplosione.
Il nostro amico ci fissò, aveva il solito sorriso tranquillo sul volto.
- Dov'eravate? - per poco non urlò. Quell'uomo stava perdendo la pazienza.
- Eravamo qui, stavamo studiando per il compito di storia come facciamo spesso, poi abbiamo deciso di cenare da Micah. - Ezra parlò con il suo solito tono controllato, perfettamente calmo.
Se non avessi saputo come fossero andate davvero le cose la notte prima anch'io mi sarei fatto abbindolare dall'assoluta tranquillità dei suoi modi. Ma dopotutto Ezra Meyer era il nostro Doppiafaccia, aveva dedicato tutta la sua vita ad affinare le sue doti da doppiogiochista e aveva raggiunto dei livelli davvero brillanti.
- Siete rimasti in casa tutta la notte? - aggiunse quello, i suoi occhi freddi erano spaventosi. Non so se sarei riuscito a mantenere la calma con lo sguardo di quel tipo addosso durante un interrogatorio.
- Sì, siamo stati svegliati dalle sirene. Ne sappiamo quanto lei, davvero. -
Lo Sceriffo sorrise appena, era incazzato. - Ne dubito. Ad ogni modo, non posso trattenere nessuno di voi. Non ancora, almeno. - lo vidi dirigersi verso la volante, poi, prima di entrare, si fermò un attimo. I suoi occhi erano puntati su me e Dimitrij adesso. - Vi ripeto, non sempre è necessario annegare tutti insieme, fatevi furbi. -
Micah scosse la testa, non riuscivo a capire come potesse mantenere quella solita aria priva di preoccupazioni anche in quel momento. - Buona serata, Sceriffo. Mi raccomando, acciuffi i cattivi una buona volta nella sua vita. -
L'uomo andò via di tutta fretta, forse pervaso dalla voglia irrefrenabile di pestare Micah a sangue, quella voglia che prima o poi veniva a tutti coloro che passavano abbastanza tempo con lui da capire quanto a volte potesse essere snervante.
Di rimando il biondo fece tintinnare le chiavi della sua auto. - Allora? Lo volete ancora questo gelato o preferite vendermi al nemico? -
Ci ritrovammo a ridere mentre montavamo su quella che avevamo ormai definito come l'auto dei crimini.
E quell'oppressione al petto sembrava lieve adesso, quasi pronta ad andar via del tutto. Ero con i miei amici, gli unici che mi erano rimasti vicini nonostante tutto.
- Ragazzi, so di essere l'anello debole del gruppo, ma vi assicuro che non vi deluderò. - non so perché lo dissi, forse ne sentivo davvero la necessità.
Dimitrij mi diede una pacca sulla spalla. - Non potremmo mai dubitare di te, Zieg. -

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THOSE BAD ANGELS
Ficción GeneralLontano dalle luci e dal chiasso della città più bella e trasgressiva della California, Los Angeles, sorge Woodland Hills. In questa cittadina, tra la monotonia della routine quotidiana e qualche avvenimento non degno di nota, quattro ragazzi sono i...