"Ci sono mali dei quali non bisogna cercar di guarire, perché sono i soli a proteggerci contro altri più gravi." Marcel Proust
MICAH
Avevo deciso che per sopperire alla mancanza di Syd Zilke i ragazzi ed io avremmo dovuto trascinare Zieg in una lunga serie di avventure che lo avrebbero tenuto occupato per un bel po' di tempo, così il nostro viaggio iniziò subito dopo scuola.
- Quindi? Dove stiamo andando? - Zieg sbucò dai sedili posteriori, l'espressione sul suo viso era tra il confuso e il sorpreso allo stesso tempo.
- Suvvia, non essere impaziente, tesoro. Non ci vorrà poi molto. - dissi in un sussurro, poi svoltai a destra ed il grosso cartello segnaletico ci annunciò che avevamo appena lasciato Woodland.
- Perché stiamo prendendo l'autostrada? - rincarò la dose lui, provocandomi un gemito che mi si strozzò in gola.
- Dio, Zieg, sei peggio di mia madre. Rilassati, non voglio mica venderti a qualche trafficante di organi russo! -
- Niente offesa per i russi. - aggiunse Ezra, facendoci ridere appena.
- Tranquilli, farò finta di non aver sentito. - commentò Dimitrij, era nel bel mezzo di un rilassante pomeriggio lontano dai guai.
In effetti era una giornata fantastica quella, il cielo era limpido, completamente privo di nuvole e perfino la temperatura aveva iniziato ad aumentare un po', la primavera non era più così lontana; peccato che nessuno di noi tre sarebbe vissuto abbastanza per potersela godere in tutta la sua bellezza.
- Ad ogni modo, che cosa avresti fatto se non fossimo riusciti a modificare la disposizione delle stanze? - chiesi tutto ad un tratto, ricevendo uno sguardo confuso da parte dei miei amici.
- Parli con me? - chiese Zieg, sbucando appena tra Ezra e me. - non sarei venuto ovviamente. -
- Sbagliato. Non ci siamo proprio. - sospirò Ezra, scuotendo appena la testa piano.
- Perché? Che vi aspettavate? Ero finito in stanza con lui, ragazzi ... non vedevo altre alternative, sinceramente. -
- Zieg ...- iniziai con tono basso e quanto più possibile calmo. - ... non guarirai evitandolo, vuoi capirlo? -
- Cazzo, ma neanche dormendoci nella stessa stanza! - ribatté quello, adesso su di giri.
- Devi soltanto dimostrare a te stesso che puoi benissimo gestire la cosa senza scappare a gambe levate ogni volta che lo vedi. -
- Ora come ora non posso gestire un bel niente ... - ammise Zieg, depresso. - per fortuna è a New York, quanto meno non ho il terrore di incontrarlo anche a scuola. -
A quel punto incontrai lo sguardo di Ezra, stavamo pensando entrambi la stessa cosa: Questo è un caso perso in partenza.
Alzai il volume della musica, il processo di guarigione di Zieg era lungo e tortuoso, il suo umore era in continuo mutamento, un giorno sembrava così pieno di rabbia da poter distruggere l'intera umanità, mentre quello dopo perdeva tutta la sua ira, guadagnando, in compenso, un'attitudine dimessa e una tendenza a deprimersi senza pari. Per fortuna dopo venti minuti riconobbi il posto che avevo visto sul sito quella stessa mattina, così parcheggiai nell'enorme spiazzale già occupato da più di una dozzina di auto.
- Allora? Di che si tratta? - a quanto pare avevo destato la curiosità di Dimitrij che si guardò intorno, interessato.
Sorrisi tra me e me, mi piaceva stupire i miei amici. - Seguitemi, fratelli, questo pomeriggio si va in guerra! -
Ezra fu il primo a capire dove ci trovavamo. Vidi il suo sguardo che vagava lungo l'ingresso del locale, sembrava tutto abbastanza ordinario, eccetto le stampe gigantesche di tute militari o armi, per lo più M4 o MP5.
- Che figata! Faremo un Laser Game? -
- Proprio così! Che ne pensate? - chiesi, rivolto agli altri due, ancora confusi.
- Wow ... è fantastico ... - sussurrò Dimitrij quando un gruppo di ragazzi in mimetica sbucò fuori da una stanza, le loro risate animarono la sala mezza vuota.
- Zieg? Che ne dici? Ringrazia papà Micah, su ... -
- N-non ci ho mai giocato, in realtà ... non so se ... -
- Neanche io e neanche loro. Su, non fare storie. Sarà la nostra prima volta. - poi non gli diedi il tempo di ribattere, lo presi sottobraccio e lo trascinai verso la biglietteria per ritirare tutto l'occorrente.
Il commesso ci spiegò velocemente le regole del gioco, poi ci fornì le attrezzature di cui avremmo avuto bisogno. Consistevano in una tuta mimetica, anfibi neri, un walkie-talkie e dei sensori da porre sulle braccia.
- Che vergogna, scommetto che mi faranno fuori per primo. - biascicò Zieg mentre litigava con la zip della tuta.
- Beh, puoi sempre stare dietro Ezra, a lui piace primeggiare, non si farà colpire per primo. - gli consigliai, scatenando un'occhiataccia da parte del mio vicino che adesso aveva assunto un'espressione seria.
- Ah, giusto per renderlo noto, siamo una squadra, Meyer, non farti venire in mente strane idee. - aggiunsi un attimo dopo, provocando un accesso di risatine negli altri due.
- Tipo? -
- Come lasciarci trivellare dai nemici mentre tu corri a prendere la bandierina. - chiarì Dimitrij e ancora una volta mi ritrovai a ridere sotto lo sguardo cupo di Ezra.
- Non lo farei mai e poi non è detto che ci sarà questa modalità di gioco. - disse subito lui in sua difesa.
- Beh, me lo auguro per noi, altrimenti siamo fottuti. - commentai, facendo sganasciare dalle risate gli altri due. Per fortuna Zieg sembrava molto meno titubante di prima, anzi fu il primo ad aprire la porta e dirigersi alla consegna delle armi.
L'uomo che ci accolse era alto e muscoloso come una montagna, sembrava davvero un militare o qualcosa di simile, ancora di più quando parlò con il suo vocione tonante.
- Siete nuovi? -
- Oh, sì, ma rimarremo nella storia, glielo prometto. - precisai con un sorriso ampio sul volto.
L'omone rise forte. - Dici? Vedremo, i ragazzi che frequentano spesso sono decisamente allenati. Comunque io sono Max, vi spiego in breve come si svolgerà la sfida. Durerà venti minuti durante i quali troverete altre due squadre sul campo, sono i rossi e i verdi, sei persone per ogni squadra, a voi ne mancano due, appunto, ma per quello ci penso io. - detto questo andò ad aprire un armadio a muro, poi tirò fuori quattro grossi MP5 e li divise, uno per ognuno. - bene, per eliminare un avversario basta sparare con questi, il laser lo colpirà e a quel punto i suoi sensori suoneranno e si illumineranno, quindi il giocatore colpito dovrà abbandonare il gioco, lo stesso vale per voi ovviamente. -
Mi sentivo incredibilmente eccitato nonostante fosse soltanto un gioco idiota, lessi la stessa emozione negli occhi dei miei amici, tutti e tre intenti ad ascoltare Max che enumerava una lunga serie di regole che non trovai giusto annotare mentalmente.
- Bene, detto questo ci ritroviamo tutti in sala per sorteggiare quale sarà l'obiettivo da conquistare in questa gara. Avete tutto chiaro? -
Annuimmo come quattro bravi studenti, poi seguimmo l'uomo fuori dalla stanza, immergendoci in una sala già piena di gente: i nostri sfidanti. Poi, più in là, c'erano due ragazzi con i nostri stessi vessilli neri, doveva trattarsi del pezzo mancante della nostra squadra.
- Eccoci qui. Chi vuole sorteggiare? Tu? - Max puntò il dito su Zieg che si diresse lentamente verso di lui. Di certo era il meno entusiasta del gruppo, ma dopotutto arrivati a quel punto c'era ben poco da fare per lui, avrebbe dovuto seguirci nella nostra folle missione.
Poi prese una delle sfere all'interno della scatola di vetro, Max lo afferrò e un attimo dopo iniziò a leggere. - Nella suddetta gara è richiesto ai partecipanti di scortare il Leader in un punto determinato dell'arena evitandone la sua cattura o eliminazione. -
- Che figata! - sussurrai, eccitato, incontrando lo sguardo luminoso di Ezra.
- E chi sarà il Leader? - chiese Dimitrij ad alta voce.
Max fece spallucce. - Ogni squadra decreterà il proprio, è una decisione vostra. Avete cinque minuti, a proposito. -
Ogni squadra si strinse vicina, così ci ritrovammo in compagnia dei due ragazzi sconosciuti.
- Sono Dylan. - si presentò il primo, era piuttosto ordinario, capelli corti e scuri, occhi castani, fisico nella media.
- Io sono Micah, loro sono Zieg, Dimitrij ed Ezra. - dissi, puntando il dito suoi miei amici. - giochi da molto? -
- Qualche partita sporadica. Voi? -
Stavo per rispondere quando fummo interrotti da un basso "coff coff", l'altro tipo si stava schiarendo la gola ripetutamente, forse in attesa che qualcuno gli chiedesse chi cazzo fosse.
- E tu chi sei? - fu Ezra il primo a perdere la pazienza.
- Miles Cray, vincitore del settimo torneo di LaserGame disputato a Bell Gardens, vice-presidente del Pasadena LaserGame Corps, membro del gruppo Culver City' ... -
- Fantastico, ma dovremmo scegliere chi sarà il Leader. - dissi, tagliando corto e beccandomi un'occhiataccia velenosa da parte di Miles. Stavo già iniziando a detestare quel ragazzino nerd e borioso, tutto lentiggini e acne.
- Credo sia ovvio ... ho molta esperienza. - ribatté quello, gonfiando il petto orgogliosamente.
- Nel mandare a quel paese la pazienza della gente di certo. - sussurrai, poi una gomitata di Zieg mi raggiunse in pieno petto.
- Allora? E' la scelta più giusta, come Leader potrei guidarvi ... -
- E se ti guidassi a farti fottere? - ribattei, con un sorriso ampio sul volto.
Miles sgranò gli occhi, era sconvolto. - C-come hai detto? -
- Ok, ragazzi ... avete deciso? -
Max apparve alle nostre spalle, a quanto sembrava gli altri avevano già preso la loro decisione perché adesso ci fissavano, evidentemente in attesa.
- Beh, facciamo la conta allora. - propose Dylan, un po' agitato.
- Sparate un numero. - accettai, controvoglia. A quel punto ognuno di noi indicò il proprio numero ed Ezra prese a contare, puntando il suo sguardo su tutti noi.
- Sedici, diciassette ... - il suo dito si fermò su Zieg. - diciotto. -
Mi venne da ridere, il destino aveva un senso dell'humour davvero interessante, Zieg sarebbe stato il Leader che avremmo dovuto proteggere dagli attacchi esterni, lo trovai giusto e naturale. Era quello che continuavamo a fare anche nella realtà, no?
- Bene, tutti in sala allora, che i giochi abbiano inizio! –
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THOSE BAD ANGELS
Fiction généraleLontano dalle luci e dal chiasso della città più bella e trasgressiva della California, Los Angeles, sorge Woodland Hills. In questa cittadina, tra la monotonia della routine quotidiana e qualche avvenimento non degno di nota, quattro ragazzi sono i...