Capitolo 63

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"Qualche volta ci intestardiamo a tenere in piedi un presente che non aspetta altro che essere lasciato andare nel passato." MARTIN LAWRENCE

ZIEG

Trascorsi quella giornata scolastica con la testa completamente tra le nuvole. Avevo intrapreso una strada difficile ma adesso mi sentivo del tutto libero. La parte complicata era ormai alle mie spalle, non mi restava che parlarne con Syd prima di sistemare le cose.
Non mi illudevo che i miei compagni ci avrebbero accettati senza mostrarci il loro disprezzo o, quanto meno, la loro totale incapacità di comprendere ciò che eravamo ma credevo che dopotutto non me ne sarebbe importato poi così tanto. Tutte le persone importanti della mia vita erano dalla mia parte, delle altre avrei imparato a farne a meno.
La mattinata volò, soprattutto perché le due ore di letteratura che avrei dovuto avere rimasero vuote, in mancanza di Pierce, adesso in condizioni piuttosto buone al Woodland Hospital.
Alla fine tornai a casa, rammaricato di non aver potuto parlare neanche un attimo con Syd, ma d'altronde ci saremmo visti quella sera stessa a casa sua.
Mi sentivo del tutto su di giri, continuavo a camminare avanti e indietro lungo la stanza, incapace di fermarmi. Così mi cambiai velocemente e uscii di casa, diretto al ristorante giapponese che Syd amava tanto; una volta lì ordinai i nostri soliti piatti e attesi che me li consegnassero.
Sospirai, al settimo cielo, poi controllai l'orario, notando che dovevo essere eccessivamente in anticipo quella sera.
Beh, non importa, pensai, gli farò una sorpresa.
Così tornai in auto e guidai fino a casa Zilke, alla fine parcheggiai di fronte, contendendomi lo spazio con un grosso suv nero già fermo lì davanti.
Ero confuso, non apparteneva a nessuno di loro, quindi Syd non doveva essere solo.
Mi maledii mentalmente per aver anticipato il nostro incontro senza informarlo, ma c'era ben poco da fare, il cibo era ancora caldo e non volevo che si freddasse così camminai fino alla porta, poi suonai, in attesa.
Il viso di Syd fece capolino, sbattendo un attimo le ciglia dalla sorpresa in un gesto che lo rese perfino più attraente ai miei occhi.
- Giapponese. - gli dissi, dopo avergli passato la busta.
- Ehi, ma è già ora? Credevo ... -
- Scusa, sono in anticipo. Ti ho disturbato? -
Syd si fece da parte e mi lasciò entrare, un attimo dopo feci ciò che non vedevo l'ora di fare. Lo strinsi a me, baciando con passione le sue labbra morbide e fresche.
Non c'era nient'altro al mondo che avrebbe potuto darmi le medesime sensazioni di totale perdizione.
Poi Syd si scostò, la sua espressione era piuttosto confusa. - Zieg ... -
Ma non seppi mai cosa stava cercando di dirmi perché una seconda figura sbucò proprio in quel momento dal bagno.
Mister Gillian sospirò teatralmente. Poi mi guardò con intensità. - Oddio no, questo è decisamente troppo. Ragazzi, è tutto davvero fantastico ... questo amore adolescenziale da serie tv di successo, ma non dirmi che fai sul serio, Syd. Non dirmelo, sai? -
Rimasi a bocca aperta, incapace di afferrare il succo della questione.
- Cazzo, sudo sette camicie per trovarti un contratto con i fiocchi tanto che finirai perfino in tv e tu che fai nel frattempo? Mandi tutto a puttane così? Facendoti vedere in giro con il tuo ragazzino? Cazzo ... -
- Frederick ... - sussurrò Syd, immobile proprio accanto a me, si stava stringendo tra le braccia.
- Frederick un cazzo! Sai quali sono le regole ed io sono stato molto chiaro con te. Ti vengo dietro come un fottuto cagnolino, assecondandoti su ogni tuo più piccolo capriccio, ma qui non transigo. Come pensi che la prenderanno i tuoi compratori quando sapranno che te la fai con i ragazzi, eh? Wow, un pugile gay! Non lo voglio neanche morto, ecco che diranno ... -
- C-che cosa ... - non riuscii ad aggiungere altro. Continuai a fissare Syd che sembrava sconvolto quanto me. Non potevo crederci, ma tutto iniziava a farsi più chiaro dentro di me, ogni stranezza di Syd trovava risposta adesso.
- Senti, ragazzino. Non ho nulla contro di te, però devo fare il mio lavoro. Un pugile gay non fa strada, anzi ... le prende e basta. Ed io non voglio perdere il mio prezioso tempo su un cavallo perdente. - l'uomo si fece cupo. - quindi considerati di fronte ad un bivio, Syd. -
- No, non lo è. - dissi un sussurro. La mia voce suonò terribilmente vuota. - ha già deciso. -
- Zieg, lascia perdere Frederick, i-io riuscirò a ... -
- No! - urlai con tutta la forza che avevo in corpo. Mi sentivo morire ogni attimo di più, non potevo rimanere lì neanche un istante ancora o sarebbe stata la fine. Così mi gettai contro la porta e l'aprii, ritrovandomi il viso sconvolto di Syd davanti.
- No, no. Non esiste, non stare ad ascoltarlo, Zieg. Noi possiamo ... -
- Noi non possiamo nulla! - lo interruppi, adesso in lacrime. - Siamo al capolinea! E' finita, Syd. -
Lui continuava a stringermi, quella morsa opprimente che mi distruggeva sempre di più. Ogni mio tentativo di sfuggirgli era un fallimento.
- Non ti mollo. Non ti lascio, Zieg, cazzo. -
I suoi occhi erano fiammeggianti di mille emozioni diverse, ma non importava. Era tutto prestabilito. Quella relazione portava dritta all'inferno, niente più, niente meno.
- Sei un codardo, ma io no. Sarò io a lasciarti allora. Per sempre. - le parole vennero fuori in singhiozzi, ma la mia voce risuonò forte e decisa. Non c'era alcun tipo di tentennamento.
Syd si immobilizzò. - Per favore ... -
Mi scostai da lui con violenza, non badai alla sua faccia sconvolta, non tornai indietro di fronte alle sue suppliche. Non avevo più un cuore. Syd l'aveva completamente distrutto in mille pezzi e adesso non restava nulla di salvabile per me.
Infilai le chiavi e partii a tutta velocità senza guardarmi indietro.

THOSE BAD ANGELSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora